Perché Papa Francesco non ha mai nominato Putin: risponde lui stesso

Luna Luciano

23 Aprile 2022 - 07:45

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Dall’inizio della guerra il Papa non ha mai citato esplicitamente il presidente russo Vladimir Putin né la Russia. Ecco perché e cosa sta facendo il Vaticano per porre fine alla guerra.

Perché Papa Francesco non ha mai nominato Putin: risponde lui stesso

Dallo scoppio della guerra in Ucraina più volte è stato invocato l’aiuto del Vaticano e soprattutto di Papa Francesco per raggiungere un cessate il fuoco. Eppure, dall’inizio del conflitto russo-ucraino il Papa non ha mai nominato il presidente russo Vladimir Putin né la Russia, attirando su di sé numerose critiche.

L’agenda del Vaticano è in realtà fitta di impegni e incontri, molti di questi dal valore squisitamente diplomatico, tentativi per essere mediatore per la pace. È impossibile però non notare i mancati appuntamenti della Sante Sede: è stato annullato l’atteso incontro tra il Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, così come è stato cancellato il viaggio a Kiev.

A rendere nota la decisione del Vaticano è stato lo stesso Pontefice in un’intervista rilasciata al quotidiano argentino La Nación, nella quale ha quindi spiegato le ragioni per cui non si recherà a Kiev e soprattutto perché non ha mai citato Vladimir Putin e la Russia. Ecco tutto quello che c’è da sapere e cosa sta facendo il Vaticano per raggiungere la pace.

Perché Papa Francesco non ha mai nominato Putin?

Un Papa non può nominare mai un capo di Stato. Sono state queste le parole con le quali Papa Francesco ha spigato il motivo per cui non ha mai citato il presidente russo Vladimir Putin.

Durante un’intervista al quotidiano argentino La Nación il Papa ha risposto alle accuse e alle critiche che lo vogliono non schierato nel conflitto russo-ucraino. Ma le cose non stanno esattamente così. Il Vaticano non può certo rinunciare al proprio ruolo e alla propria influenza in campo politico, però ci sono delle regole e delle linee diplomatiche che la Santa Sede deve rispettare. Per questo motivo il Papa, pur deprecando la guerra in Ucraina, non ha mai nominato esplicitamente Vladimir Putin“tanto meno un paese, che è superiore al suo capo di Stato”.

Eppure, se non è possibile fare nome e cognome il Papa ha cercato in qualche modo di rivolgersi indirettamente al presidente russo. Infatti, agli inizi di aprile, dopo aver qualificato come “ripugnante” la guerra in Ucraina in quanto non esistono “guerre giuste”, Papa Bergoglio aveva criticato non solo i governi, compreso quello italiano, che aumentano le spese per le armi, ma anche con “qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalistici, provoca e fomenta conflitti”.

Il Papa ha poi ribadito che qualsiasi guerra è anacronistica al giorno d’oggi, spiegando perché ha quindi baciato pubblicamente la bandiera ucraina: un gesto di solidarietà e vicinanza con il popolo ucraino.

Papa Francesco sulla guerra in Ucraina: cosa sta facendo il Vaticano per la pace?

Il Papa non volerà a Kiev, né incontrerà il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill. Davanti a questi eventi mancati sull’agenda del Vaticano, è impossibile non domandarsi cosa stia facendo effettivamente il Vaticano per raggiungere la pace. Se infatti la Sante Sede non rinuncia al suo ruolo di mediatrice è importante capire come stia esercitando il proprio ruolo.

Lo stesso Papa si è detto rammaricato che il Vaticano abbia sospeso un incontro con il Patriarca di Mosca ma la linea diplomatica teme che un incontro tra i due capi religiosi, in questo momento, possa “creare molta confusione”. L’incontro potrebbe far risultare ambigua la posizione della Sante Sede, a causa delle recenti benedizioni del Patriarca Kirill per la guerra di Putin. Per quanto riguarda il viaggio a Kiev lo stesso Papa, durante l’intervista al quotidiano argentino La Nación, ha spiegato le ragioni di tale scelta:

Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe per il Papa andare a Kiev se la guerra continuasse il giorno successivo?

Una domanda retorica volta a sottolineare comunque l’impegno della Chiesa nella sua attività di mediazione per la fine del conflitto. Papa Francesco ha infatti chiarito che ci sono sempre delle procedure da rispettar: il Vaticano non riposa mai.

Ha poi aggiunto che non può rivelare i dettagli - in quanto cesserebbero di essere sforzi diplomatici - ma i tentativi fatti dal Vaticano ci sono e non si fermano. Ha infatti aggiunto che due cardinali hanno confessato di sperare di porre fine a gran parte della guerra in Ucraina per i primi di maggio; anche se lo stesso Papa chiarisce: “nessuno è sicuro che alla fine accadrà”. Un chiaro monito all’imprevedibilità della guerra “anacronistica” e della scacchiera geopolitica.

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