I punti di forza, ma anche di debolezza, presentati dalla comunità degli analisti. Occhio al rating e al target price sulle azioni Stellantis di Barclays.
Azioni Stellantis in spolvero a Piazza Affari, dopo il grande tonfo della sessione di venerdì scorso, 10 ottobre 2025, quando sono affondate di più del 7% sul Ftse Mib, l’indice benchmark della borsa di Milano.
In evidenza alcuni nuovi commenti arrivati dalla comunità degli analisti che, pur mettendo in evidenza alcuni punti di forza, non hanno nascosto di essere ancora prudenti sul futuro della casa automobilistica.
Il movimento delle azioni di Stellantis si spiega anche con l’ennesimo dietrofront del presidente americano Donald Trump che, dopo aver spaventato venerdì scorso l’azionario mondiale, inclusa Piazza Affari, con le dichiarazioni contro la Cina - dichiarazioni che hanno affossato subito soprattutto il settore dell’auto europeo, con il sottoindice di riferimento capitolato di oltre il 2%, nel fine settimana ha detto che “ andrà tutto bene ” e che l’intenzione di Washington non è di provocare danni alla Cina.
Il presidente americano Donald Trump aveva minacciato di imporre ulteriori dazi contro i prodotti della Cina pari al 100%.
Azioni Stellantis tra le migliori del Ftse Mib di Piazza Affari post annuncio outlook III trimestre 2025
Oggi i titoli Stellantis mettono il turbo, confermandosi tra i migliori del listino, con gli investitori che si concentrano sui commenti arrivati da alcuni analisti. Attenzione: i commenti presentano luci e ombre, a conferma di come la prudenza, nei confronti del futuro della casa automobilistica guidata dal CEO Antonio Filosa, non sia certo scomparsa.
In evidenza il report della divisione di ricerca di Barclays “Q3 First Look: Another nervous reaction - and again on limited new news”. Ovvero “Primo sguardo al terzo trimestre. Un’altra reazione nervosa - e, di nuovo, sulla scia di un numero limitato di nuove notizie ”.
Venerdì 10 ottobre è stata di fatto una data cruciale per l’azienda, che ha alzato il velo sulle proprie stime relative alle consegne consolidate per il terzo trimestre di questo 2025, avendo cura di precisare che per “consegne” “identifica i volumi di veicoli consegnati alla rete, ai distributori o direttamente ai clienti finali e alle flotte, che determinano la rilevazione dei ricavi ”.
“Le consegne consolidate per i tre mesi conclusi il 30 settembre 2025 sono state stimate a 1,3 milioni di unità, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente”, ha recitato la nota diffusa da Amsterdam, che ha continuato spiegando che “ l’incremento è in larga misura attribuibile al Nord America , sostenuto anche dalla crescita delle consegne su base annua in Europa allargata e Medio Oriente e Africa”.
Ma perché quel crollo delle azioni? Barclays ricorda e spiega le altre due sedute con i nervi a fior di pelle
Stellantis ha indetto una call per presentare le previsioni, che Barclays ha ricordato aver avuto luogo attorno alle 3 pm ora CET. Da quel momento in poi, il titolo ha iniziato a scendere in modo importante, e per la terza volta di recente.
Le azioni sono crollate del 7,3%, dopo essere balzate fino al +9% nella sessione dello scorso 11 settembre in concomitanza con la fireside chat del CEO (Filosa) e dopo il rally pari a +7% nella seduta di Piazza Affari del 2 ottobre, sulla scia della pubblicazione dei dati USA relativi al mese di settembre. Variazioni tutte significative, che hanno portato le azioni sull’ottovolante. Quali i motivi di fluttuazioni in Borsa tanto importanti?
Certo, Barclays ha ammesso con la sua analisi che, di recente, grandi oscillazioni dei prezzi delle azioni sono state registrate anche da altri titoli del settore automobilistico europeo, come da RNO-Renault, AML-Aston Martin, VOW3-Volkswagen, P911-Porsche, BMW ). In questi casi le performance sono state provocate tuttavia sopratutto dalla recente ondata di allarmi utili, ovvero di profit warning. Vero anche che le oscillazioni sono state “spesso amplificate dalle posizioni di mercato ”, elemento che, secondo gli esperti, avrebbe avuto grande voce in capitolo anche nel trend delle azioni Stellantis.
Barclays presenta quadro a luci e ombre. Rating e target price per le azioni Stellantis
Nel complesso, gli esperti della banca UK hanno riconosciuto “un continuo e forte aumento dell’interese degli investitori nelle azioni STLA (Stellantis) ”, sottolineando che “sebbene ci siano stati di recente aspetti positivi, (come la quota di mercato in USA di settembre, i commenti sul momentum degli ordinativi, inclusi quelli molto significativi per il RAM1500 Hemi V8, noi riteniamo che sia ancora prematuro un pieno re-engagement, finché la visibilità sull’AOI (utile operativo su base adjusted) e sul FCF (flusso di cassa disponibile) resterà limitata e il nuovo management sarà impegnato in un significativo cambio strategico”.
Cautela dunque da Barclays, che ha comunque un rating “equal weight” sulle azioni Stellantis, a fronte di un giudizio “negative” per il settore europeo dell’auto e delle componenti auto.
