Perché i Verdi in Italia non riescono a sfondare?

Alessandro Cipolla

3 Ottobre 2019 - 10:00

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Mentre in tutta Europa sono in forte ascesa, in Italia invece i Verdi faticano a superare la soglia di sbarramento nonostante la grande attenzione che al momento c’è sulla tematica ambientale. Il Motivo? Manca una Greta italiana.

Perché i Verdi in Italia non riescono a sfondare?

Se il tema ambientale fino a poco tempo fa era considerato poco mainstream e bollato come una problematica da “fricchettoni”, adesso con l’inizio della battaglia portata avanti dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg contro il climate change l’argomento è diventato centrale anche nel dibattito politico.

Non deve meravigliare quindi la forte crescita dei partiti ambientalisti in buona parte dei paesi europei, tanto che in Germania i Grüne stando ai sondaggi sarebbero al momento in lotta con il CDU di Angela Merkel per la palma di primo partito.

In Italia invece i nostri Verdi da sempre sono ai margini del palcoscenico politico, tanto da non essere riusciti a superare la soglia di sbarramento sia alle ultime elezioni politiche che alle europee, dove comunque c’è stata una ripresa mentre stando agli ultimi sondaggi politici ci sarebbe un nuovo calo.

Perché nel nostro Paese i Verdi non riescono a sfondare? Come per tutte le cose non c’è un soltanto un motivo per questo stallo, ma si potrebbe parlare di un mix di errori politici come l’appiattimento verso l’estrema sinistra e la cronica mancanza di un leader.

Volano i Verdi in Europa

Alle ultime elezioni europee si faceva un gran parlare prima del voto della forte crescita della destra. Chi invece alle urne si è migliorato di molto sono stati i Verdi, passati dai 51 eurodeputati della scorsa legislatura agli attuali 71.

Merito soprattutto dell’exploit dei Grüne in Germania dove sono indicati stabilmente oltre al 20%, ma anche dei Les Verts in Francia, dei Pirati in Repubblica Ceca e del Partito Nazionale Scozzese.

In Austria alle elezioni parlamentari di fine settembre i Verdi sono saliti fino al 12,4%, tornando così nel Consiglio Nazionale dopo che nel voto del 2017 non erano riusciti a superare la soglia di sbarramento.

Sondaggi positivi per i Greens anche nel Regno Unito, dove gli ambientalisti starebbero sempre più sottraendo voti ai Laburisti mentre in Finlandia i Verdi sono un forte partito di governo.

La situazione in Italia

In Italia la Federazione dei Verdi è nata duranta la fine degli anni ‘80, collocandosi fin da subito all’interno della coalizione di centrosinistra e cambiando ultimamente la denominazione in Europa Verde.

Proprio con questo nome si è presentata, insieme a Possibile di Pippo Civati, alle ultime europee dove la lista ha preso un lusinghiero 2,29% che però non è stato sufficiente per superare la soglia di sbarramento del 4%.

Alle politiche del 2018 invece per i Verdi fu una autentica Caporetto: zero parlamentari eletti con la Lista Unione fatta insieme ai Socialisti e ad Area Civica e facente parte della coalizione di centrosinistra che non è riuscita ad andare oltre un deludente 0,6%.

Risultati simili anche alle elezioni politiche del 2013 e del 2008, quando i Verdi si presentarono rispettivamente con Rivoluzione Civile e Sinistra Arcobaleno rimanendo sempre fuori dal Parlamento.

Uno dei grandi errori del partito sarebbe quindi quello di essersi negli ultimi anni troppo appiattito verso le posizioni della sinistra, tanto che i risultati migliori sono arrivati alle varie europee quando si è presentata per conto proprio.

In Europa le varie forze politiche ambientaliste pur sempre gravitando nell’area del centrosinistra sono comunque alternative alla sinistra e ai Socialisti, stringendo con loro degli accordi di governo soltanto post voto.

Altro problema è la mancanza di un leader capace di emergere a livello mediatico sui social e in televisione, cavalcando le tematiche ambientaliste (di recente finite appannaggio tutte dei 5 Stelle) che ultimamente sono al centro del dibattito politico.

Attualmente il coordinatore nazionale è Angelo Borrelli ma negli ultimi tempi si è avvicinata molto al partito Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente e attuale deputata indipendente eletta tra le file di Liberi e Uguali.

Una figura quella della Muroni di spessore e che potrebbe far emergere i Verdi, un partito che in Italia potrebbe fare grande presa tra i giovani, specie nel caso si dovesse dare il voto anche ai sedicenni, ma che invece non riesce a decollare.

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