Riforma pensioni: ecco quale sarà il giorno della verità (Coronavirus permettendo)

Antonio Cosenza

25/02/2020

21/05/2021 - 11:20

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Pensioni, novità riforma: per il verdetto del Governo bisognerà ancora aspettare. Il Coronavirus potrebbe far slittare la ripresa delle trattative.

Riforma pensioni: ecco quale sarà il giorno della verità (Coronavirus permettendo)

Riforma delle pensioni: le trattative tra sindacati e Governo al momento sono in stand by. Dopo gli incontri che si sono tenuti le scorse settimane, infatti, il Governo si è preso il suo tempo per valutare la fattibilità delle proposte presentate dai sindacati e per analizzarne tutti i numeri.

D’altronde i primi incontri sono stati solamente illustrativi, con il Ministero del Lavoro che si è limitato ad ascoltare le proposte dei sindacati rimandando la discussione ad un secondo momento, ossia quando si avrà maggiore certezza su quali saranno le risorse a disposizione per la riforma delle pensioni e l’impatto che questa avrà sui conti.

Sono giorni di attesa anche perché al momento gli sforzi dell’Esecutivo sono concentrati sull’emergenza Coronavirus. Ma dalle prossime settimane, quando si spera che l’allarme sarà rientrato, le discussioni sulla riforma delle pensioni riprenderanno e si entrerà nel vivo delle trattative in quanto sembra che il Governo sia pronto a sciogliere le riserve su quali e quante risorse è disposto a mettere in campo.

Riforma delle pensioni: ecco quale sarà il giorno della verità

Coronavirus permettendo, il prossimo incontro tra sindacati e Governo per la riforma delle pensioni avrà luogo venerdì 13 marzo. Si tratterà di una vera e propria verifica politica tra Esecutivo e sindacati, in quanto quest’ultimi scopriranno finalmente qual è la posizione del Governo riguardo ai vari punti della riforma, come ad esempio per la pensione di garanzia o anche per le misure di flessibilità.

Ricordiamo che tra le proposte dei sindacati c’è quella di aumentare a 780,00€ l’importo minimo della pensione per coloro che rientrano interamente nel calcolo contributivo dell’assegno; sul fronte flessibilità, invece, questi propendono per la pensione a 62 anni (con 20 anni di contributi) o in alternativa con soli 41 anni di contribuzione (Quota 41 per tutti).

Le trattative entrano nel vivo, con le attenzioni che sono tutte per il Governo il quale in quest’occasione dovrà fare chiarezza sugli obiettivi che intende raggiungere con la riforma; perché se davvero scopo del negoziato è di sostituire le norme della Legge Fornero non ci si potrà di certo limitare a Quota 101, misura di cui ha parlato il Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone.

Riforma delle pensioni: ritardi a causa del Coronavirus (e non solo)

L’incontro in programma il prossimo 13 marzo, quindi, dovrebbe essere l’inizio della trattativa vera e propria, con lo scopo di arrivare ad un accordo prima di settembre 2020 così da introdurre la riforma delle pensioni nella nota di aggiornamento al DEF.

Ma i sindacati predicano prudenza perché non è da escludere che l’appuntamento del 13 marzo possa slittare. Come abbiamo anticipato, c’è il fattore Coronavirus da considerare, ma non è il solo; sembra, infatti, che anche i lavori delle due commissioni paritetiche di garanzia, ossia quella sulla separazione tra spesa previdenziale e assistenziale e l’altra sui lavori gravosi, stiano procedendo a rilento.

Quindi, nonostante i sindacati abbiano definito come “positivo il fatto che il Governo abbia dato la disponibilità ad un incontro a breve”, preferiscono rinviare un giudizio al momento in cui verranno sciolti i dubbi riguardo ai costi delle proposte da loro presentate. Proposte che - come più volte sottolineato - difficilmente vedranno la luce in quanto troppo ambiziose e di conseguenza onerose per le casse dello Stato.

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