Con 5 anni di lavoro puoi avere fino a 750 euro mensili di pensione. Ti spiego come fare.
Una volta che il passaggio dal regime retributivo a quello contributivo per il calcolo della pensione sarà definitivo - intorno al 2040 secondo le stime - ogni persona potrà accedere a una rendita mensile anche con soli 5 anni di contributi.
Questa possibilità c’è già oggi e si applica appunto a coloro che non hanno neppure un contributo settimanale versato prima dell’1 gennaio 1996 e pertanto rientrano interamente nel sistema di calcolo contributivo della pensione. La possibilità di assicurarsi il diritto all’assegno mensile con soli 5 anni di lavoro, infatti, viene riconosciuta dall’opzione della pensione di vecchiaia riservata ai cosiddetti contributivi puri.
Una soluzione pensata per fare in modo che anche chi ha lavorato per pochi anni non perda quanto versato all’Inps a titolo di contributi. Il requisito minimo richiesto per la pensione di vecchiaia a 67 anni, infatti, è di 20 anni di contributi (con uno sconto di 5 anni riconosciuto in alcuni casi isolati): questa soglia non viene sempre raggiunta, il che ha comportato per molti lavoratori la beffa di non riuscire a raggiungere il diritto alla pensione perdendo tutti i contributi che sono stati versati per suo conto nel corso della - seppur breve - carriera.
E non si tratta sempre di somme di poca rilevanza: pensiamo ad esempio a un lavoratore impegnato per 10 anni con uno stipendio lordo medio di 20.000 euro. Sono 66.000 euro versati all’Inps che non gli torneranno mai indietro.
Con l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, invece, questi soldi si sarebbero trasformati in pensione, seppur di un importo non particolarmente rilevante e tra l’altro solo al compimento dei 71 anni di età.
La pensione di vecchiaia contributiva
La pensione di vecchiaia contributiva è lo strumento che consente il collocamento in quiescenza all’età di 71 anni a coloro che soddisfano entrambi i seguenti requisiti:
- 5 anni di contribuzione effettiva, esclusa quindi quella figurativa versata - senza oneri per il lavoratore - dall’Inps in alcuni periodi di interruzione o riduzione dell’attività lavorativa;
- non hanno alcun contributo versato prima dell’1 gennaio 1996.
In alternativa possono ricorrere a questa opzione anche coloro che hanno iniziato a lavorare prima di questa data ma soddisfano i requisiti per ricorrere al computo della Gestione separata. Con questo strumento, infatti, la pensione viene liquidata con le regole del regime contributivo, con la possibilità pertanto di ricorrere anche a questa opzione. Ma attenzione, perché in tal caso non sono sufficienti 5 anni di contributi: per la richiesta di computo, infatti, ne servono almeno 15.
Quanto spetta di pensione dopo 5 anni di lavoro
Come anticipato, l’opportunità offerta dall’opzione contributiva della pensione di vecchiaia è molto importante perché permette di non perdere i contributi versati nel caso in cui non si raggiunga il minimo richiesto di 20 anni per andarci all’età di 67 anni. Tuttavia, come vedremo, l’importo restituito rischia comunque di essere molto basso.
Andando in pensione a 71 anni il totale dei contributi versati - pari al 33% della retribuzione lorda percepita nel caso dei lavoratori dipendenti - viene trasformato in assegno applicando un coefficiente pari al 6,510%. A tal proposito, ecco una tabella con gli importi lordi annui e mensili sulla base di quanto mediamente guadagnato nei 5 anni di lavoro.
Stipendio medio lordo | Contributi versati ogni anno | Montante contributivo | Importo annuo di pensione | Importo mensile di pensione |
---|---|---|---|---|
5.000 | 1.650,00 | 8.250,00 | 537,08 | 41,31 |
10.000 | 3.300,00 | 16.500,00 | 1.074,15 | 82,63 |
15.000 | 4.950,00 | 24.750,00 | 1.611,23 | 123,94 |
20.000 | 6.600,00 | 33.000,00 | 2.148,30 | 165,25 |
25.000 | 8.250,00 | 41.250,00 | 2.685,38 | 206,57 |
30.000 | 9.900,00 | 49.500,00 | 3.222,45 | 247,88 |
35.000 | 11.550,00 | 57.750,00 | 3.759,53 | 289,19 |
40.000 | 13.200,00 | 66.000,00 | 4.296,60 | 330,51 |
45.000 | 14.850,00 | 74.250,00 | 4.833,68 | 371,82 |
50.000 | 16.500,00 | 82.500,00 | 5.370,75 | 413,13 |
Come possiamo vedere, è raro che si arrivi con 5 anni di contributi a una pensione adeguata. E bisogna anche considerare che quando l’assegno è calcolato interamente con le regole del sistema contributivo non è neppure riconosciuta l’integrazione che porta l’importo a raggiungere la soglia minima prevista dalla legge, pari a poco più di 600 euro nel 2025.
Ma in apertura abbiamo parlato della possibilità di avvicinarsi alla soglia di 750 euro ed effettivamente è così: vediamo in che modo.
Come prendere 750 euro di pensione dopo 5 anni di lavoro
In assenza di altri redditi è possibile aggiungere alla pensione diverse misure di sostegno che nella migliore delle ipotesi portano ad avvicinarsi a una soglia mensile di 750 euro.
Nel dettaglio, va detto che già all’età di 67 anni, in attesa di raggiungere i 71 anni richiesti per andare in pensione, è possibile accedere alla prima misura di sostegno. Si tratta dell’Assegno sociale, di importo pari a 538,68 euro mensili nel 2025 per coloro che non hanno altri redditi.
Questa misura, conosciuta anche come “pensione” sociale, spetta anche al raggiungimento della pensione a 71 anni e va a integrare l’importo liquidato dall’Inps. Si pensi ad esempio a chi ha lavorato 5 anni in regola ed è riuscito ad assicurarsi una pensione di appena 245 euro. La buona notizia è che l’importo di 538,68 (che aumenta ogni anno per effetto dell’inflazione) viene comunque garantito grazie alla possibilità di cumulare la pensione con l’Assegno sociale.
E non è tutto. Perché al compimento dei 70 anni si aggiunge anche una seconda misura assistenziale, la maggiorazione sociale conosciuta come “incremento al milione” che porta la soglia massima complessiva a raggiungere un importo mensile di 739,83 euro. Sono poco meno di 750 euro al mese (anzi, a questa soglia ci si arriverà probabilmente non più tardi di uno o due anni per effetto dell’adeguamento con l’inflazione), assicurando quindi un’entrata perlomeno dignitosa anche a chi ha lavorato per pochi anni. Ma ovviamente non devono esserci altre entrate in famiglia, altrimenti questo importo non solo si riduce: la maggiorazione, infatti, rischia di non essere proprio riconosciuta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA