Perché l’Italia ha speso di più contro il rincaro energia

Violetta Silvestri

15 Ottobre 2022 - 15:56

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L’Italia è il Paese che più ha speso, rispetto al Pil, per combattere gli aumenti dei prezzi dell’energia: per quale motivo questo primato? Lo spiega un’analisi dell’Osservatorio Conti Pubblici.

Perché l’Italia ha speso di più contro il rincaro energia

In Italia la crisi energetica del 2022 è stata - e lo è ancora - profonda e il Governo Draghi è intervenuto per aiutare famiglie e imprese contro i rincari delle bollette di luce e gas.

In realtà, tutta l’Europa sta soffrendo per le scosse subite nelle forniture e nelle tariffe del gas e il prezzo da pagare è, un po’ ovunque, costi energetici per industrie e consumi quotidiani molto elevati rispetto alla norma.

Tuttavia, in uno studio dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani è emerso che il nostro Paese ha sborsato risorse più di ogni altro nel vecchio continente finora, con un rapporto di spesa/Pil maggiore. Perché l’Italia vanta questo primato negli interventi contro il caro energia? I motivi sono almeno due.

Italia prima in Europa per la spesa contro i rincari

Considerando il 2022 fino a oggi e il confronto con i maggiori Paesi europei, l’Italia si è posizionata al primo posto per l’entità di aiuti erogati dal Governo Draghi per combattere l’aumento dei prezzi energetici. A stimarlo è un’analisi dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani su dati del think tank Bruegel ed efficacemente sintetizzati in questa tabella:

Spese contro rincari dei principali Paesi europei Spese contro rincari dei principali Paesi europei In percentuale al Pil e divise in trimestri 2022

Da precisare che in questa grafica sono considerate solo le risorse stanziate e non promesse e che vengono, nello specifico, prese in esame queste tipologie di misure: interventi universali per l’abbattimento dei prezzi (taglio accise sui carburanti, sconti in bolletta), misure rivolte alle fasce più fragili (bonus erogati in base al reddito), misure a sostegno delle imprese (crediti di imposta o garanzie statali per favorire l’accesso al credito) e interventi diretti degli stati nell’industria energetica (rifinanziamenti e nazionalizzazioni).

L’Italia, come si legge, ha speso il 3,2% del Pil, quindi aiuti più consistenti rispetto alle altre nazioni.

Inoltre, nell’analisi più ampia di Bruegel è riscontrato che ci sono 8 Paesi con una spesa inferiore all’1% del Pil: Slovenia, Belgio e Norvegia (0,8%), Cipro (0,7) Estonia (0,5%), Svezia (0,3%), Finlandia e Irlanda (0,2%).

Come è possibile questa discrepanza, considerando che la crisi dell’energia ha colpito indistintamente l’intero continente? Ci sono almeno due spiegazioni secondo gli analisti dell’osservatorio.

Italia: più spesa contro il caro energia per 2 motivi

Innanzitutto, l’osservatorio si concentra sull’andamento dei prezzi energetici nei vari Paesi in esame. I costi all’ingrosso dell’energia elettrica non sono stati uguali per tutti e, quindi, il balzo in avanti ha avuto un peso differente, come è visibile in questo grafico:

Aumenti prezzi ingrosso energia elettrica Aumenti prezzi ingrosso energia elettrica principali Paesi europei a confronto

Il picco dei prezzi di Italia e Germania non è lo stesso di altri Stati. Gli esperti spiegano, per esempio, che la Spagna ha visto aumenti minori dell’elettricità perché ha avuto una maggiore diversificazione nelle forniture energetiche e ha introdotto un price cap nazionale sul gas. La Finlandia, invece, dipende poco dal gas per produrre elettricità.

Al contrario, l’Italia dipende di più dal gas - che è la materia prima che più è balzata nei mesi - per produrre energia elettrica visto che anche alcune centrali sono alimentate con questo combustibile. Da considerare anche che, ad esempio, la Germania sembrava avere contratti più favorevoli per il gas via pipeline dalla Russia.

In più, sottolineano gli analisti dell’osservatorio, “tra le altre ragioni che giustificano l’elevata spesa italiana c’è anche il fatto che in Italia è particolarmente importante l’industria manifatturiera, in buona parte energivora e “gasivora”...”

Potrebbe aver influito anche un aspetto politico, con un Governo di larghe intese come quello Draghi solitamente più propenso ad agire con interventi di spesa pubblica.

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