Il target price sul titolo Stellantis è pari inoltre a 12,50 euro, rispetto agli 8,87 di oggi e gli 8,56 euro nella sessione di venerdì scorso. L’upside potenziale è pari dunque a uno scatto di ben il 46%.
Da un lato, gli esperti del colosso britannico UK hanno messo in evidenza “un effetto cambi chiaramente negativo (USD/ARG/CAD rispetto all’EUR) ” e “un mix di canali chiaramente negativo”. Indicato tuttavia anche “un mix regionale (geografico) chiaramente positivo”, rappresentato dalla “ forte performance wholesole negli Stati Uniti ” , pur se il mix di prodotti è “lievemente negativo a causa della debolezza del segmento LCV nell’Unione europea e della maggiore presenza di auto di piccole dimensioni, rispetto al lancio del RAM1500 Hemi V8 e del nuovo Express”.
I prezzi sono stati considerati “ ampiamente neutri (incentivi stabilizzati negli Stati Uniti, ma pressioni competitive in Unione europee”.
Perché il mercato è così nervoso guardando a Stellantis
Oggi gli investitori hanno deciso di concentrarsi sugli aspetti positivi dei report degli analisti, in particolare su quelli che hanno confermato il miglioramento nel terzo trimestre avvenuto negli Stati Uniti. Tra l’altro, ha scritto Barclays, “le interruzioni della produzione in Europa erano note, e Stellantis ha riconosciuto che ciò consentirà all’azienda di gestire i piani di produzione di novembre e dicembre in maniera efficiente, ottimizzando le dinamiche del capitale circolante (mantenendo al contempo una rigida disciplina sulle scorte)”.
Ma perché il mercato continua a essere così nervoso nei confronti delle azioni?
Barclays ha detto di ritenere che “il mercato sia particolarmente sensibile ai temi legati al capitale circolante netto (NWC), al rapporto produzione-wholesale rispetto a quello delle vendite/immatricolazioni, alle scorte dei concessionari e, in ultima analisi, al FCF ”. Questo, a causa dell’ “esperienza del terzo trimestre e del secondo semestre del 2024, quando le scorte eccessive presso i concessionari americani si sono tradotte in interruzioni della produzione e in forti sconti, con gli effetti sul FCF che sono stati esacerbati dalla struttura negativa del NWC (che ora si tradurrebbe in oscillazioni corrispondenti nel caso di espansione della produzione, tipicamente non riconosciute dal mercato in quanto parte del FCF strutturale”.
Stellantis, Equita SIM presenta i punti di forza ma anche i fattori anti-redditività
Occhio anche alla nota odierna di Equita SIM, che ha commentato le previsioni annunciate dal gruppo guidato da Filosa venerdì scorso, mettendo in evidenza i principali messaggi che sono emersi, in primis “ il fatturato del terzo migliore delle attese ”, ricordando comunque che il CMD è stato rinviato al secondo trimestre del 2026.
La SIM si è riferita a un rapporto “ price/mix/forex sostanzialmente neutrali, per cui il fatturato dovrebbe aggirarsi
intorno a 37 miliardi, ovvero in crescita di circa il 13% su base annua, come la crescita dei volumi comunicata venerdì”, facendo notare che “il dato è superiore all’attesa per il secondo semestre sia nostra (+10%) che di consensus (+9%) ”.
Equita ha tuttavia sottolineato anche che la redditività di Stellantis potrebbe essere penalizzata dai seguenti fattori:
- In Nord America la crescita arriva soprattutto dalle flotte (tipicamente meno profittevoli) che nell’anno 2025 potrebbero riavvicinare la soglia del 30% dei volumi, dopo essere stata molto più bassa nel primo semestre del 2025 (senza quantificarla).
• In Europa gli LCV (più profittevoli) hanno continuato a sottoperformare.
La SIM ha infine sottolineato che, “pur non fornendo indicazioni quantitative, al momento negli Stati Uniti non si è registrato un significativo aumento dei prezzi per compensare i dazi, in quanto dovranno essere calibrati per evitare problemi coi clienti e con la pressione competitiva”.
Ancora Equita: “Come noto, il rimbalzo in doppia cifra del fatturato nel terzo trimestre è agevolato dalla debole performance del secondo semestre del 2024, quando venne ridotta la produzione al fine di ridimensionare i magazzini dei concessionari, pieni di modelli vecchi”.
Detto questo, la nota confortante è che la SIM considera “ragionevole aspettarsi un ulteriore recupero dei volumi nel quarto trimestre anche per il lancio dei nuovi modelli, sapendo che i magazzini dei concessionari sono a un livello normale (in US intorno a 65 giorni”.
Si fa invece più lontano il catalyst del CMD, “ rinviato dal primo trimestre al secondo trimestre del 2026, alla luce delle recenti nomine di nuovi manager apicali che dovranno contribuire alla revisione della strategia di gruppo e in attesa che si chiariscano le regole sui dazi in US e i cambiamenti legislativi in Europa attualmente in discussione”.
Il trend delle azioni Stellantis, scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, rimane debole: le azioni hanno perso più del 9% nelle ultime cinque sessioni del listimo benchmark della borsa di Milano; il trend su base mensile è di un rialzo di appena l’1,9%, mentre negli ultimi tre mesi il titolo ha fatto appena -0,6%. YTD le azioni hanno perso quasi il 25%, mentre su base annua la performance è stata di una flessione quasi pari a -26%.
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