Pensioni di reversibilità, nel 2024 nuovi tagli. Ecco chi rischia

Simone Micocci

05/12/2023

11/01/2024 - 18:34

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Taglio alle pensioni di reversibilità nel 2024: aggiornati i limiti di reddito. Ecco quando l’assegno al coniuge superstite viene ridotto (fino al 50%).

Pensioni di reversibilità, nel 2024 nuovi tagli. Ecco chi rischia

Anche nel 2024 vale la regola per cui c’è un limite alla cumulabilità tra i redditi del coniuge superstite e la pensione di reversibilità a lui riconosciuta.

Non si tratta quindi di una novità, per quanto vada segnalato un cambio nella soglia oltre cui scattano i tagli alla pensione di reversibilità. Ogni anno, infatti, questo limite è oggetto di modifiche in quanto dipende dal valore del trattamento minimo Inps il cui importo viene annualmente rivisto in base all’inflazione registrata negli ultimi 12 mesi.

A tal proposito, sappiamo che grazie a un tasso di rivalutazione pari al 5,4% - come ufficializzato dal ministero dell’Economia - il trattamento minimo nel 2024 salirà a 598,60 euro, 7.781,91 euro annui.

A questo punto possiamo rispondere alla domanda su chi rischia un taglio della pensione di reversibilità nel 2024, facendo chiarezza su quali sono gli importi da non superare nonché quali redditi si prendono in considerazione a riguardo.

Quando il coniuge superstite rischia il taglio della pensione di reversibilità

La normativa riconosce al coniuge superstite il diritto al 60% della quota di pensione maturata o percepita dal dante causa, quota che sale all’80% in presenza di un figlio e al 100% nel caso di due figli.

In presenza di figli a carico la pensione di reversibilità spetta quindi almeno all’80%: e quel che è importante sottolineare è che non ci sono limiti alla cumulabilità con gli altri redditi percepiti. Quando ci sono figli, quindi, non bisogna preoccuparsi dei tagli.

Non è invece così quando la reversibilità spetta al coniuge solo, per una quota che come visto sopra è pari al 60%. La normativa, infatti, stabilisce che quando i redditi percepiti sono superiori a 3 volte il valore del trattamento minimo scatta una decurtazione della pensione di reversibilità tanto maggiore quanto più è elevato il reddito.

Nel dettaglio, i tagli alla pensione di reversibilità sono così applicati:

  • tra le 3 e le 4 volte il trattamento minimo, ossia entro la soglia che va da 23.345,73 euro a 31.127,64 euro, scatta una decurtazione del 25% dell’importo della pensione di reversibilità;
  • tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo, quindi sopra i 31.127,64 euro ma entro i 38.909,55 euro, la decurtazione è del 40% dell’importo della pensione di reversibilità;
  • sopra le 5 volte, ossia oltre la soglia di 38.909,55 euro, il taglio è del 50%.

Quali redditi si considerano per il taglio della pensione di reversibilità

Detto questo, vale la pena ricordare che ai fini della cumulabilità della pensione di reversibilità con altri redditi si considerano tutti quelli assoggettabili a Irpef, al netto però dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei trattamenti di fine rapporto come pure di eventuali anticipazioni.

Vengono anche esclusi il reddito della casa di abitazione, nonché le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

E ovviamente non si considera neppure l’importo della pensione di reversibilità.

Esempio

Pensiamo a un coniuge solo con reddito da lavoro subordinato di 35 mila euro che ha diritto a una pensione del dante causa d’importo pari a 2.000 euro mensili.

Come visto sopra, a questo gli spetta una quota pari al 60% della pensione del dante causa, quindi 1.200 euro. Dobbiamo però valutare se si applicano altri tagli: considerando un reddito da lavoro subordinato di 35 mila euro, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali stiamo intorno a un reddito di 30 mila euro, quindi nella soglia per cui è prevista una decurtazione del 40%.

Di fatto, questo avrà diritto a 720 euro di pensione di reversibilità.

I limiti ai tagli della pensione di reversibilità

Ricordiamo che con la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022 la Corte Costituzionale ha posto un limite ai tagli della pensione di reversibilità, stabilendo che l’importo non può essere decurtato di una somma che superi l’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi.

Ciò significa che in presenza di altri redditi la pensione di reversibilità può essere decurtata solo fino a concorrenza dei redditi stessi.

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