Se l’Imu è andata in prescrizione allora è possibile non pagare, ma lo stesso accade quando il diritto del comune è decaduto. Ecco quali sono i termini.
In caso di mancato pagamento, in molti si chiedono quali sono i termini di prescrizione dell’Imu, oltre i quali il debito si estingue ed è possibile non pagare. In merito, tuttavia, bisogna tener conto anche del termine di decadenza, il quale agisce in modo molto simile alla prescrizione ma è rilevante nel periodo antecedente al consolidamento del credito.
Decadenza e prescrizione Imu, le differenze
La decadenza opera negli effetti in modo analogo alla prescrizione, con la differenza che quest’ultima estingue un diritto, mentre la decadenza impedisce in origine l’acquisto del diritto stesso. In sostanza, se l’ente locale ha notificato l’accertamento dell’Imu e il cittadino non paga, allora rileva il calcolo della prescrizione. Quando, invece, al cittadino non viene proprio richiesto il pagamento dell’Imu (cioè non riceve l’avviso di accertamento) allora interviene il meccanismo della decadenza.
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Decadenza Imu 2023
Il mancato pagamento, anche se in questo caso viene chiamato così in modo improprio, può avvenire anche quando il tributo non è mai stato richiesto al cittadino. Nulla vieta di provvedere comunque, per la comune conoscenza della necessità di pagare l’Imu, ma per legge interviene la decadenza. Oltre un certo termine, quindi, l’ente locale non può più richiedere il pagamento. In particolare:
- L’avviso di accertamento deve essere notificato entro 5 anni.
- Il titolo esecutivo (cartella di pagamento e ingiunzione fiscale) deve essere notificato entro 3 anni.
Oltre questo periodo il comune non può più esercitare il suo diritto, l’Imu non può più essere richiesta e il cittadino non deve più pagarla. Quando, invece, si riceve l’accertamento significa che l’ente locale ha consolidato il diritto e il cittadino deve pagare l’Imu. La decadenza del titolo esecutivo, peraltro, si considera prescritta il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui il pagamento avrebbe dovuto essere richiesto. In questo caso, quindi, bisogna fare molta attenzione a calcolare il periodo nel modo corretto. Quando, invece, la decadenza viene interrotta, si può iniziare a calcolare la prescrizione.
Prescrizione Imu 2023: i termini
L’articolo 2948 del Codice civile stabilisce che per i pagamenti annuali (o richiesti con scadenze più brevi) la prescrizione è pari a 5 anni. La legge n. 296 del 27 dicembre 2006 specifica, tuttavia, che è possibile esigere il pagamento dei tributi locali entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui sarebbe dovuto avvenire il pagamento.
Per venire al lato pratico, da ormai più di un mese sono caduti in prescrizione i tributi Imu del 2017, mentre il 31 dicembre 2023 è l’ultimo giorno utile per richiedere il pagamento dell’Imu 2016. Di conseguenza, l’Imu non pagata quest’anno può essere richiesta entro il 31 dicembre 2028. Perché sia possibile non pagare più l’Imu oltre questi termini, però, è necessario che non sia stata interrotta la prescrizione. Se durante il periodo calcolato ai fini della prescrizione l’ente locale (o la società intermediaria dedicata) notifica un avviso di pagamento il conteggio si interrompe, e deve ripartire da zero dalla ricezione della notifica.
I controlli sull’Imu
Essere informati riguardo ai meccanismi di prescrizione e decadenza che riguardano l’Imu è davvero fondamentale per riuscire a rispondere contestualmente in caso di difformità. In molti non sanno, infatti, che gli archivi telematici comunali permettono di effettuare controlli a campione riguardo al pagamento dei tributi, compreso l’Imu. Ogni cittadino ha quindi la stessa probabilità di essere rintracciato in caso di mancato pagamento o accertamento. Dato che il pagamento dell’Imu deve avvenire su ogni immobile, eccetto l’abitazione di residenza, i controlli vengono effettuati anche in base alle utenze registrate, in modo da scoprire eventuali immobili registrati come abitazioni di residenza ma in realtà in disuso.
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