Perché l’arrivo di una recessione negli USA è sempre più certo

Claudia Cervi

11 Settembre 2023 - 14:24

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Il rallentamento dell’inflazione e la resilienza del mercato del lavoro non bastano per evitare la recessione. Un’economista ex di Goldman Sachs spiega il motivo.

Perché l’arrivo di una recessione negli USA è sempre più certo

Negli Stati Uniti si fa strada l’ombra di una possibile recessione. A sostenere questa tesi è Abby Joseph Cohen, la rinomata ex capo stratega di Goldman Sachs. Una visione che, nonostante la sua autorevolezza, si scontra frontalmente con la nuova previsione della banca, che ha drasticamente ridotto la probabilità di una recessione nell’arco di 12 mesi al 15%. Tale revisione al ribasso si fonda sull’attenuarsi dell’inflazione e sulla tenacia del mercato del lavoro, mentre si profila l’ipotesi che la Federal Reserve sospenda gli incrementi dei tassi di interesse alla fine di quest’anno, per poi procedere con tagli nel secondo trimestre del 2024.

Nonostante la competenza di Cohen nel campo strategico-finanziario, emerge una marcata divergenza di vedute tra la sua previsione e quella della stessa istituzione per la quale ha prestato servizio. Una discrepanza che alimenta incertezza sul futuro economico degli Stati Uniti.

Recessione più probabile ora rispetto a 18 mesi fa

Cohen è convinta che le probabilità di una recessione economica siano aumentate rispetto a quelle di 18 mesi fa. In quel periodo, la Federal Reserve aveva avviato una campagna di aumento dei tassi di interesse per frenare l’inflazione. Tuttavia, l’economia aveva dimostrato una notevole resilienza, sostenuta da un robusto settore dei consumi alimentato dai risparmi accumulati, dagli stimoli governativi e dalla sospensione dei rimborsi dei prestiti studenteschi durante la pandemia. Il mercato del lavoro era rimasto sorprendentemente robusto. Tuttavia, ora Cohen osserva che i venti favorevoli si sono indeboliti. Ciò non implica una recessione imminente, ma indica una situazione meno agevole rispetto a quanto si fosse potuto immaginare 18 mesi fa.

L’incertezza per le elezioni presidenziali

Cohen mette in guardia sul fatto che prevedere l’economia statunitense nei prossimi 12-18 mesi sarà una sfida maggiore. Le questioni politiche sollevate dalle elezioni presidenziali potrebbero gettare ombre di incertezza sulle prospettive future dell’economia. In particolare, la scadenza del 30 settembre per l’approvazione di un nuovo bilancio federale potrebbe essere motivo di crisi. Cohen sottolinea che, nonostante le trattative in corso, potrebbe sorgere attrito all’interno del Congresso, con conseguenze difficili da quantificare se non si raggiungerà un accordo. Temi cruciali, come il destino dei pagamenti della previdenza sociale e la percezione globale degli Stati Uniti, entrano in gioco. Dopo lo stallo sul tetto del debito all’inizio dell’anno, il Congresso rischia di apparire nuovamente disfunzionale, con impatti che vanno oltre il puramente economico, influendo sul dollaro e sul Tesoro.

Una corsa contro il tempo

Il tempo stringe: i fondi per il governo federale potrebbero esaurirsi entro la fine di settembre. La Casa Bianca ha già lanciato l’appello al Congresso affinché approvi una «risoluzione continua» a breve termine per evitare il quarto shutdown in un decennio. È fondamentale evitare che la politica prenda il sopravvento sull’economia, in un momento in cui la stabilità è più preziosa che mai. Il precedente shutdown del governo, durato dal dicembre 2018 a gennaio 2019, è stato un monito di quanto possano essere gravi le conseguenze di una paralisi politica.

In conclusione, mentre una recessione potrebbe non essere la premessa principale per molti osservatori e analisti, è innegabile che l’incertezza economica sta crescendo. Le parole di Cohen ci richiamano all’importanza di affrontare le sfide politiche con responsabilità e tempestività. La stabilità economica degli Stati Uniti, e di conseguenza del mondo intero, dipende dalla capacità del Congresso di superare le divisioni e agire nell’interesse comune.

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