Pensioni, stop Fornero in Parlamento

Simone Micocci

3 Dicembre 2025 - 09:47

Lo stop alla legge Fornero - ma solo per la parte che adegua i requisiti per la pensione con l’aumento delle speranze di vita - arriva in Parlamento. Cosa può succedere?

Pensioni, stop Fornero in Parlamento

La Lega ci riprova, vuole lo stop alla legge Fornero per la parte che prevede l’adeguamento dell’età pensionabile con le speranze di vita già per il 2027 attraverso un incremento iniziale di 1 mese al quale se ne aggiungeranno altri 2 a partire dal 2028.

Un aumento che per il momento non si applica solamente per coloro che hanno svolto lavori gravosi o usuranti - per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno la metà della vita lavorativa, e nemmeno per tutti: al pari di questa condizione, infatti, serve aver maturato almeno 30 anni di contribuzione. Di fatto, per chi ha svolto sì lavori particolarmente faticosi ma raggiunge appena i 20 anni di contributi richiesti per la pensione di vecchiaia, l’età di accesso sarà sempre di 67 anni e 1 mese, 67 anni e 3 mesi dal 2028.

Da parte della Lega, che fin da quando venne annunciata la notizia di un possibile aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027 si è esposta dicendo di voler bloccare l’adeguamento previsto dalla legge Fornero, non c’è soddisfazione per quanto (non) fatto dalla legge di Bilancio ed è per questo che tra gli emendamenti presentati al Senato ce ne sono diversi che richiamano questi aspetti, con la speranza che possa esserci la volontà politica di bloccare del tutto l’aggiornamento dei requisiti per la pensione.

E non è tutto, perché ricordiamo che nel frattempo la manovra cancella - o meglio non conferma - anche le uniche due misure di flessibilità alternative alla Fornero, Quota 103 e Opzione Donna. Anche su queste si sta cercando di fare il possibile per un ripristino almeno per il 2027.

La sensazione comunque è che sul fronte pensioni non si farà nulla: lo stop alla legge Fornero che la Lega vorrebbe introdurre attraverso gli emendamenti alla manovra, infatti, appare una strada complicata da percorrere.

Stop adeguamento dell’età pensionabile voluto dalla Fornero in legge di Bilancio?

Va detto che non è stata proprio la legge Fornero a prevedere l’adeguamento automatico dei requisiti di pensionamento con le speranze di vita. Il meccanismo c’era già, semmai all’allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero, va imputato il fatto di averlo fissato ogni biennio.

Ecco perché dal 2027 l’età per la pensione - ma anche i contributi nel caso della pensione anticipata - aumenterà di 1 mese e poi di 2 mesi ancora; per lo stesso motivo potrebbe esserci un altro incremento di 2 mesi a decorrere dal 2029, secondo quanto indicato dalle previsioni Istat.

Un meccanismo che è molto complicato bloccare visto che garantisce sostenibilità al nostro sistema previdenziale, il cui futuro è comunque precario come emerso dal recente Ageing Report approvato dalla Commissione Europea.

Per questo motivo la presidenza del Consiglio dei ministri, preso atto della difficoltà a bloccare del tutto il meccanismo potenziato dalla Fornero, ha accolto l’aumento dell’età pensionabile e ha provato a limitarne gli effetti distribuendolo su due anni. Ed è per lo stesso motivo che appare complicato che la Lega riesca a far tornare il governo sui propri passi: nonostante l’elevato numero di emendamenti che trattano lo stop alla legge Fornero, infatti, la sensazione è che non ci saranno interventi su questo fronte.

Semmai si potrebbe intervenire sulla platea di coloro che ne sono esclusi - così da permettere a un maggior numero di lavoratori di andare in pensione con i vecchi requisiti - ma per il momento non se ne sta discutendo.

Pensioni, ritorno di Opzione Donna e Quota 103?

In questo caso non si potrebbe parlare di stop alla legge Fornero, ma perlomeno ripristinando Opzione Donna - estendendo l’accesso anche a coloro che ne maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2025 - e Quota 103 si darebbe ai lavoratori una forma di accesso alla pensione alternativa.

Una maggiore flessibilità in uscita, per quanto oggi l’accesso a Opzione Donna - limitato alle lavoratrici che hanno compiuto 61 anni di età, 35 anni di contributi, e sono invalide, caregiver o licenziate da grandi aziende - e a Quota 103 - 62 anni di età e 41 anni di contributi - sia circoscritto a poche migliaia di lavoratori.

La proroga di queste due misure è ancora una possibilità in Parlamento; in tal caso i costi sarebbero maggiormente contenuti rispetto al blocco dell’aumento dei requisiti, tanto che inizialmente si pensava che potesse far parte già del pacchetto di misure approvato dal Consiglio dei ministri. Resta da capire quindi se il governo Meloni avrà perlomeno la volontà di rendere meno severa la Fornero prevedendo delle alternative, altrimenti sarebbe vero quanto sosteniamo da tempo ossia che per la presidente del Consiglio il dossier pensioni non ha mai rappresentato una priorità del suo programma politico.

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