Pensioni minime sopra i 600 euro per tutti il prossimo anno. E per gli over 75 si punta ad arrivare a 700 euro.
Nella maggioranza tiene banco il discorso legato alle pensioni minime visto che da parte di Forza Italia continua il pressing per portarle a 1.000 euro al mese, obiettivo che si vuole raggiungere al più presto anche per onorare la memoria di Silvio Berlusconi.
D’altronde, nel 2024 si vota per le Europee, un banco di prova importante per Forza Italia che dovrà dimostrare di avere un futuro anche dopo la scomparsa del Cavaliere. Ragion per cui portare a casa un risultato come l’aumento delle pensioni minime potrebbe essere fondamentale in vista di una sopravvivenza del partito.
Ma non sarà semplice e bisognerà sgomitare nella maggioranza visto che, come ribadito da Giorgia Meloni qualche giorno fa, le risorse sono poche e ci si potrà concentrare solamente su alcuni interventi. Vero che avvicinarsi alla soglia dei 1.000 euro sarà più semplice visto l’aumento già in programma per effetto della rivalutazione, come pure per le risorse già stanziate con l’ultima manovra che consentiranno un aumento maggiore rispetto a quest’anno, ma bisognerà anche considerare che bisognerà rifinanziare l’incremento riconosciuto agli over 75 che ha consentito di toccare quota 600 euro.
Le incognite, quindi sono diverse, ma ci sono anche delle certezze come appunto quella legata all’indicizzazione di inizio 2024. Alla luce di ciò proviamo a fare il punto della situazione analizzando a quanto possono arrivare le pensioni minime il prossimo anno.
Rivalutazione delle pensioni minime
Partiamo dall’importo delle pensioni minime nel 2023: 563,74 euro al mese, a cui poi vanno aggiunti gli aumenti una tantum finanziati dalla Legge di Bilancio 2023.
Questo importo a gennaio 2024 verrà rivalutato, in quanto adeguato all’andamento dell’inflazione. Nel dettaglio, saranno due le operazioni che verranno effettuate:
- la prima è quella che prevede un conguaglio per la rivalutazione effettuata nel 2023, per la quale è stato applicato un tasso provvisorio del 7,3% anziché quello definitivo dell’8,1%. C’è da considerare, quindi, una differenza dello 0,8%, che verrà riconosciuta a partire dalla pensione pagata a gennaio 2024 con la quale verranno corrisposti anche gli arretrati;
- la seconda, invece, è quella che terrà conto del tasso di rivalutazione accertato sulla base dell’inflazione registrata nel 2023. Al momento è ancora presto per fare un calcolo di quale potrà essere la percentuale applicata, ma possiamo affidarci alla previsione fatta dal governo nel Def approvato lo scorso aprile dove viene indicata una percentuale del 5,7%.
Quindi, in primis va applicato lo 0,8% il che porterà la pensione minima a toccare quota 568,24 euro. Dopodiché, semmai dovesse la percentuale di rivalutazione dovesse essere davvero pari al 5,7% ne risulterebbe un ulteriore incremento di circa 32 euro arrivando a 600,62 euro.
Di fatto, già solo la rivalutazione permetterebbe di raggiungere i 600 euro, quella che oggi spetta ai soli pensionati over 75 grazie alla rivalutazione straordinaria del 6,4% applicata eccezionalmente per il 2023 per la quale non sono ancora state stanziate le risorse per confermarla anche il prossimo anno.
L’aumento straordinario delle pensioni minime
Sono state già stanziate, invece, le risorse per un aumento delle pensioni minime del 2,7% (anziché dell’1,5% come quello applicato quest’anno). Applicando questa rivalutazione straordinaria al suddetto importo, quindi, ne risulterebbe un ulteriore incremento di circa 16 euro, arrivando così a 616,83 euro.
Questo potrebbe essere - euro più o euro meno - l’importo certo delle pensioni minime percepite nel 2024. Il che rappresenterebbe un bel balzo in avanti rispetto agli importi di quest’anno, pari a 572,74 euro per tutti i pensionati e a 599,82 euro per gli over 75.
Bisognerà poi valutare se il governo vorrà stanziare nuove risorse per questa misura, ad esempio confermando la rivalutazione straordinaria del 6,4% per i soli over 75 che porterebbe la loro pensione minima a 639,05 euro. L’intenzione in realtà sembrerebbe essere quella di arrivare a 700 euro, ma ciò potrebbe richiedere troppe risorse (di cui al momento il governo non dispone).
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