Quando scadono i debiti sulla carta di credito?

Ilena D’Errico

8 Luglio 2025 - 23:41

Ecco quando scadono i debiti sulla carta di credito e puoi non pagare. Come calcolare la prescrizione.

Quando scadono i debiti sulla carta di credito?

Moltissimi cittadini si trovano sommersi dai debiti a causa delle carte di credito. Ciò accade quando viene fatto un uso poco misurato del credito concesso dalla banca e sfruttabile attraverso la carta, salvo poi doversi scontrare con interessi salati e scadenze ravvicinate. Ecco perché sapere che i debiti delle carte di credito scadono dà speranza a numerosi correntisti, un po’ meno contenti di scoprire che scadono anche i debiti della banca, relativi per esempio a interessi aggiuntivi pagati dal cliente. Conoscere i termini e la decorrenza della prescrizione dei crediti bancari si rivela quindi fondamentale per tutelare i propri diritti, anche nell’ambito delle famigerate carte di credito.

Naturalmente, sarebbe meglio prevenire problemi con un uso attento e consapevole, che permette di beneficiare di questo strumento senza sorprese. Gli esperti, per esempio, consigliano di non spendere credito superiore al 30% del proprio reddito mensile. Non sempre spese e introiti sono così prevedibili e ci sono numerosi fattori che contribuiscono all’indebitamento. Se il debito già esiste, meglio controllare se sia effettivamente da pagare o, invece, prescritto. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Quando scadono i debiti sulla carta di credito

In Italia la prescrizione dei crediti è di 10 anni, dimezzati nei casi di prescrizione breve, fatta eccezione per la prescrizione presuntiva che può essere molto più breve. Ci sono quindi numerose regole che dipendono dalle caratteristiche del credito, variabili a seconda del debito bancario. Non è quindi intuitivo capire la norma da seguire per quanto riguarda i debiti accumulati con la carta di credito. Ci sono peraltro due differenti termini da prendere in considerazione:

  • 10 anni per il debito in sé;
  • 5 anni per gli interessi.

Per legge, infatti, tutti i debiti derivanti da finanziamenti, mutui, prestiti e conti correnti in generale seguono la prescrizione ordinaria di 10 anni. Questo è appunto il termine ordinario di prescrizione, valido pressoché sempre per i crediti derivanti da contratto. La prescrizione breve, invece, è destinata alle obbligazioni periodiche e, come previsto dal Codice civile, agli interessi. Questi ultimi si prescrivono quindi in soli 5 anni.

Decorrenza della prescrizione

Un tasto dolente per la prescrizione dei debiti della carta di credito riguarda la decorrenza, un elemento che non ha mancato di dividere anche la giurisprudenza. Secondo la legge, la prescrizione comincia a decorrere a partire dalla cessazione del contratto. Lo stesso principio si applica ai debiti derivanti dalle carte di credito, che devono essere considerati in modo unitario, come ribadito più volte dai giudici.

Questo significa che non bisogna calcolare i termini di prescrizione a partire da ogni singola rata prevista per il rientro, bensì dall’ultima scadenza possibile oppure dalla revoca dello stesso, se avviene prima. In altre parole, non è possibile cominciare a calcolare la prescrizione finché il rapporto di credito è in vita. Alla chiusura della carta di credito o alla scadenza ultima per il pagamento nei confronti della banca inizia la decorrenza.

Non è tutto. I termini di prescrizione eventualmente accumulati vengono completamente azzerati e ricominciano dall’inizio in caso di atti interruttivi. In particolare, diffide e solleciti di pagamento inviati dall’istituto di credito a mezzo raccomandata a/r o pec, come pure le notifiche del tribunale (come un decreto ingiuntivo) interrompono la prescrizione. Se invece non ci sono state interruzioni o comunque sono trascorsi i termini, il debito si considera estinto. Il correntista non può quindi essere obbligato al pagamento.

Differenza con i debiti della banca

La carta di credito può anche, seppur più raramente, comportare posizioni debitorie per la banca. Ciò avviene per lo più quando il correntista ha pagato troppi interessi rispetto a quelli effettivamente dovuti. In questi casi, il diritto a pretendere indietro i pagamenti si prescrive in 10 anni. I termini decorrono dalla cessazione del contratto di finanziamento quando si tratta di versamenti eseguiti per ripristinare l’apertura del credito. Altrimenti, per i pagamenti relativi allo sconfinamento, il termine di 10 anni decorre dai singoli versamenti.

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