Gentile redazione, sono stato licenziato e non riesco a trovare un altro lavoro. Ho 62 anni, cosa posso fare per andare subito in pensione?
In questi giorni abbiamo ricevuto una richiesta di supporto da parte di un lavoratore di 62 anni che improvvisamente è stato licenziato dall’azienda e non ha raggiunto la contribuzione utile per accedere subito alla pensione anticipata (42 anni e 10 mesi nel caso degli uomini).
Viste le difficoltà nel trovare un nuovo impiego, questo ci ha chiesto come fare per non dover attendere altri 5 anni per andare in pensione con l’opzione di vecchiaia (67 anni di età). Ebbene, per quanto non esista un modo per andare direttamente in pensione, per chi è disoccupato ci sono una serie di misure che possono accompagnare fino al momento in cui si compiono i 67 anni di età percependo perlomeno un’indennità economica di diverso tipo.
In questo modo si continua perlomeno ad avere un’entrata economica che possa far fronte alla perdita dello stipendio e all’attesa della pensione.
Pensione subito se perdi il lavoro. Ecco come funziona
Gentile lettore,
analizzando il suo caso abbiamo ritenuto che fosse utile una risposta pubblica in modo che possa essere d’aiuto per tanti altri lavoratori che si trovano nella sua stessa situazione.
Come le abbiamo anticipato durante i nostri confronti telefonici, la sua situazione contributiva - 35 anni di contributi raggiunti poco prima del licenziamento - non le consente di andare subito in pensione.
Per andarci a 62 anni, infatti, serve aver maturato i requisiti per la pensione anticipata - 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne - oppure per Quota 103, con la quale però sono necessari 41 anni di contribuzione.
Nel suo caso, quindi, non viene soddisfatto il requisito contributivo richiesto, per questo motivo deve rimandare il collocamento in quiescenza. Fortunatamente, però, non significa che non esista comunque una possibilità per assicurarsi un sostegno mensile nel caso in cui non riuscisse a trovare un altro lavoro.
Come prima cosa, infatti, lei può fare richiesta dell’indennità di disoccupazione Naspi che le verrà riconosciuta per i prossimi 24 mesi (in quanto la durata è pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni), per un importo che nel 2025 viene così calcolato:
- entro i primi 1.436,61 euro di retribuzione media ne spetta il 75%;
- per la parte residua se ne prende il 25% ma in ogni caso l’importo massimo non può superare i 1.562,82 euro.
Nel suo caso, facendo qualche calcolo, abbiamo individuato una retribuzione lorda di riferimento pari a 2.200 euro. Di fatto, di Naspi prenderà circa 1.267 euro al mese, ricordando però che a partire dall’ottava mensilità l’importo verrà decurtato del 3% ogni mese.
Fino al compimento dei 64 anni, quindi, può fare affidamento su questa indennità.
Dopodiché, trascorsi 3 mesi dalla sua cessazione, potete fare domanda per l’accesso all’Ape Sociale, la misura di accompagnamento alla pensione per coloro che hanno compiuto 63 anni e 5 mesi di età che nell’elenco delle categorie a cui è riservata comprende appunto anche i disoccupati che hanno beneficiato della relativa indennità di disoccupazione (cessata appunto da almeno tre mensilità).
Il vantaggio dell’Ape Sociale è che riconosce un’indennità sostitutiva pari all’importo della pensione maturato fino a quel momento, ma entro un massimo di 1.500 euro al mese, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
In questo modo, dal licenziamento al raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia, una volta che compirà i 67 anni, avrà solamente 3 mensilità - quelle che intercorrono tra la fine della Naspi e l’inizio dell’Ape Sociale - in cui non percepirà nulla. Per il resto, per quanto non si tratta di importi che compensano la perdita del suo stipendio, potrà fare perlomeno affidamento su questi sostegni riconosciuti dallo Stato.
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