Perché la Norvegia è cruciale per il gas, anche in Italia

Violetta Silvestri

6 Ottobre 2022 - 12:00

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Nello scacchiere dell’approvvigionamento energetico europeo, la Norvegia sta assumendo un ruolo chiave. Anche per l’Italia il suo gas è importante. Cosa sapere sulle ultime mosse norvegesi.

Perché la Norvegia è cruciale per il gas, anche in Italia

Cambiano e si muovono su nuove direttrici le rotte energetiche in Europa e in Italia in questo periodo così complesso per il settore gas e petrolio. Per questo, anche l’annuncio di una riforma fiscale sulle grandi aziende del settore energy in Norvegia potrebbe avere ripercussioni in Italia.

Perché la nazione norvegese sta diventando sempre più importante per l’approvvigionamento di carburante nell’Ue, Italia compresa? Gli ultimi dati e notizie aggiornate spiegano come le relazioni tra l’Europa del Nord e i flussi di gas nell’Unione di stanno rafforzando.

Gas e petrolio dalla Norvegia in aumento, anche in Italia

Il gas del Nord Europa, nello specifico della Norvegia, sta diventando sempre più importante per i bisogni europei. Gli ultimi grafici sui flussi del combustibile verso l’Europa del database di Bruegel lo dimostrano.

I dati sono aggiornati ai primi di ottobre. Innanzitutto, è evidente come le importazioni giornaliere dalle vie norvegesi siano in aumento nell’ultimo mese:

Flussi di importazione giornaliera di gas in Europa Flussi di importazione giornaliera di gas in Europa Dati dell'ultimo mese, da settembre a ottobre 2022

In rosso scuro è indicata la quantità di gas proveniente dalla Norvegia, ben al di sopra delle altre vie di approvvigionamento e ai livelli più o meno degli arrivi di Gnl, i cui flussi sono in aumento da tempo in Europa.

Inoltre, nel grafico sulle importazioni settimanali di gas in Ue + Regno Unito, il livello di combustibile norvegese si mantiene vicino ai livelli massimi settimanali di importazione per il periodo 2015-2020:

Importazioni settimanali di gas dalla Norvegia al 4 ottobre Importazioni settimanali di gas dalla Norvegia al 4 ottobre Flussi verso Ue e Regno Unito

Entrando nello specifico dell’Italia, dalla consultazione dei dati giornalieri di Snam, si evince, per esempio, che da Passo Gries, al confine con la Svizzera e dal quale proviene in entrata il gas norvegese e del Nord Europa, i flussi di stamane 6 ottobre sono di 300.000 MWh ogni ora.

In confronto, Tarvisio, da dove entra anche il gas russo, segnala ingressi di gas pari a meno di 100.000 Mwh all’ora.

I flussi maggiori si confermano quelli dall’Algeria, con gli ingressi da Mazara del Vallo che mostrano un ritmo da 750.000 MWh ogni ora.

C’è da sottolineare, però, che sui flussi provenienti dalla Norvegia l’Italia è in competizione con la Germania, la quale vista la chiusura del Nord Stream 1 ha più bisogno di gas dal Nord Europa.

Il focus sulla Norvegia, comunque, non è casuale in questa giornata. La notizia che il Governo di centro-sinistra norvegese vuole aumentare le tasse sull’industria petrolifera e del gas del Paese potrebbe avere ripercussioni. L’Italia rischia?

Norvegia tassa profitti dell’energia: cosa significa?

La decisione dell’esecutivo norvegese è di incementare di 2 miliardi di corone norvegesi (191 milioni di dollari) la tassazione sulle grandi imprese energetiche nazionali nel 2023, raffreddando quindi gli incentivi finora esistenti e introdotti con la crisi pandemica.

L’adeguamento alle regole temporanee segue un aumento dei prezzi del petrolio e del gas che ha consentito rialzi dei profitti. Nel dettaglio, il ministro delle finanze ha spiegato che con tale mossa “le entrate del governo centrale aumenteranno di 11 miliardi di corone”. Un intervento non trascurabile in un momento critico.

La Norvegia è un fornitore di gas fondamentale per l’Europa e uno dei maggiori produttori mondiali di greggio, con una produzione di circa 4 milioni di barili di petrolio al giorno. Per questo la notizia suscita valutazioni oltre il confine nazionale.

La proposta è di tagliare il cosiddetto uplift rate, una detrazione fiscale speciale, al 12,4% dal 17,69%. Con questa mossa, si chiedono gli analisti, gli investimenti delle aziende colpite saranno valutati ancora redditizi? Un rallentamento degli investimenti nel settore potrebbe minare l’approvvigionamento energetico, anche italiano.

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