Anche gli altri Paesi d’Europa hanno il loro Assegno sociale. Ecco chi paga di più coloro che non hanno i contributi per accedere alla pensione.
In Italia non si può andare in pensione senza contributi. Serve aver lavorato per un determinato periodo - 20 anni per la pensione di vecchiaia, 5 anni per l’opzione contributiva della stessa - per assicurarsi una rendita mensile.
Tuttavia, lo Stato italiano non lascia soli chi non ha mai lavorato e non ha i mezzi economici necessari per la propria autosufficienza. Esiste infatti uno strumento di “pensione sociale”, più correttamente l’Assegno sociale, che viene riconosciuto a chi al compimento dei 67 anni di età, limite richiesto per l’accesso alla pensione di vecchiaia, sono in una condizione economica di difficoltà.
L’importo dell’Assegno sociale per chi ha reddito pari a zero nel 2025 è pari a 538,69 euro mensili. Per chi è sopra questa soglia il valore si riduce progressivamente, fino ad arrivare a zero per chi percepisce un reddito pari all’importo stesso dell’Assegno sociale.
Ma l’Italia non è l’unico Paese a prevedere una “pensione sociale”. Ce ne sono altri che pagano anche chi non ha contributi versati e in molti casi l’importo è ben più alto rispetto a quello previsto dal nostro ordinamento, anche perché si tiene conto del costo della vita che in queste realtà è maggiore rispetto al nostro.
A tal proposito, di seguito faremo un’analisi di quanto pagano gli altri Paesi coloro che non riescono ad accedere alla pensione, al fine di capire dove l’Italia si posiziona in un’ipotetica classifica.
Le pensioni sociali in Europa
L’equivalente del nostro Assegno sociale in Francia è l’Aspa (Allocation de solidarité aux personnes agées). Il funzionamento è simile al nostro: si tratta infatti di una prestazione assistenziale che viene garantita alle persone anziane che non raggiungono quel livello minimo di reddito necessario per condurre una vita dignitosa.
L’età per accedervi è più bassa: spetta a 65 anni, oppure 62 anni per coloro che sono invalidi almeno al 50%, oppure sono stati dichiarati inabili al lavoro. Spetta anche ai cittadini dell’Unione europea, a patto che il beneficiario risieda stabilmente in Francia per almeno 9 mesi l’anno.
Per quanto riguarda l’importo, la regola è simile a quella italiana. Viene effettuata, infatti, una differenza tra il plafond previsto e il reddito a disposizione del richiedente. Per chi ha un reddito pari a zero l’importo è di 1.034,28 euro al mese, 1.605,73 euro nel caso in cui venga percepito da una coppia.
In Germania, invece, c’è la “sicurezza di base nella vecchiaia e in caso di invalidità” (Grundsicherung im alter und bei erwerbsminderung). Se ne ha diritto al compimento dell’età pensionabile, quindi a 67 anni come da noi, e per quanto riguarda l’importo le regole per il calcolo sono piuttosto articolate. Il valore massimo - da cui viene sottratto il reddito disponibile - si compone infatti di diverse voci: alla quota base per la sussistenza quotidiana, infatti, si aggiunge l’affitto, il costo di riscaldamento e altri servizi essenziali come l’assistenza medica. L’importo è quindi variabile e va dai 550 ai 950 euro mensili. Generalmente spetta ai cittadini europei che risiedono in Germania da almeno 5 anni. In caso contrario la domanda potrebbe essere respinta dopo un’attenta valutazione, in cui dovrà essere accertato se il soggiorno è motivato unicamente dalla ricerca di prestazioni sociali.
In Spagna, invece, troviamo la Pensión no contributiva de jubilación, il cui diritto si acquisisce al compimento dei 65 anni di età. È richiesta inoltre la residenza legale in Spagna per almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 anni continuativi immediatamente precedenti alla richiesta della prestazione. Anche qui, come in Germania, la soglia massima dipende da diversi fattori, in quanto alla quota base di circa 517 euro si aggiungono maggiorazioni che possono portare il valore fino a 775 euro mensili.
In Portogallo, la principale misura assistenziale destinata agli anziani che non hanno maturato una pensione contributiva sufficiente è il Complemento solidário para idosos (Csi), che si rivolge ai cittadini che abbiano compiuto 66 anni e 7 mesi e che risiedano stabilmente in Portogallo da almeno 6 anni. Ne hanno diritto coloro che hanno un reddito inferiore a 6.800 euro annui; l’importo massimo in genere è di circa 560 euro e anche in questo caso viene sottratto degli altri redditi in possesso del richiedente.
C’è poi la Garantie de revenus aux personnes agées (Grapa) in Belgio, che spetta a 65 anni a chi ha un reddito mensile inferiore a 1.388 euro nel caso delle persone sole, 1.926 euro per chi vive in coppia. Sono queste, quindi, le soglie da prendere come riferimento per il calcolo. Per averne diritto bisogna vivere regolarmente in Belgio e non assentarsi per più di 29 giorni consecutivi senza notifica.
In Svezia e Finlandia, le pensioni minime per chi non ha versato contributi sufficienti si basano su un modello universalistico legato alla residenza. In Svezia, la Garantipension spetta a chi ha almeno 66 anni e ha risieduto legalmente nel Paese per almeno 3 anni (con importo pieno dopo 40). L’importo massimo nel 2025 è di circa 980 euro al mese, integrabile con altri aiuti (ad esempio, per l’affitto).
In Finlandia, la Folkpension (pensione popolare) funziona in modo simile: si riceve dai 65 anni in poi con almeno 3 anni di residenza, e l’importo massimo è attorno a 740 euro mensili per chi vive solo. Anche qui, si raggiunge l’importo pieno con 40 anni di residenza.
Concludiamo con un caso unico, quello dei Paesi Bassi dove abbiamo la Aow, la pensione pubblica di base che viene concessa a tutti i residenti legali che abbiano raggiunto i 67 anni indipendentemente dal fatto che abbiano lavorato o meno per un certo numero di anni. Il diritto a questa prestazione, infatti, si costruisce progressivamente: ogni anno di residenza legale nei Paesi Bassi tra i 15 e i 67 anni vale il 2% della pensione piena. Solamente chi ha vissuto ininterrottamente nel paese per 50 anni riceve dunque il 100% dell’importo, mentre n caso contrario, l’importo - che nel 2025 è di circa 1.400 euro - viene proporzionalmente ridotto.
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