Perché l’attacco al Cremlino ci può avvicinare a una guerra nucleare

Alessandro Cipolla

5 Maggio 2023 - 08:32

Alta tensione dopo l’attentato al Cremlino: la controffensiva ucraina è imminente ma, se coinvolgerà anche il territorio russo, sarà alto il rischio di una guerra nucleare.

Perché l’attacco al Cremlino ci può avvicinare a una guerra nucleare

L’incubo di una guerra nucleare è sempre più vicino a materializzarsi. L’attacco al Cremlino ha infuocato ancor di più, se possibile, gli animi dei belligeranti e dei loro alleati ma, come ha spiegato Yevgeny Prigozhin leader del gruppo Wagner, rispondere con armi atomiche a un drone “è fuori discussione”.

L’attentato contro la cittadella simbolo del potere di Mosca però non è un atto destinato a scivolare via senza lasciare traccia, anche se le dinamiche e le responsabilità ancora sono tutte da chiarire. Nelle scorse ore la Russia ha attaccato in maniera massiccia le principali città dell’Ucraina, mentre il drone che è stato intercettato nelle vicinanze del palazzo presidenziale a Kiev alla fine si è rivelato essere un mezzo ucraino di cui è stato perso il controllo.

I fatti del Cremlino però ci svelano un fatto relativamente nuovo: le forze ucraine, a patto che siano state loro, possono colpire grazie alle armi fornite dall’Occidente il territorio russo, come dimostrano anche i due droni che hanno bersagliato nelle scorse ore due raffinerie nella Regione di Rostov e di Krasnodar.

Da qui i timori per una guerra nucleare: quando inizierà la tanto evocata controffensiva di Kiev, a patto che l’Europa fornisca le munizioni promesse con Bruxelles ora pronta a utilizzare i fondi del Pnrr pur di mantenere la parola data a Zelensky, il conflitto se queste sono le premsse potrebbe coinvolgere in maniera sempre maggiore anche il territorio russo.

Se così fosse, Mosca potrebbe sentirsi autorizzata a utilizzare tutte le armi a propria disposizione - comprese quelle atomiche - dando il via così a una guerra nucleare catastrofica non solo per l’Ucraina, ma per il mondo intero.

Perché si torna a parlare di una guerra nucleare

Nelle caotiche ore successive all’attacco al Cremlino, il Pentagono ha riferito di ritenere “molto improbabile” che la Russia per tutta risposta possa utilizzare delle armi atomiche; in precedenza però alcune cancellerie occidentali hanno evocato il rischio di una guerra nucleare.

Il perché si stia tornando a parlare di una guerra nucleare è presto detto: nei mesi scorsi Vladimir Putin ha firmato un documento che esplica la sua dottrina di deterrenza nucleare. In base a quanto messo nero su bianco dal presidente, Mosca si riserva la possibilità di adoperare armi atomiche in caso di “minacce all’esistenza della Russia” e alla “sovranità e integrità territoriale dello Stato”.

In parole povere se la controffensiva ucraina dovesse coinvolgere il territorio russo - teoricamente compreso quello annesso dopo i referendum farsa e la Crimea - allora Putin potrebbe sentirsi in diritto di oltrepassare la linea rossa atomica magari utilizzando una delle migliaia armi tattiche nucleari a sua disposizione.

In teoria la Russia, senza scomodare le armi nucleari, potrebbe colpire anche domani il palazzo presidenziale ucraino con uno dei missili ipersonici in dotazione - Zircon o Kinzhal - che sono praticamente intercettabili vista la velocità con cui viaggiano.

In conclusione l’Ucraina ha tutto il diritto - se non il dovere - di difendersi di fronte all’invasione russa ma, al tempo stesso, l’Occidente che ormai è parte in causa del conflitto sarebbe incauto e superficiale se non tenesse bene in considerazione i tanti rischi dello scoppio di una guerra nucleare o mondiale: vista la totale mancanza di un canale diplomatico, al momento probabilmente non si sta facendo tutto il possibile per arrivare a un cessate il fuoco e un giorno, forse, qualcuno dovrà fornire delle spiegazioni a riguardo.

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