Pos, stop a commissioni sui pagamenti elettronici e crediti d’imposta: cosa cambierà davvero?

Stefano Rizzuti

19 Dicembre 2022 - 16:30

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Saltata la stretta sui pagamenti elettronici, il governo Meloni prova a ridurre le commissioni per esercenti e professionisti: tra accordi con le banche e crediti d’imposta, cosa potrebbe cambiare?

Pos, stop a commissioni sui pagamenti elettronici e crediti d’imposta: cosa cambierà davvero?

Restano le multe per esercenti e professionisti che rifiutano i pagamenti elettronici. Di qualsiasi cifra. Il governo Meloni ha fatto un passo indietro sul Pos obbligatorio e resta quindi la sanzione in caso di rifiuto di pagamento, di qualsiasi importo, anche solamente per un caffè.

Per esercenti e professionisti, quindi, resterà in vigore l’obbligo di Pos anche nel 2023. Il governo si è piegato alle richieste della Commissione europea, che chiedeva garanzie per i nuovi fondi del Pnrr sul tema dell’evasione fiscale. Ma qualcosa, comunque, cambierà.

La strategia dell’esecutivo si sposterà su un altro intervento per aiutare i commercianti in tema di Pos: la prima opzione allo studio è quella di prevedere dei ristori per gli operatori. In particolare sono le due idee al vaglio del governo: da una parte i crediti d’imposta per i Pos, dall’altro un abbassamento delle commissioni.

Pos obbligatorio, cosa è successo con la manovra

Attualmente, dal 30 giugno 2022, sono previste multe da 30 euro (più il 4% del valore della transizione rifiutata) per esercenti e professionisti che rifiutano qualsiasi pagamento (senza distinzioni d’importo) con carte e bancomat. La prima versione della legge di Bilancio del governo Meloni fissava invece una soglia: niente più multe per chi rifiuta pagamenti con Pos sotto i 30 euro.

Poi, con le modifiche alla manovra, questo limite è salito venendo fissato a 60 euro. A quel punto sono arrivate le critiche della Commissione Ue, che chiedeva garanzie per il Pnrr. Alla fine, come spiegato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la norma è saltata e resteranno le multe per il rifiuto di pagamenti per qualsiasi importo.

Pos, i possibili crediti d’imposta

Una delle possibilità allo studio è quella di puntare sui crediti d’imposta. Il Pd, dall’opposizione, ha presentato un emendamento per ripristinarli al 100% e azzerare il costo delle commissioni per i piccoli esercenti. Anche nella maggioranza si sta pensando a una misura del genere, ma per il momento il credito d’imposta che effettivamente c’è è quello di 50 euro per l’acquisto dei registratori di cassa telematici.

Cambiano le commissioni sui pagamenti col Pos?

Per quanto riguarda le commissioni sui pagamenti con carte e bancomat, una delle ipotesi è quella di tornare al credito del 100% per le commissioni relative e transazioni di piccolo importo. L’ipotesi è di trasformare tutte le commissioni in credito d’imposta, espandendo quindi quanto già previsto dalla normativa per cui il 30% delle commissioni viene convertito in credito in credito d’imposta.

Attualmente queste regole valgono con limiti sia sulla cifra massima che sul fatturato annuo per accedere all’agevolazione. Si ipotizza, quindi, di estendere la platea: o aumentando le operazioni possibili o allargando gli esercenti beneficiari (o tutte e due le cose). Ma in entrambi i casi resta il problema del trovare le risorse.

Le commissioni sui piccoli pagamenti elettronici

Un’altra opzione al vaglio è quella di aprire il dialogo con le banche per trovare un’intesa sull’abbattimento delle commissioni sotto determinate soglie, ovviamente molto basse. Va subito precisato, comunque, che spesso per i piccoli pagamenti le commissioni sono già a zero, soprattutto al di sotto dei 5 euro.

L’obiettivo potrebbe essere quello di trovare un accordo per prevedere che tutti gli acquisti al di sotto di una determinata cifra non abbiano commissioni. Un’altra idea la mette sul tavolo il Codacons, proponendo di introdurre dei criteri per aiutare esercenti e consumatori: per esempio si potrebbero azzerare le commissioni sui mini-pagamenti, ridurle per i medi (magari sopra i 5-10 euro per esempio) e aumentarle per le transazioni superiori a 500 euro. Così facendo i ricavi per banche e istituti non cambierebbero, ma i costi per piccoli esercenti e consumatori sarebbero meno gravosi.

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