Quanti contributi servono per andare in pensione nel 2023

Simone Micocci

19/01/2023

19/01/2023 - 12:32

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Hai sufficienti anni di contributi per andare in pensione nel 2023? Di seguito una rapida guida per scoprirlo.

Quanti contributi servono per andare in pensione nel 2023

Per andare in pensione c’è un requisito essenziale: aver maturato una certa anzianità contributiva, ossia aver maturato sufficienti anni di contributi il cui numero varia a seconda dell’opzione a cui si ricorre.

D’altronde, non esistono opzioni per il pensionamento dove non è richiesto un certo numero di contributi previdenziali: semmai ce ne sono alcune dove si può andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica, ma l’anzianità contributiva è un requisito presente ogni volta.

Senza raggiungere il minimo di contributi richiesto dalla legge, quindi, non si può andare in pensione e l’unica possibilità è richiedere l’assegno sociale laddove se ne soddisfino i requisiti economici.

Alla luce di tali considerazioni, è importante rispondere alla domanda su quanti contributi servono per andare in pensione tenendo anche conto delle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2023.

Pensione con 5 anni di contributi

Il minimo di contributi richiesto per andare in pensione sono 5 anni, a patto però che siano tutti successivi al 1° gennaio 1996. Alla pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi, infatti, possono accedere solamente i cosiddetti contributivi puri, ossia coloro che non hanno un’anzianità contributiva antecedente alla suddetta data.

Tuttavia, prima di andare in pensione con 5 anni di contributi devono trascorrere molti anni, in quanto bisogna aver compiuto i 71 anni di età.

In alternativa, la pensione con 5 anni di contributi si raggiunge anche da coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa d’infermità fisica o mentale: nel caso in cui almeno 3 anni di contributi dovessero essere maturati nell’ultimo quinquennio, infatti, questi potrebbero fare domanda o dell’assegno ordinario d’invalidità o della pensione d’inabilità totale (per gli invalidi al 100%), andando in pensione indipendentemente dall’età anagrafica.

Pensione con 15 anni di contributi

Solitamente per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età sono richiesti, come vedremo di seguito, 20 anni di contributi. Tuttavia, per coloro che rientrano in una delle tre Deroghe Amato ne sono sufficienti 15 anni. Ciò è possibile qualora:

  • i 15 anni di contributi siano stati maturati entro il 31 dicembre 1992;
  • entro il 26 dicembre 1992 l’interessato sia stato autorizzato al versamento volontario dei contributi;
  • l’anzianità assicurativa sia almeno pari a 25 anni, mentre almeno 10 anni devono risultare lavorati in modo discontinuo. È necessario aver maturato almeno un contributo settimanale nel sistema retributivo, quindi entro il 31 dicembre 1995.

Pensione con 20 anni di contributi

Diversamente, alla pensione di vecchiaia si accede una volta raggiunti i 20 anni di contributi e al compimento dei 67 anni di età.

Ma con 20 anni di contributi è possibile anche anticipare l’accesso allapensione al compimento dei 64 anni, possibilità tuttavia riservata ai soli contributivi puri. Per questi, infatti, la pensione anticipata si raggiunge una volta che tutti i seguenti requisiti vengono soddisfatti:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • importo della pensione non inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale.

In tal caso quindi il pensionamento, a parità di contributi, potrà essere anticipato di 3 anni rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.

Pensione con 30 anni di contributi

Con 30 anni di contributi è possibile invece anticipare l’uscita dal lavoro ricorrendo all’anticipo pensionistico conosciuto anche come Ape sociale. Confermato anche per il 2023, questo consente di uscire dal mercato del lavoro all’età di 63 anni, percependo nel contempo un’indennità sostitutiva della pensione.

A potervi accedere, però, sono solamente i disoccupati di lungo periodo, gli invalidi (almeno al 74%), i caregiver e i lavoratori addetti a mansioni gravose. E per quest’ultimi sono richiesti 36 anni di contributi, eccetto il caso dei lavoratori dell’edilizia per i quali ne sono sufficienti 32 anni.

Pensione con 35 anni di contributi

Con 35 anni di contributi, purché maturati entro il 31 dicembre 2022, è possibile accedere a Opzione donna, riservata alle lavoratrici che:

  • hanno compiuto i 60 anni entro il 31 dicembre 2022;
  • hanno compiuto i 59 anni entro il 31 dicembre 2022 e hanno almeno 1 figlio;
  • hanno compiuto i 58 anni entro il 31 dicembre 20202 e hanno almeno 2 figli.

E non basta: per andare in pensione con Opzione donna, infatti, bisogna appartenere a una delle seguenti categorie:

  • caregiver;
  • invalide almeno al 74%;
  • lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Per queste vale sempre il requisito anagrafico di 58 anni.

Pensione con 41 e più anni di contributi

Per chi ha maturato almeno 41 anni di contributi vi è la possibilità di andare in pensione molto prima rispetto ai 67 anni indicati dalla pensione di vecchiaia, Ad esempio, grazie alla neonata Quota 103, in vigore solamente per quest’anno, una volta raggiunti 41 anni di contributi è possibile andare in pensione a 62 anni di età.

Diversamente, con Quota 41 il diritto alla pensione si raggiunge indipendentemente dall’età anagrafica, in quanto è sufficiente una contribuzione di 41 anni. Tuttavia, tale opzione è riservata ai soli lavoratori precoci, ossia chi ha maturato 12 mesi di contributi entro il compimento dei 19 anni di età, che fanno parte di una delle seguenti categorie:

  • disoccupati di lungo periodo;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregivers;
  • addetti a lavori gravosi.

Da tempo si discute della possibilità di estendere la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a tutti i lavoratori, così da superare quanto stabilito dalla legge Fornero per quanto riguarda la pensione anticipata, ossia quell’opzione per cui il collocamento in quiescenza avviene, indipendentemente dall’età, al raggiungimento di:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Tuttavia, per il momento sembra essere lontano un accordo su Quota 41 per tutti, se non altro per i costi che una tale misura potrebbe richiedere.

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