Perché l’euro dollaro è in rialzo? Motivi e previsioni

Violetta Silvestri

23 Maggio 2024 - 11:20

L’euro dollaro sale oggi grazie alla spinta di PMI in Eurozona migliori del previsto. Ma altri fattori possono ancora indebolire la valuta comunitaria. Cosa osservare? Le previsioni sull’EUR/USD.

Perché l’euro dollaro è in rialzo? Motivi e previsioni

L’euro dollaro sale e si mantiene sopra 1,0800 negli scambi mattutini europei. I dati provenienti dalla Germania e dall’Ue hanno mostrato che l’attività commerciale nel settore privato è cresciuta ad un ritmo accelerato a maggio, aiutando la valuta comunitaria a ritrovare la domanda.

I guadagni della coppia si inseriscono in un contesto complesso, nel quale la divergenza nella politica monetaria delle due principali banche centrali, la Fed e la Bce, rischia di impattare soprattutto sul mercato valutario.

Dopo che la Federal Reserve ha confermato l’incertezza sui tagli, pubblicando sui verbali che il costo del denaro resterà elevato più a lungo, il biglietto verde si è attestato vicino al massimo di una settimana giovedì, dopo aver registrato il maggior guadagno percentuale giornaliero di questo mese rispetto a un paniere di valute il giorno prima.

Tuttavia, un sentiment più ottimista sull’attività economica dell’Eurozona ha aiutato la coppia ad aumentare. L’EUR/USD è destinato a guadagnare ancora? Le previsioni sul cambio, con i riflettori accesi su Fed, Bce, tassi e crescita.

L’EUR/USD sale, ma tutto può cambiare per la coppia

L’attività commerciale del settore privato dell’Eurozona ha raggiunto il livello più alto dell’anno, suggerendo che la ripresa economica della regione sta prendendo piede. Con questi dati preliminari PMI più ottimisti sull’area, l’euro si è risollevato. Il contesto, comunque, sembra ancora essere favorevole al dollaro forte.

Osservando gli scambi, l’euro dollaro è in rialzo dello 0,16% a 1,0838 verso le ore 11.00 di stamattina. In una settimana, il cambio ha perso slancio e dal picco di 1,088 del 20 maggio ha seguito andamenti oscillanti ma sempre sotto tale soglia. Il confronto mensile, invece, è più favorevole. L’EUR/USD è passato dall’1,069 del 23 aprile all’1,084 di oggi, con un aumento dell’1,4%.

Il fattore che più sta influenzando la coppia è la cosiddetta divergenza tra Fed e Bce sul prossimo taglio dei tassi. Il discreto rimbalzo del dollaro degli ultimi giorni ha infatti coinciso con una performance generalmente positiva dei rendimenti statunitensi su diverse durate, poiché gli investitori hanno continuato ad anticipare che la Fed avrebbe iniziato il suo ciclo di allentamento a settembre, in contrasto con la possibilità della Bce avviare tagli dei tassi di interesse potenzialmente già a giugno.

Per quanto riguarda la Fed, lo strumento FedWatch del CME Group suggerisce una probabilità di quasi il 62% di tassi di interesse più bassi entro settembre. Non solo, “molti” membri del FOMC si sono chiesti se la politica fosse sufficientemente restrittiva come scritto nei verbali Fed.

Alcuni hanno addirittura ipotizzato la possibilità di rialzi del costo del denaro Usa. Questo sarebbe un forte driver al rialzo per il dollaro.

Secondo gli strateghi di ING, per il momento l’indice del biglietto verde potrebbe non riuscire a essere scambiato in modo sostenibile al di sopra di 105,0, “anche se non escludiamo un ulteriore graduale apprezzamento del dollaro nella pubblicazione del PCE statunitense del 31 maggio”.

Per quanto riguarda l’euro, gli analisti ING si soffermano sull’indice salariale negoziato dalla Bce. C’è una grande incertezza sul percorso della politica monetaria oltre giugno, e i dati sui salari tedeschi pubblicati ieri sono stati più forti del previsto. Per il rilascio di oggi, le aspettative [sui salari] sono per un altro calo rispetto al 4,5% trimestre su trimestre del quarto trimestre del 2023. Ciò può sicuramente spostare l’ago della bilancia delle scommesse sui tagli della BCE oltre giugno.

E avere un impatto sull’euro. Per FXstreet, guardando al futuro, i fondamentali economici relativamente contenuti nell’Eurozona, insieme alla resilienza dell’economia statunitense, supportano la narrativa in corso di divergenza politica Fed-Bce e propendono verso un dollaro più forte nel lungo termine, soprattutto considerando la crescente probabilità che la Bce riducendo i tassi ben prima della Fed. Considerata questa prospettiva, nel medio termine andrebbe considerata la possibilità di un’ulteriore debolezza del cambio EUR/USD, hanno evidenziato gli analisti.

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