Perché Ursula von der Leyen non sarà rieletta alla Commissione europea

Alessandro Cipolla

8 Aprile 2024 - 10:31

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Travolta dalle inchieste e impallinata da diversi leader europei, solo Giorgia Meloni sembrerebbe avallare un secondo mandato per Ursula von der Leyen alla guida della Commissione.

Perché Ursula von der Leyen non sarà rieletta alla Commissione europea

Ursula von der Leyen non sembrerebbe essere intenzionata ad arrendersi facilmente, ma il borsino del suo mandato bis alla guida della Commissione europea appare essere fortemente in calo dopo le vicende delle ultime due settimane.

Fino a qualche mese fa sembrava che Ursula von der Leyen potesse scegliere su quale poltrona sedersi il prossimo autunno: di nuovo al vertice di Palazzo Berlaymont oppure nuova segretaria generale della Nato.

Se come è noto le prossime elezioni europee si terranno a giugno con la nuova governance dell’Ue che sarà decisa in autunno, sempre dopo l’estate scadrà il mandato alla Nato di Jens Stoltenberg che non verrà nuovamente prorogato.

Alla Nato però ormai è scontato che ci vada Mark Rutte con l’olandese che da tempo avrebbe incassato il disco verde da parte degli Usa, con Ursula von der Leyen che di conseguenza si è gettata anima e corpo nella sua personale campagna elettorale per la Commissione europea.

Peccato che le inchieste che la stanno riguardando e l’ostracismo dei principali leader europei - dalla sua parte è rimasta solo Giorgia Meloni -, sembrerebbero aver reso la strada verso un mandato bis irrimediabilmente in salita.

Ursula von der Leyen: niente mandato bis alla Commissione?

Ursula von der Leyen di recente è stata coinvolta in due intricate vicende. La prima è la cosiddetta Pfizergate, con la Procura europea che ha aperto un’indagine su presunti illeciti in merito all’accordo tra la Commissione e Pfizer sulla fornitura dei vaccini Covid.

La seconda vicenda invece è stata ribattezzata Piepergate: Markus Pieper, compagno di partito di Ursula von der Leyen, lo scorso 31 gennaio è stato nominato proprio dalla presidente inviato speciale dell’Ue per le piccole e medie imprese con uno stipendio da 15.000 euro netti al mese, il tutto nonostante ci sarebbero stati dei candidati molto più qualificati.

Due macigni questi sulla strada che porta a una nuova elezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, con la presidente sotto attacco anche da parte della maggioranza che l’ha sostenuta negli ultimi cinque anni.

All’Eurocamera a dettare legge è sempre la triade Popolari-Socialisti-Liberali che, nonostante un calo attestato dai sondaggi, alle prossime elezioni dovrebbero mantenere la maggioranza resistendo all’avanzata della destra.

Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Donald Tusk però sembrerebbero aver mollato Ursula von der Leyen, che non a caso nella sua campagna elettorale sta portando avanti temi assai cari alla destra visto che a sostenerla sarebbe rimasta solo Giorgia Meloni, paradossalmente l’unica leader che non fa parte della sua maggioranza.

Naturalmente tutto dipenderà dall’esito delle elezioni europee - e dell’indagine della Procura europea sui vaccini -, ma al momento le chance di vedere Ursula von der Leyen per altri cinque anni alla Commissione europea sembrerebbero essere assai ridotte.

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