L’Italia è tra i principali mercati del gioco d’azzardo in Europa, con numeri record di spesa e partecipazione. Scopri perché e cosa si nasconde dietro questo fenomeno.
Gli Italiani hanno un problema con il gioco d’azzardo. È inutile nascondersi dietro a un dito, bisogna ammetterlo.
I dati parlano chiaro: infatti, secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Nazionale, ben 148 miliardi di euro sono stati spesi per il gambling nel 2023, una cifra in forte espansione rispetto all’anno precedente, in cui si era registrata una spesa totale di 136 miliardi.
D’altronde, questo aumento sostanziale è in linea con il trend in crescita negli ultimi anni e si stima che a fine 2025 la somma potrebbe aver superato i 160 miliardi di euro. L’andamento in questione evidenzia al meglio il crescente interesse dei nostri connazionali verso il mondo delle slot machine, delle scommesse e di tutto ciò che vi è collegato, tanto che ormai scommettere sembra sia diventato quasi una moda.
Con questo discorso l’intento non è di demonizzare il gioco d’azzardo ma, allo stesso tempo, è cruciale soffermarsi su quegli aspetti che inevitabilmente costituiscono un problema; dalle regole spesso poco rispettate (tanti giocatori sono minorenni) fino ai casi peggiori in cui, da un semplice vizio, si passa a una vera e propria dipendenza.
Ma come mai gli italiani giocano così tanto, spesso fino all’eccesso? Perché è così difficile smettere? E ancora, la “colpa” è tutta dei giocatori oppure le aziende sono diventate troppo scaltre nel coinvolgere i propri clienti intrappolandoli così in dei loop senza fine?
Vediamo quali sono le motivazioni alla base di tutto questo.
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Dal vizio alla dipendenza: quando il gioco diventa ludopatia
Il gioco d’azzardo inizia spesso come un passatempo occasionale ma, in alcuni casi, si trasforma in una vera e propria dipendenza nota come ludopatia.
Quest’ultima è una patologia a tutti gli effetti, classificata anche nel DSM-5 (il manuale diagnostico-statistico dei disturbi mentali) come disturbo da gioco d’azzardo, una condizione simile alla dipendenza dalle sostanze, poiché coinvolge gli stessi circuiti cerebrali: quelli relativi ai meccanismi della ricompensa.
Quando una persona gioca, infatti, il suo cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla gratificazione. Le vincite, anche se occasionali, rinforzano il comportamento spingendo l’individuo a giocare di nuovo, ancora e ancora.
Con il tempo, il cervello si abitua e, di conseguenza, ha bisogno di esperienze sempre più intense e frequenti per ottenere la stessa sensazione di eccitazione che prima appagava l’individuo, ed è quindi semplice sfociare nel gioco compulsivo.
La ludopatia è definita nel DSM-5 come “un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che compromette le attività personali, familiari o lavorative”.
Tra i sintomi più ricorrenti ci sono sicuramente:
- l’aumento della frequenza di gioco e delle somme giocate
- la tendenza a giocare di più per recuperare il denaro perso
- mentire, sminuire o nascondere le proprie abitudini di gioco
- la difficoltà a smettere, anche di fronte a problemi economici o di altro genere
La psicologia alla base del gioco d’azzardo
Come sempre, quando dobbiamo dare delle spiegazioni logiche al comportamento umano (soprattutto quando è di per sé difficile da comprendere) ci corre in aiuto la psicologia.
Ecco quali sono le motivazioni psicologiche principali alla base del gioco d’azzardo e, soprattutto, perché si tende a esagerare così facilmente.
Il ruolo dei bias cognitivi
I bias cognitivi sono degli errori di giudizio sistematici che vanno a distorcere i processi decisionali dell’individuo, con effetti importanti sulle sue scelte.
In parole più semplici, possiamo intendere il bias come una sorta di limite mentale che, inconsapevolmente e a livello irrazionale, ci spinge verso un comportamento specifico.
Queste distorsioni del pensiero hanno un ruolo importante nella costruzione delle dipendenze e ci aiutano nello spiegare come mai l’essere umano cade così facilmente nel gioco d’azzardo eccessivo.
Bias della fallacia del giocatore
Il bias della fallacia del giocatore è un errore logico molto diffuso e davvero influente nelle dinamiche di gioco prolungato.
Questo riguarda l’errata convinzione da parte dello scommettitore nel credere che, a livello probabilistico, dopo una serie di perdite debba arrivare per forza una vincita.
