Pensioni, oltre al danno la beffa: nessun anticipo e l’età pensionabile aumenta

Simone Micocci

09/02/2024

Pensione anticipata a 64 anni quasi impossibile ma non basta: l’età pensionabile è destinata a salire fino a 70 anni.

Pensioni, oltre al danno la beffa: nessun anticipo e l’età pensionabile aumenta

Se si guarda al futuro delle pensioni non ci sono buone notizie: come abbiamo già avuto modo di spiegare, l’accesso alla pensione anticipata contributiva - per la quale sono necessari 64 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale - è precluso alla maggior parte dei lavoratori, ma non è tutto.

Tenendo conto di quanto stabilito dalla legge Fornero, infatti, è lecito aspettarsi persino un aumento dell’età pensionabile per la pensione di vecchiaia nei prossimi anni.

Non solo, quindi, sarà molto complicato andare in pensione in anticipo: non è detto neppure che lo faremo a 67 anni visto che questa soglia dovrebbe crescere con il tempo.

La buona notizia è che nel 2025 non sono in programma aumenti dell’età pensionabile ma non è detto duri a lungo: già nel biennio successivo, quando l’effetto Covid dovrebbe essere svanito, l’età per andare in pensione dovrebbe tornare a salire fino a toccare, e superare, quota 70 anni quando arriverà il momento del pensionamento per coloro che hanno appena iniziato a lavorare.

Perché nei prossimi anni andremo più tardi in pensione

La riforma Fornero ha stabilito che ogni due anni i requisiti per l’accesso alla pensione - quello anagrafico nel caso delle opzioni che lo prevedono, il contributivo per quelle che invece consentono di smettere di lavorare a qualsiasi età - devono essere adeguati alle speranze di vita.

Se si vive di più bisogna anche ritardare l’accesso alla pensione: è questa la ragione alla base di una decisione che negli ultimi 10 anni ha comportato l’aumento di 1 anno per l’età di accesso alla pensione.

A interrompere, almeno momentaneamente, questo sistema è stato il Covid, con il quale è stata arrestata la crescita delle speranze di vita: dopo l’incremento di 5 mesi registrato nel biennio 2019-2020 non ci sono state altre variazioni e neppure nel 2025-2026 è in programma un aumento dell’età pensionabile.

Tuttavia, a partire dal 2027, svanito l’effetto Covid, l’età pensionabile dovrebbe tornare a salire, di 2 o 3 mesi ogni biennio secondo quelle che erano le previsioni fatte dall’Istat prima della pandemia.

Laddove questo trend di crescita dovesse essere confermato, intorno al 2060 l’età per l’accesso alla pensione dovrebbe arrivare a toccare quota 70 anni. Una brutta notizia per i nati alla fine degli anni ’90, per i quali il rischio è di andare in pensione molto tardi.

Anche l’inflazione potrebbe rappresentare un problema

In questi ultimi due anni caratterizzati dall’elevata inflazione abbiamo notato che i salari faticano a tenere lo stesso ritmo di crescita del costo della vita. Il problema è che alcune opzioni, vedi la stessa pensione di vecchiaia come pure la sopra citata pensione anticipata a 64 anni, per i contributivi puri richiedono anche il soddisfacimento di un requisito di tipo economico.

Grazie all’intervento del governo Meloni, con la legge di Bilancio 2024 è più semplice soddisfare il requisito per accedere alla pensione di vecchiaia poiché è sufficiente che la pensione maturata sia superiore all’importo dell’Assegno sociale (mentre nel 2023 doveva essere di 1,5 volte).

Il problema riguarda invece la pensione anticipata a 64 anni, per la quale la soglia da superare è stata portata da 2,8 volte a 3 volte il valore dell’Assegno sociale, soglia che sarà complicato superare. Anche perché va considerato che l’Assegno sociale ogni anno viene rivalutato in base all’inflazione e quindi è destinato ad aumentare sempre di più (mentre i salari, con i rispettivi versamenti contributivi, procedono più a rilento).

Più semplice, ma comunque resta complicato, l’accesso a questa opzione per le donne: per quelle con almeno un figlio, infatti, la soglia resta pari a 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale, mentre per quelle con almeno due figli si scende a 2,6 volte.

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