L’interruzione di AWS che detiene il 30% del mercato dei servizi cloud ha paralizzato centinaia di servizi digitali globali, evidenziando i rischi di un’eccessiva dipendenza da un singolo provider.
Nella mattinata di oggi, 20 ottobre 2025, un’interruzione di Amazon Web Services, il colosso del cloud computing che detiene circa il 30% del mercato mondiale, ha mandato offline simultaneamente decine di servizi in tutto il pianeta.
Gli effetti si sono propagati a cascata su scala globale. In Italia, ad esempio, piattaforme come Canva, Perplexity, Roblox e Snapchat sono diventate improvvisamente inaccessibili. Anche realtà come l’Agenzia delle Entrate, Poste Italiane e vari operatori di telecomunicazioni hanno registrato problemi, dimostrando la portata della dipendenza da AWS in tutti i settori, sia pubblici che privati.
Questo episodio dimostra quindi che quando un provider cloud dominante si blocca, le conseguenze sono immediate e trasversali e che le aziende che affidano l’intera infrastruttura a un solo fornitore si trovano prive di accesso ai dati, con servizi offline e nessuna capacità di intervento autonomo, con l’intera operatività nelle mani del provider e dei suoi tempi di ripristino. Ecco tutti i rischi per le imprese.
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Chi sono i principali fornitori globali di infrastrutture cloud
Nel primo trimestre 2025, Amazon Web Services guida il mercato dell’infrastruttura cloud con circa il 30% della quota globale, seguita da Microsoft Azure che detiene circa il 20% e Google Cloud con il 13%. Questi tre colossi da soli controllano oltre il 60% dell’intero mercato mondiale. A distanza seguono realtà come Alibaba Cloud con circa il 4% e Oracle con il 3%.
Tale concentrazione implica inevitabilmente che gran parte delle operazioni digitali globali, dal commercio online ai servizi finanziari, fino alla sanità e alla pubblica amministrazione, dipenda da pochi provider. È una scelta razionale per molte imprese dal momento che grandi gruppi come Amazon o Microsoft offrono infrastrutture efficienti a costi competitivi. Tuttavia, la logica economica della concentrazione porta con sé un rischio sistemico crescente.
Quando un fornitore che serve migliaia di aziende si ferma, l’impatto si propaga ovunque. Un singolo guasto in un data center può paralizzare simultaneamente siti, applicazioni e servizi pubblici e bastano poche ore di inattività per bloccare interi settori.
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I rischi di affidarsi a un solo provider cloud
Affidarsi a un solo provider cloud può quindi sembrare, in prima battuta, una scelta pratica, specie per le aziende di dimensioni medio-piccole: un unico interlocutore, gestione semplificata e costi ridotti. Ma questa comodità può trasformarsi in una trappola di dipendenza dai rischi incontrollabili.
- Il primo rischio è tecnico e operativo: se il provider va in difficoltà, come è avvenuto oggi con AWS, anche le aziende clienti si fermano e possono trovarsi improvvisamente prive di accesso a dati, applicazioni o infrastrutture di rete senza alternative immediate o la possibilità di riattivare i servizi altrove.
- Il secondo rischio è il cosiddetto vendor lock-in. Una volta che i processi aziendali sono costruiti attorno a uno specifico ecosistema cloud, la migrazione verso un altro provider può diventare complessa e costosa, sia in termini economici sia di tempo e risorse. Questo vincolo rende difficile cambiare rapidamente strategia in caso di bisogno.
- Il terzo rischio riguarda poi la percezione pubblica. Quando un’app o un servizio smette di funzionare, gli utenti non distinguono tra un problema del provider e quello dell’azienda: il danno d’immagine ricade sul brand. Anche un guasto temporaneo può compromettere la fiducia dei clienti, oltre a generare perdite economiche dirette.
Affidarsi a un solo provider, dunque, vuol dire dipendere dalle sue scelte e dai suoi tempi di ripristino, il che significa che la capacità dell’azienda di reagire rapidamente in caso di emergenza è in gran parte fuori dal suo controllo.
Per tutte queste ragioni, una strategia che preveda una diversificazione controllata (ad esempio un approccio multi-cloud o una combinazione di provider primario e secondario) può rappresentare per le imprese una scelta necessaria non solo in termini tecnologici, ma anche nell’ottica di preservare la continuità operativa e l’immagine del business.
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