La Polonia si sta preparando alla guerra: armi e soldati in grande quantità, ma anche strumenti appositi per proteggere i civili in caso di emergenza. Ecco il piano di Varsavia.
La Polonia si sta preparando alla guerra, senza nessuna intenzione di farsi cogliere di sorpresa da eventuali minacce della Russia. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha obiettivi ambiziosi: mezzo milione di soldati, addestramento militare obbligatorio e accesso alle armi nucleari. Il proseguirsi della guerra in Ucraina non fa altro che accrescere l’instabilità mondiale e nessuno si sente davvero al sicuro. I legami politici e le storiche alleanze non sembrano più così rilevanti ora che le tensioni nel Baltico aumentano e Putin ha già dato prova in troppe occasioni di saper passare all’azione senza troppi indugi. La nuova amministrazione Trump non fa che alimentare l’incertezza, gli Stati Uniti non vengono più percepiti come un alleato solido e perfino l’appartenenza alla Nato potrebbe non bastare a dissuadere gli attacchi. Così, la Polonia che ha già lunghi e dolorosi trascorsi a legarla a Mosca e una posizione geopolitica alquanto pericolosa, si prepara a difendersi da sé.
La Polonia si sta preparando alla guerra
La Polonia sta progettando massicci interventi per aumentare la propria capacità di difesa, che comunque è del tutto invidiabile. Attualmente, infatti, Varsavia si appresta a una spesa per la difesa del 4,7% del Pil (secondo le dichiarazioni del premier Tusk) e punta a superare il 5%. Non a caso si è trattato di uno dei pochi Paesi della Nato favorevole alla proposta del tycoon sull’innalzamento del target di spesa militare.
Guardando alle proporzioni, la Polonia vanta un primato in tutta Europa per la spesa militare rispetto al Pil, ma bisogna pur sempre contestualizzare questi dati. Il 4,7% del Pil per Varsavia corrispondono a circa 43 miliardi di euro, una cifra considerevole ma non insuperabile. Certo, se poi il paragone viene fatto con l’Italia il primato polacco si estende in senso assoluto. L’Italia arranca per raggiungere il 2%, arrivando a poco più di 30 miliardi di euro nonostante il notevole aumento.
Il kit di sopravvivenza per i polacchi
Oltre alla posizione su armi e soldati che vi avevamo anticipato, ci sono delle novità interessanti che rivelano le profonde preoccupazioni di Tusk. La Polonia sta progettando un sistema di formazione per tutta la popolazione civile utile alla gestione delle emergenze. Tutti i cittadini polacchi impareranno l’uso delle armi, le tecniche di pronto soccorso di base e l’uso delle maschere antigas. Uomini e donne devono esser pronti a qualsiasi tipo di emergenza secondo il premier polacco, motivo per cui già all’inizio dell’anno sono cominciati i lavori per distribuire vere e proprie guide di sicurezza con tanto di kit di sopravvivenza.
Per esempio, i cittadini vengono istruiti sui percorsi di evacuazione verso l’Occidente, ma anche equipaggiati con compresse di iodio antiradiazioni in caso di problemi con la centrale nucleare bielorussa di Ostrovets. Il ministero della Difesa polacco sta quindi distribuendo i manuali, disponibili anche in formato elettronico, a milioni di cittadini affinché sappiano gestire le crisi senza entrare nel panico e coordinandosi adeguatamente. Insomma, Varsavia si prepara al peggio e non vuole lasciare nulla al caso, peraltro seguendo l’esempio di Finlandia e Svezia. Nel frattempo, il Paese continua a sostenere la risposta ucraina e si prepara a resistere con forza a eventuali minacce di Mosca.
Aumento di soldati e addestramento militare obbligatorio
Troppo spesso vittima delle mire imperialistiche russe (o tedesche) la Polonia non vuole affatto accontentarsi, tuttavia, e ha messo in conto un finanziamento di ben 115 miliardi di euro fino al 2035 per potenziare al massimo la difesa. Tra le priorità c’è l’ampliamento delle Forze Armate, che già vantano la percentuale più elevata rispetto alla popolazione in tutta Europa (terza al mondo), più che raddoppiando le unità. Da poco più di 200.000 fino a 500.000 soldati a cui aggiungere una riserva senza paragoni.
Il premier Tusk sta infatti valutando l’inserimento dell’obbligo di addestramento militare per tutti i cittadini uomini in salute e idonei in base all’età, così da poter supportare il Paese all’occorrenza. Per le cittadine di sesso femminile, invece, la partecipazione resterà facoltativa.
Armi nucleari e mine antipersona
E seppur gli uomini restano la parte più importante delle Forze Armate, servono mezzi e armi per poter davvero pensare di scoraggiare eventuali attacchi russi o addirittura respingerli qualora fosse necessario. Tusk ha dichiarato apertamente che preferirebbe disporre di un proprio arsenale nucleare, questione su cui intanto sta discutendo anche con la Francia per un’estensione della protezione, considerando che le tempistiche necessarie a ottenere armi atomiche polacche sono alquanto proibitive. Resta poi l’idea di uscire dalla Convenzione internazionale contro le mine antipersona, di cui Varsavia è uno dei 133 firmatari, perché queste armi consentirebbero alla Polonia di proteggere il confine con la Bielorussia, oggi il principale alleato russo.
Non dimentichiamo inoltre che la Polonia, oltre a confinare con l’Ucraina, confina direttamente con l’exclave russa di Kaliningrad. Proprio sopra la cittadina, stretta dall’altra parte dalla Lituania, di recente sono decollati caccia russi intercettati e allontanati dallo spazio nato dalla Forza aerea britannica. Non c’è da stupirsi se la Polonia sia disposta a enormi sacrifici per la propria difesa, visto che oltre alla propria storia personale resta uno dei bersagli più a rischio in caso di escalation.
leggi anche
La Polonia diventerà la nuova Germania d’Europa?

© RIPRODUZIONE RISERVATA