Ovviamente, questo non è vero. Un evento casuale, infatti, non ha più probabilità di verificarsi solo perché non è avvenuto per un certo periodo di tempo; le probabilità rimangono sempre le stesse.
Le persone che risentono dell’influenza di questo bias sono molte e questo le spinge a giocare più del dovuto e, spesso, a perdere molti soldi.
Bias dell’illusione del controllo
L’illusione del controllo è un fenomeno psicologico che riguarda la convinzione delle persone di poter influenzare un evento che, in realtà, è determinato solo dal caso.
Questo bias è piuttosto comune nel gioco d’azzardo dove i giocatori tendono a sviluppare delle convinzioni irrazionali o ad adottare gesti simili a dei rituali.
Alcuni esempi possono essere il pensare che premere il bottone di una slot modifichi il risultato, oppure che scegliere personalmente i numeri da giocare influenzi le probabilità di vincita.
Effetto Near-miss e bias di disponibilità
Questi, sono altri due aspetti molto radicati nei meccanismi cognitivi di un individuo e sono fortemente responsabili dell’aumento della frequenza di gioco.
L’effetto near-miss può essere descritto come quella sensazione del “ci stavo quasi”, o “ci è mancato poco” e ci spinge a riprovare senza fine.
Il bias della disponibilità, invece, porta le persone a valutare la probabilità di un evento in base alla facilità con cui si riesce a ricordare di esempi inerenti.
Nelle dinamiche di gioco d’azzardo, ad esempio, eventuali vincite (anche se rare) rimarranno molto impresse nei ricordi del giocatore (rispetto alle perdite) e, di conseguenza, saranno decisive nella scelta di continuare a giocare.
La psicologia utilizzata dai fornitori del gioco
Bias cognitivi e distorsioni di pensiero del giocatore, però, non sono gli unici fattori che alimentano il rischio di dipendenza.
Infatti, le aziende che operano nel settore del gambling investono sempre più risorse nello studio del comportamento umano, sviluppando così strategie di marketing e design innovativi capaci di sfruttare le vulnerabilità psicologiche dei giocatori.
Questa strategia le consente di massimizzare il coinvolgimento e prolungare il tempo di gioco, aumentando allo stesso tempo i profitti.
Ecco quali sono gli aspetti più approfonditi e sfruttati dalle imprese del settore.
Intermittenza della ricompensa (rinforzo variabile)
Durante il gioco il cervello umano si abitua a ricevere delle ricompense in maniera casuale, incentivando così la ripetizione del comportamento.
A differenza delle ricompense fisse, dove un’azione porta sempre allo stesso risultato, in queste situazioni di rinforzo variabile i premi (le vincite) arrivano in maniera imprevedibile e, agendo sul rilascio di dopamina, incentivano il giocatore a continuare a giocare.
Utilizzo della gamification
Con il termine gamification (in italiano ludicizzazione) ci riferiamo all’insieme di elementi appartenenti al mondo dei videogiochi che viene utilizzato, però, in un contesto differente.
Nel gioco d’azzardo, la gamification viene utilizzata per aumentare il coinvolgimento del giocatore e far sì che le sue partite durino più a lungo.
Ad esempio, molte slot machine utilizzano sistemi di punti, livelli, personaggi e progressi sbloccabili, proprio come nei videogiochi, spingendo l’utente a continuare l’interazione per raggiungere i vari traguardi.
Struttura dei casinò fisici
Avete mai notato che i casinò, le sale slot e in generale tutti gli ambienti in cui si gioca d’azzardo hanno un design particolare e una struttura simile?
Non è un caso, infatti, ogni minimo dettaglio di questi posti è studiato per massimizzare il coinvolgimento del giocatore ed eliminare le distrazioni esterne.
Nei casinò, ad esempio, uno degli elementi più particolari (che solo i più attenti avranno notato) è l’assenza di finestre e orologi, con l’obiettivo di far perdere al giocatore la percezione del tempo trascorso all’interno.
Anche la disposizione degli spazi è strategica. Questi posti, infatti, sono dotati di percorsi labirintici che disorientano i visitatori e li costringono a passare vicino alle slot e ai tavoli più redditizi prima di raggiungere l’uscita o altri servizi.
Infine, anche l’utilizzo di suoni, colori, luci ed elementi visivi particolari gioca un ruolo fondamentale nel creare un’atmosfera di eccitazione e coinvolgimento. Nulla, quindi, è lasciato al caso.
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