Perché se Intel non investe in Germania, i guai sono di tutta l’Europa

Violetta Silvestri

17 Settembre 2024 - 15:45

Lo stop di Intel alla fabbrica di chip in Germania minaccia l’intera Europa, destinata a restare indietro nel cruciale settore della produzione dei chip.

Perché se Intel non investe in Germania, i guai sono di tutta l’Europa

L’Ue subisce un duro colpo alle ambizioni di produrre semiconduttori nel suo territorio.

Il colosso produttore di chip Intel ha dichiarato infatti che avrebbe rinviato i suoi piani di costruire due mega fabbriche in Germania e Polonia, poiché l’azienda si trova ad affrontare una domanda inferiore al previsto.

L’annuncio avrà un impatto negativo per i governi tedesco e polacco, che hanno ampiamente sovvenzionato i progetti e li hanno pubblicizzati come un incentivo per l’industria nazionale. Ma lo stop degli investimenti europei di Intel ha un sapore amaro anche per tutta l’Ue, impegnata a rincorrere concorrenti più forti nella sfida globale per la produzione di chip. Il piano dell’Unione è già destinato a fallire?

Intel ferma gli investimenti in Europa. Cosa significa per il piano Ue sui chip?

La mossa del produttore di chip statunitense di ritardare il progetto a Magdeburgo di circa due anni è un duro colpo per l’obiettivo dell’Ue di produrre un quinto dei semiconduttori mondiali entro il 2030. La struttura tedesca era sulla buona strada per diventare il più grande impianto supportato dal Chips Act dell’Ue, approvato l’anno scorso.

Non solo. Intel ha annunciato che sta anche posticipando una nuova fabbrica nella vicina Polonia, in alla ricerca di maggiore efficienza per contrastare il calo delle vendite e le crescenti perdite. La società ha affermato il mese scorso che taglierà 15.000 lavoratori, troverà 10 miliardi di dollari di risparmi sui costi e sospenderà i dividendi.

Il duplice stop è un cattivo presagio per il futuro del settore dei semiconduttori in Europa. I Paesi dell’Ue stanno cercando di incrementare la produzione di chip, utilizzati in ogni settore, dagli aerei da combattimento agli smartphone, e di ridurre la dipendenza dall’Asia dopo che le carenze causate dalla pandemia hanno colpito alcuni settori e la guerra della Russia contro l’Ucraina ha evidenziato i rischi di una dipendenza eccessiva da altre nazioni.

I governi di tutto il mondo hanno profuso fondi pubblici nell’industria dei chip in una spinta per localizzare la produzione di questi componenti.

L’Europa, però, resta indietro e le ultime vicende Intel aggravano il gap. Mentre abbandonava l’Europa, il colosso Usa affermava che riceverà fino a 3 miliardi di dollari in finanziamenti diretti dal governo degli Stati Uniti, per incrementare la produzione di semiconduttori per l’esercito statunitense.

Secondo una dichiarazione di Intel, questo rientra negli sforzi per “proteggere la filiera di fornitura nazionale di chip”. L’azienda ha inoltre affermato che collaborerà con il Dipartimento della Difesa per migliorare la resilienza dei sistemi tecnologici statunitensi.

Il divario si allarga tra Ue e Usa.

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