Pensioni di vecchiaia e anticipate, novità e nuovi importi ufficializzati dall’Inps

Simone Micocci

14 Marzo 2024 - 09:34

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Pensioni, l’Inps ufficializza le novità per le opzioni di vecchiaia e anticipata. Ecco cosa cambia.

Pensioni di vecchiaia e anticipate, novità e nuovi importi ufficializzati dall’Inps

Con la circolare n. 46 del 2024, l’Inps ha ufficializzato le novità per pensione di vecchiaia e anticipata introdotte dall’ultima legge di Bilancio.

Novità che incidono su coloro che hanno in programma di andare in pensione nel 2024, ma anche nei prossimi anni, rivedendo i criteri di accesso alla misura. In particolare, le novità confermate dall’Inps interessano i lavoratori che rientrano interamente nel regime contributivo, ossia chi ha contributi maturati esclusivamente dopo l’1 gennaio 1996.

Per loro, infatti, tanto per la pensione di vecchiaia quanto per l’opzione contributiva di quella anticipata, è richiesto anche un requisito economico oltre a quello anagrafico e contributivo: in poche parole, serve che al momento del pensionamento l’importo maturato abbia raggiunto una soglia minima.

Ed è proprio su questo requisito economico che è intervenuta la legge di Bilancio 2024, avvantaggiando alcuni lavoratori a svantaggio di altri.

Circolare numero 46 del 13-03-2024
Clicca qui per scaricare il documento.

Le novità per la pensione di vecchiaia

Con la circolare n. 46 appena pubblicata, l’Inps torna sulle modifiche effettuate in legge di Bilancio riepilogando cosa cambia per chi ha in programma di andare in pensione nel 2024 o nei prossimi anni.

La prima novità si applica per la pensione di vecchiaia: fermo restando un requisito anagrafico di 67 anni (confermato almeno fino al 2027) e uno contributivo di 20 anni, per coloro ai quali il primo accredito contributivo decorre dall’1 gennaio 1996 viene rivisto il requisito contributivo.

Infatti, fino allo scorso anno bisognava aver raggiunto una pensione almeno pari a 1,5 volte il valore dell’Assegno sociale. Dal 2024 è sufficiente aver raggiunto un importo pari all’Assegno sociale stesso che quest’anno ha un valore pari a 534,41 euro.

Di fatto, tenendo conto delle regole di calcolo previste dal regime contributivo, con 20 anni di contributi si raggiunge questo importo avendo percepito in media uno stipendio lordo di circa 18 mila euro l’anno.

L’Inps ha poi ribadito che nei confronti delle lavoratrici madri continua a essere applicato il “bonus contributivo” disciplinato dalla legge n. 335 del 1995 (articolo 1, comma 40, lettera C), il quale riconosce alla lavoratrice la possibilità di anticipare l’età di accesso alla pensione di vecchiaia di 4 mesi per ogni figlio fino al massimo di 1 anno. In alternativa queste possono optare per un calcolo di pensione più favorevole, in quanto per trasformare il montante contributivo in pensione si utilizza un coefficiente maggiorato di 1 anno in caso di uno o due figli, di 2 anni in caso di tre o più figli.

La pensione anticipata contributiva

Per i contributivi puri è prevista un’opzione riservata della pensione anticipata, il cui diritto nel 2023 si raggiungeva all’età di 64 anni con 20 anni di contributi e una pensione almeno pari a 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale.

Con la legge di Bilancio 2024 viene reso più severo questo requisito portando la soglia a 3 volte il suddetto valore. Ma non per tutti: nel caso delle lavoratrici madri di un figlio il requisito economico non subisce variazioni, mentre per quelle con almeno due figli si scende persino a 2,6 volte.

A tal proposito, nel 2024 per ricorrere a questa opzione per anticipare l’accesso alla pensione di 3 anni, è necessario aver maturato un assegno almeno pari a:

  • 1.603,23 euro per la generalità dei lavoratori;
  • 1.496,35 euro per le lavoratrici con un figlio;
  • 1.389,46 euro per le lavoratrici con almeno due figli.

Inoltre, per quanto riguarda l’opzione contributiva della pensione anticipata, l’assegno decorre trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti (la cosiddetta finestra mobile).

Bisogna inoltre ricordare che per coloro che accedono a questa opzione di pensionamento l’assegno percepito non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente. Solamente al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (al compimento dei 67 anni quindi) verrà accreditata l’eventuale importo residuo.

Nel dettaglio, considerando il valore attuale del trattamento minimo, ne risulta che per chi va in pensione quest’anno grazie a questa opzione l’importo massimo accreditabile è pari a 2.993,05 euro (lordi).

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