Un debito caduto in prescrizione non deve essere più pagato, ma come si fa valere il diritto? Si deve richiedere la prescrizione e come opera? Vediamo cosa dice la legge.
Decorso un determinato arco temporale dal momento in cui si è contratto un debito interviene la prescrizione e le somme non sono più dovute. Come si fa valere la prescrizione di un debito?
Con l’istituto della prescrizione il creditore non ha più la possibilità di pretendere il pagamento di un debito e il debitore, di conseguenza, non è più tenuto a onorarlo pagando.
In Italia qualsiasi debito ha una durata temporale ben precisa prima che intervenga la prescrizione (la scadenza) e il creditore non può più richiedere che gli vengano pagate le somme in questione.
Un esempio può essere rappresentato dai debiti con lo Stato per le imposte non versate, la prescrizione interviene in 10 anni se non vengono intraprese azioni che interrompono il periodo, e si perde il diritto al pagamento. Nonostante la prescrizione dei debiti sia regolata dalla legge, essa non agisce in automatico perché non è rilevabile d’ufficio e bisogna agire per fare in modo che il debito venga cancellato.
Si richiede la prescrizione di un debito?
A dover fare particolare attenzione al termine di prescrizione di un debito deve essere il creditore perché solo entro un determinato lasso di tempo può pretendere il pagamento di quelle somme. Se decorre il termine della prescrizione, così come prevede anche l’articolo 2935 del codice civile, il creditore perde qualsiasi diritto al rimborso e poco importa chi sia il debitore.
La prescrizione di un debito non si richiede, deve essere solo comunicata. Qualora il creditore avanzi pretese su un debito prescritto un modo per far valere la prescrizione è quello di rispondere (si raccomanda di farlo o tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite Pec) diffidandolo a far valere il proprio diritto in via giudiziale, poiché che è prescritto.
Agire in giudizio per rivendicare un debito prescritto è sempre sconsigliabile, poiché conduce inevitabilmente a una causa persa. Se il creditore, in ogni caso, ricorre in giudizio per chiedere le somme prescritte, è bene sollevare l’eccezione e far presente al giudice che il tempo necessario alla prescrizione è ormai decorso. In questo caso è compito del creditore dimostrare il contrario.
Cosa significa sollevare un’eccezione? Con una dichiarazione formale si introduce nel giudizio un fatto che contrasta o impedisce l’accoglimento della domanda che avanza la controparte: nel caso specifico, quindi, si solleva un’eccezione per rendere noto al giudice che il debito è prescritto e, di conseguenza, la controparte non può pretenderne il pagamento.
Come abbiamo detto la prescrizione non rileva d’ufficio e il giudice, quindi, non può accorgersi che è trascorso il termine per far prescrivere il debito. Solitamente la prescrizione deve essere eccepita entro il primo atto difensivo.
Come si dimostra che un debito è prescritto?
Quando viene richiesto il pagamento di un debito prescritto, il debitore non deve dimostrare l’avvenuta prescrizione. La richiesta di pagamento può essere anche ignorata senza che questo esponga ad alcun rischio (attenzione, questa regola non deve essere applicata se a richiedere il pagamento di un debito prescritto è l’Agenzia delle Entrate, in questo caso va contestata la richiesta tramite un ricorso).
Solo in caso di citazione in tribunale da parte del creditore si dovrà sollevare la questione della prescrizione davanti al giudice, senza doverla dimostrare. Sarà, invece, il creditore a dover dimostrare la prova contraria opponendosi alla prescrizione e in questo caso dovrà dimostrare che ci sono stati degli atti (richieste di pagamento con raccomandate, atti giudiziari, ecc…) con i quali la prescrizione è stata interrotta.
Se a richiedere il pagamento del debito prescritto è l’Agenzia delle Entrate, come abbiamo accennato, il contribuente non può ignorare la pretesa e basta, ma deve chiedere esplicitamente l’annullamento della richiesta all’ente creditore, al giudice o inviando una richiesta di sospensione della riscossione all’Agenzia delle Entrate Riscossione specificandone il motivo. In questo ultimo caso, sarà l’Ader a fare da tramite con l’ente creditore che vanta il pagamento e procederà a far annullare il debito.
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