Trump inasprisce le sanzioni contro Russia: il petrolio rimbalza, ma il trend resta fragile tra tensioni geopolitiche e incertezza sui mercati.
Come certo saprete, sembra che Trump si sia stancato di essere preso in giro da Putin circa la volontà di quest’ultimo di addivenire seriamente a un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Le sanzioni di Trump contro la Russia hanno quindi subito un’escalation proprio in questi giorni.
Il rimbalzo del petrolio registrato negli ultimi due giorni è dovuto alle nuove sanzioni statunitensi contro le aziende statali russe produttrici di greggio. Bisogna ammetterlo: le sanzioni emesse dagli Stati Uniti il 22 ottobre 2025 contro Lukoil e Rosneft, i principali produttori di petrolio russi, rappresentano un aumento significativo della pressione economica su Mosca.
In cosa consistono le sanzioni
- Sanzioni complete: Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni complete a Rosneft e Lukoil, nonché alle loro filiali russe controllate con almeno il 50% di partecipazione. Questo tipo di sanzione comporta il blocco di tutti i beni delle società localizzati negli Stati Uniti e ne rende impossibile l’utilizzo. Inoltre, vieta ai cittadini e alle aziende statunitensi di effettuare transazioni con esse.
- Divieto di transazioni in dollari: Le sanzioni colpiscono in particolare la capacità di Rosneft e Lukoil di condurre operazioni economiche denominate in dollari, valuta cruciale per il commercio internazionale del petrolio.
- Periodo di grazia: È stato concesso un periodo di tempo - fino al 21 novembre 2025 - per consentire alle aziende colpite di adeguarsi ai nuovi requisiti e completare le transazioni in corso.
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