Le nuove previsioni sul trend dei prezzi del petrolio WTI e Brent dopo la mossa dell’OPEC+, che ha spiazzato i mercati (e gli economisti).
Prezzi del petrolio WTI e Brent in rimonta nella giornata di oggi, dopo il dietrofront della vigilia, che ha fatto scendere i futures sul Brent crude a $60,23 al barile (-1,7%), e le quotazioni del contratto WTI a $57,13 al barile (-2%). In entrambi i casi, i prezzi sono capitolati al valore più basso dal febbraio del 2021, ovvero in più di quattro anni.
A scatenare il dietrofront è stato l’annuncio dell’OPEC+, associazione che comprende i paesi OPEC come l’Arabia Saudita e non OPEC come la Russia, relativo alla decisione di incrementare l’offerta di petrolio crude per il secondo mese consecutivo, portando la produzione di giugno a salire di altri 411.000 barili al giorno, dopo l’aumento a sorpresa previsto per il mese di maggio, comunicato il mese scorso, pari alla stessa quantità di barili.
L’incremento dell’output pianificato per il mese di giugno annunciato dall’OPEC+, deciso in particolare da otto paesi produttori appartenenti all’OPEC+, inclusa l’Arabia Saudita, ha spiazzato ancora di più i mercati, in quanto, pari per l’appunto a +411.000 barili, pari a quasi tre volte l’aumento dell’offerta di 140.000 barili al giorno che era stato pronosticato inizialmente dalla divisione di ricerca di Goldman Sachs. La domanda è dunque d’obbligo: cosa accadrà in questo contesto ai prezzi del petrolio, se si considera anche l’effetto recessivo che sulla richiesta mondiale di barili produrranno i dazi dell’amministrazione USA di Donald Trump, nel momento in cui diventeranno operativi? [...]
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