Sai che esiste un report che analizza la sostenibilità del sistema pensionistico in Italia? Lo ha pubblicato l’Unione Europea: ecco qual è la risposta.
Quanto sono davvero sostenibili le pensioni italiane? È una domanda che ritorna ciclicamente nel dibattito pubblico e che negli anni ha ricevuto risposte molto diverse, spesso opposte.
Basta ricordare il contrasto tra le linee delle ultime presidenze Inps: da una parte Pasquale Tridico, che più volte aveva segnalato rischi di tenuta per il sistema previdenziale; dall’altra Gabriele Fava, oggi alla guida dell’Istituto, che ha invece gettato acqua sul fuoco sostenendo che i conti sono sotto controllo e che non esistono motivi immediati di allarme.
Uno scarto evidente rispetto al clima del 2011, quando - nel pieno della crisi del debito sovrano - l’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero varò una delle riforme più dure della storia repubblicana per evitare il rischio, come lei stessa dichiarò, che “non ci fossero più i soldi per pagare le pensioni”. Un passaggio traumatico, diventato un punto di riferimento ogni volta che si discute di sostenibilità previdenziale.
A distanza di oltre dieci anni, il tema torna centrale grazie a un documento che pesa più di qualsiasi opinione politica: il nuovo Ageing Report (di cui di seguito trovate il testo completo) della Commissione europea, pubblicato in questi giorni, che analizza la sostenibilità delle pensioni italiane fino al 2070. Ed è proprio da qui che arrivano indicazioni decisive su quanto il sistema pensionistico possa reggere, quali criticità emergeranno nei decenni a venire e fino a quando i pagamenti delle pensioni potranno considerarsi davvero garantiti.
Cos’è l’Ageing Report e cosa dice sull’Italia
L’Ageing Report è uno dei documenti più importanti tra quelli della Commissione europea. Pubblicato ogni tre anni per valutare l’impatto dell’invecchiamento demografico sui conti pubblici, questo report è fondamentale per capire ad esempio se un Paese potrà continuare a pagare le pensioni, oppure quali effetti avrà l’invecchiamento sulla sanità e sulla long-term care, come evolverà il rapporto tra lavoratori e pensionati e quanto peseranno queste dinamiche sui bilanci nazionali nei prossimi 45 anni.
È, in altre parole, la radiografia più completa e più attendibile sulla sostenibilità del nostro sistema previdenziale. Ed è importante anche perché è il documento che l’Europa utilizza come base per le valutazioni fiscali e per gli eventuali richiami ai governi.
Nel dettaglio, all’interno del nuovo rapporto, la Commissione dedica all’Italia una delle analisi più estese e tecniche dell’intero blocco europeo: oltre 30 pagine che ricostruiscono la traiettoria delle pensioni italiane fino al 2070. Un periodo enorme, che permette di osservare sia gli effetti delle riforme già approvate che le criticità che emergeranno nel lungo periodo.
Il quadro che ne emerge è duplice. Da un lato, Bruxelles riconosce che la spesa pensionistica italiana non è destinata ad aumenti insostenibili: anzi, nel lungo periodo tende a stabilizzarsi e addirittura a ridursi leggermente grazie all’impianto contributivo e ai limiti di indicizzazione. Dall’altro, però, mette in evidenza un tema che in Italia viene spesso sottovalutato: la sostenibilità finanziaria del sistema dipende da un equilibrio sempre più fragile, che nei prossimi decenni verrà messo alla prova da due fattori decisivi, uno demografico e uno contabile.
Il primo è l’invecchiamento accelerato della popolazione, che porterà il rapporto tra lavoratori e pensionati a livelli critici nella fase 2030-2040. Il secondo riguarda i conti: secondo le proiezioni della Commissione, il sistema pensionistico italiano potrebbe accumulare un deficit fino al 6% del Pil entro il 2070, uno dei più elevati dell’intera Unione Europea. A tal proposito è lecito interrogarsi: alla luce di queste difficoltà, arriverà un momento nei prossimi anni in cui servirà una nuova riforma stile Fornero per assicurare il pagamento delle pensioni?
Fino a quando ci saranno i soldi per pagare le pensioni in Italia
Stabilire fino a quando il sistema sarà in grado di garantire il pagamento delle pensioni è la domanda che, più di tutte, attraversa il dibattito pubblico. E l’Ageing Report fornisce una risposta che, almeno sulla carta, dovrebbe rassicurare: nell’orizzonte analizzato dalla Commissione europea, che arriva fino al 2070, la tenuta del sistema previdenziale italiano non viene messa in discussione. I soldi per pagare le pensioni non mancheranno visto che la spesa non è destinata a subire impennate fuori controllo.
Ma questo non significa che i conti saranno sempre in equilibrio. La sostenibilità fotografata dal rapporto è infatti il risultato di un meccanismo che regge, ma a costo, come visto sopra, di un progressivo appesantimento dei bilanci pubblici.
Questo è il punto che il documento mette in evidenza: pur non essendo in discussione la capacità di pagare le pensioni nei prossimi decenni, bisogna interrogarsi su quale sarà il prezzo.
L’Europa non parla di insolvenza né lascia intendere un rischio immediato. Piuttosto, sottolinea come la tenuta nel lungo periodo dipenda da un equilibrio delicato, che potrebbe rompersi se l’economia dovesse rallentare, oppure se il mercato del lavoro non cresce o ancora se le riforme introdotte finora non vengono accompagnate da ulteriori correttivi. Si tratta quindi di un monito importante per il governo attuale e per quelli futuri: la spesa per le pensioni dovrà continuare a essere attenzionata con cura, evitando riforme che possano portare a un aumento della spesa. Niente cancellazione della Fornero quindi, ma d’altronde non è un caso se in legge di Bilancio si sia andati incontro a un peggioramento dell’età pensionabile.
C’è poi un limite oggettivo: oltre il 2070 nessuno si sbilancia. Non esistono previsioni, né modellizzazioni attendibili. Il sistema appare solido per tutto l’arco temporale analizzato, ma cosa accadrà dopo resta un’incognita.
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