Pensioni e Reddito di cittadinanza, può cambiare tutto di nuovo: cosa rimane e cosa salta

Stefano Rizzuti

23/12/2022

23/12/2022 - 11:09

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Neanche il tempo di chiudere la partita della legge di Bilancio che il governo Meloni già pensa a due riforme a gennaio: una sul Reddito di cittadinanza e l’altra sulle pensioni e l’Opzione donna.

Pensioni e Reddito di cittadinanza, può cambiare tutto di nuovo: cosa rimane e cosa salta

Il capitolo legge di Bilancio si sta per chiudere. L’approvazione della manovra si avvicina e le modifiche sono state ormai fatte. Non si torna indietro, quindi, sui provvedimenti approvati. Ma neanche il tempo di chiudere questa partita, che già il governo Meloni pensa di intervenire per modificare completamente alcuni degli aspetti principali della sua prima legge di Bilancio.

A gennaio, infatti, potrebbe cambiare molto sia sul fronte del Reddito di cittadinanza che delle pensioni, con particolare riferimento a Opzione donna. Nel primo mese dell’anno, infatti, dovrebbe arrivare un decreto sul Reddito di cittadinanza che è già allo studio del ministero del Lavoro, secondo quanto spiega Il Sole 24 Ore.

Non solo, perché l’esecutivo sta valutando anche di intervenire su Opzione donna, l’anticipo pensionistico per le lavoratrici: come detto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, si stanno già cercando le risorse. Ma cosa potrebbe cambiare col nuovo anno su Reddito di cittadinanza e pensioni?

Come può cambiare il Reddito di cittadinanza

Saltata la cancellazione dell’offerta congrua per non perdere il Reddito di cittadinanza - la norma conteneva un errore e resta quindi tutto com’è - il governo non si rassegna e, anzi, promette di cambiare la norma in vigore. Sempre Durigon spiega che l’idea è che “qualsiasi persona, anche laureata, se gli viene offerto un posto anche di cameriere, casomai vicino casa, è giusto che la accetti”. “Non credo che uno possa essere schizzinoso”, è il ragionamento del sottosegretario.

Non dovrebbe essere invece toccato il criterio della territorialità, ovvero l’offerta di lavoro dovrà essere in un territorio vicino a quello di residenza del beneficiario: “Una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli”, assicura Durigon.

Reddito, cambia il concetto di offerta congrua?

Il Reddito di cittadinanza, per il momento, non cambia per i nuclei familiari con minori, anziani o disabili e con persone non occupabili. Ci sarà, però, una riforma nel nuovo anno che riguarderà soprattutto chi può lavorare. In questo caso si punta a ridefinire il concetto dell’offerta congrua, quella che non può essere rifiutata pena decadenza del sussidio.

Finora si considerava un’offerta congrua in base alla coerenza tra l’impiego e le competenze del beneficiario e al luogo di lavoro e alla sua distanza rispetto alla residenza. Su questi aspetti sono attese modifiche a gennaio. Per la durata dell’assegno, invece, è stata la manovra a ridurlo da 18 a 7 mesi, così come è cambiata l’erogazione dell’affitto che andrà direttamente al locatore.

Pensioni, come cambia Opzione donna

Un altro intervento, che potrebbe essere anche immediato, da parte del governo riguarda l’Opzione donna, ovvero l’anticipo pensionistico per le lavoratrici. In generale il capitolo pensioni verrà affrontato con un tavolo che la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, aprirà con le parti sociali col nuovo anno.

Bisogna capire se il tema dell’Opzione donna verrà affrontato in questo tavolo o già prima, magari con il decreto Milleproroghe. La manovra ha introdotto una stretta: si potrà uscire dal lavoro a 60 anni che scendono a 59 per chi ha un figlio e 58 per chi ne ha almeno due. Ma con un’ulteriore restrizione sui requisiti: possono accedere solamente caregiver, disabili almeno al 74% e lavoratrici licenziate o di aziende in crisi.

Si attendeva un intervento in Parlamento per ridurre questa stretta, ma i soldi non ci sono ed è rimasto tutto com’è. Il governo, però, non si arrende e come assicura Durigon farà un altro tentativo per cambiare la misura con il decreto Milleproroghe. Servono 80 milioni per il 2023, che salirebbero a oltre 200 nel 2024, probabilmente per eliminare il criterio relativo ai figli a carico, ritenuto discriminante: fondi finora non trovati ma che ora il governo sta cercando per chiudere la partita.

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