Perché Salvini lo chiamano “Capitano”? Come è nato il soprannome del leader della Lega

Alessandro Cipolla

29 Maggio 2019 - 16:11

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Matteo Salvini ormai per tutti i suoi tanti fans è il “Capitano”: la storia di come è nato questo soprannome e perché i sostenitori del leader della Lega lo chiamano così.

Perché Salvini lo chiamano “Capitano”? Come è nato il soprannome del leader della Lega

O Capitano! Mio Capitano!”. Niente poesie, ricordi cinematografici oppure riferimenti calcistici, ormai in Italia quando si parla del “Capitano” subito viene in mente la figura più amata e odiata del momento: quella di Matteo Salvini.

Questa volta però alla radice del soprannome affibbiato al leader della Lega, con il quale ormai lo chiamano in maniera affettuosa tutti i suoi fans, non ci sarebbe una caratteristica fisica, familiare o caratteriale, ma un mero calcolo comunicativo.

Ma perché a Matteo Salvini lo chiamano allora il “Capitano”? Tutto nasce da una semplice, ma geniale, intuizione di Luca Morisi l’autentico deus ex machina del successo politico del ministro e vice premier.

Perché Salvini è chiamato “Capitano”

Prima di entrare dentro ai meccanismi che hanno portato alla nascita del “Capitano”, la Treccani ci può venire incontro con una delle definizioni data per la parola “soprannome”.

Il soprannome, che risponde a esigenze di concretezza e a ricerca di espressività, spesso scherz. e iron., ha sempre un significato trasparente, alludendo per lo più a caratteristiche fisiche della persona cui è riferito (per es., il Rosso, la Bionda, il Moro e il Morino, il Barbarossa, dal colore dei capelli e del pelo; il Lungo, il Magro, dalla corporatura; il Guercio, lo Storpio, lo Sciancato, lo Sfregiato, da imperfezioni), a particolari attitudini e qualità (per es., il Gatto, la Volpe, e altri nomi di animali assunti a simbolo di doti e difetti; il Mangia, il Trinca, derivati dai rispettivi verbi; talora consiste in una locuz., come Testa di ferro), al luogo di nascita o di provenienza (per es., la Romanina, la Toscanina, il Marsigliese), a circostanze varie (Senzaterra, ecc.).

In merito a Matteo Salvini nessuna di queste provenienze può essere presa come spiegazione del suo soprannome, visto che il termine “Capitano” non si riferisce a una sua caratteristica fisica, attitudine o provenienza geografica.

Neanche dal punto di vista lavorativo sembrerebbero esserci spiegazioni visto che, oltre al politico e al giornalista con Radio Padania, non risultano altre occupazioni. Salvini ha fatto però il militare, ma difficile che possa aver raggiunto tale rango nell’Esercito.

Leggenda vuole che nel gennaio 1994 quando nacque Forza Italia, un abile comunicatore come Silvio Berlusconi abbia compiuto prima varie indagini per trovare il nome che più potesse far presa tra la gente per il suo nuovo partito.

Una cosa simile dovrebbe essere successa anche per nascita del soprannome “Capitano” per Matteo Salvini, la cui paternità viene da tempo riconosciuta al suo spin doctor Luca Morisi che, fin da quando il ministro è diventato segretario della Lega, ne cura la comunicazione.

Se quando Forza Italia vide la luce il mezzo mainstream per eccellenza era la televisione, adesso il piccolo schermo è stato affiancato, se non superato, dal web e dal vorticoso mondo dei social.

Ecco dunque che tempo fa sempre più post di pagine Facebook, vicine alla Lega, hanno iniziato ad accompagnare al volto di Matteo Salvini il nomignolo di “Capitano”. A forza di leggerlo, con il tempo i follower del vice premier hanno così fatto loro questo soprannome.

A cosa può servire la ricerca di un nomignolo per un politico è di facile intuizione: in un periodo dove è molto forte l’antipolitica, questo può servire a far sembrare un leader più vicino al suo popolo, come se fosse “uno di loro” e non uno della “casta”.

Sui motivi della scelta del “Capitano” come soprannome da dare a Salvini vige ancora il mistero. Quello che appare certo è che, come nel caso di Forza Italia, alla base ci sia stata una sorta di ricerca di mercato: se però negli anni ‘90 il target a cui rivolgersi era il pubblico televisivo, nel nuovo millennio è quello dei social. Tempora mutantur, nos et mutamur in illis.

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