La Polonia ha superato la BCE per quantità di oro detenuto. Ecco perché Varsavia sta investendo così tanto nei lingotti e cosa significa per l’economia globale.
La Polonia ha superato la BCE in oro. Ad oggi Varsavia, infatti, ha una riserva aurea superiore a quella dell’Europa.
Con 509,3 tonnellate di oro, la Banca Nazionale Polacca (NBP) ha ufficialmente superato le 506,5 tonnellate detenute dalla Banca Centrale Europea. A renderlo noto è stato il governatore della NBP, Adam Glapiński, che ha sottolineato come questa strategia rappresenti un segnale di solidità economica, indipendenza e protezione contro l’instabilità globale.
Secondo Glapiński, l’oro rappresenta il 22% delle riserve totali della banca centrale, un valore che supera anche l’obiettivo interno del 20%. Questo traguardo è il risultato di una politica avviata anni fa ma intensificata dal 2022, con un’accelerazione senza precedenti.
Dietro questa strategia c’è un calcolo ben preciso: rafforzare la sovranità economica del Paese in un contesto globale instabile e geopoliticamente teso. L’oro, considerato un “bene rifugio” per eccellenza, assume così un ruolo sempre più centrale nelle scelte delle banche centrali, in particolare nei Paesi emergenti e in quelli, come la Polonia, che vogliono consolidare la propria posizione economica. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
La Polonia ha più oro dell’UE: cosa è accaduto
La Polonia è diventata il principale acquirente di oro sovrano nel primo semestre del 2025, superando tutti gli altri Paesi e persino la Banca Centrale Europea in termini di riserve. Secondo i dati del World Gold Council (WGC), la Banca Nazionale Polacca ha acquistato 67 tonnellate d’oro tra gennaio e giugno, portando il totale delle sue riserve a 509,3 tonnellate. Si tratta di un sorpasso storico che colloca Varsavia al centro del panorama economico europeo in materia di riserve auree.
La strategia di accumulo d’oro è stata accelerata dalla NBP negli ultimi anni. Dal 2022 al 2024, le riserve sono passate da 228 a 480 tonnellate. Il 2025 ha visto il completamento di questo progetto, con l’obiettivo, ormai superato, di raggiungere il 20% di riserve totali in oro. Glapiński ha più volte ribadito come questa scelta rappresenti una garanzia di stabilità, solvibilità e forza economica, soprattutto in un contesto globale caratterizzato da guerre, inflazione e tensioni valutarie. In meno di un decennio, infatti, le riserve auree della Polonia sono passate da appena 102 tonnellate nel 2016 a oltre 500 tonnellate nel 2025.
Il valore dell’oro in possesso della banca centrale polacca ha registrato un guadagno significativo: alla fine del 2024, valeva 60 miliardi di zloty (circa 14 miliardi di euro) in più rispetto al prezzo d’acquisto. A oggi, il valore è salito a 44,3 miliardi di euro, anche se si tratta di guadagni non realizzati, dato che la NBP ha dichiarato di non avere intenzione di vendere. Parte dell’oro è custodito in Polonia, mentre il resto è depositato a New York e Londra.
Il potere dell’oro: aumenta la domanda da parte delle banche centrali
Il caso della Polonia non è isolato: il 2025 sta segnando una rinnovata corsa all’oro da parte delle banche centrali di tutto il mondo. Nel solo primo semestre dell’anno, gli acquisti globali hanno raggiunto le 123 tonnellate, con una domanda particolarmente forte a giugno, mese in cui si sono registrati 22 tonnellate di acquisti netti. Nonostante un leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2024, la domanda è rimasta costante e in crescita per il terzo mese consecutivo.
Tra i principali acquirenti figurano Uzbekistan (9 tonnellate a giugno), Kazakistan (7 tonnellate), Repubblica Ceca, Cina e Turchia (2 tonnellate ciascuna). Anche Paesi come Ghana, Qatar, Filippine e Kirghizistan hanno aggiunto una tonnellata ciascuno. Questo dimostra un trend sempre più evidente: l’oro torna a essere uno strumento centrale nelle strategie delle banche centrali, specie in un’epoca segnata da instabilità geopolitica, inflazione elevata e sfiducia nelle valute fiat.
Dall’altro lato, alcuni Paesi stanno riducendo le proprie riserve: Singapore è stato il maggior venditore a giugno con 6 tonnellate liquidate, seguito dalla Russia che ha ridotto le proprie disponibilità nei mesi precedenti. Tuttavia, la tendenza generale è orientata all’aumento delle riserve auree.
L’oro, considerato un asset rifugio per eccellenza, non è soggetto alle decisioni politiche di governi o banche centrali estere, il che lo rende particolarmente attrattivo in tempi incerti. E la Polonia, con la sua strategia, sembra averlo capito prima di altri.
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