La dipendenza globale da energia fossile, il crollo dell’EROI, il peso del debito pubblico e la crescita della disuguaglianza indicano un’economia vicina ai suoi limiti strutturali.
Per oltre un secolo la nostra economia ha prosperato grazie a combustibili fossili abbondanti e convenienti.
Nel 1950 l’EROI del petrolio – l’energia ottenuta rispetto a quella necessaria per estrarlo – superava 50:1. Significava che con poco sforzo si otteneva molta energia, garantendo crescita economica, salari in aumento e servizi pubblici sempre più ricchi. Oggi, invece, molti giacimenti hanno EROI attorno a 10:1 o persino inferiore: produrre petrolio costa di più, inquina di più e sostiene meno attività economiche.
Nel 2024 l’87% dell’energia mondiale proviene ancora da fonti fossili e solo il 3% da eolico e solare su base totale. Le rinnovabili crescono, ma restano dipendenti dall’intera filiera fossile per costruzione, manutenzione e infrastrutture. L’elettricità rappresenta solo il 20% dei consumi e questo lascia ai combustibili fossili un ruolo dominante nei trasporti pesanti, nella produzione di acciaio, cemento e nell’industria agricola, dove non emergono alternative credibili su larga scala. [...]
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