Pensioni, dal 2026 arriva il bonus da 100 euro (l’anno). Ma non è una buona notizia.
Nel 2026 arriva una sorta di bonus 100 euro sulle pensioni. Da non confondere con il trattamento integrativo - ex bonus Renzi - che in alcuni casi spetta anche ai pensionati, in quanto in questo caso si tratta di uno strumento differente e, soprattutto, l’importo va considerato all’anno non mensilmente.
E poi va detto che non è una novità: un bonus di questo tipo è già stato riconosciuto nel 2025, con la differenza che quest’anno il valore complessivo è stato pari a 172 euro annui.
L’arrivo del bonus 100 euro, quindi, non è una buona notizia per i pensionati, in quanto rispetto all’anno corrente spettano circa 70 euro in meno. Ciò non significa che prenderanno meno, visto che quanto si perde con il bonus viene compensato dalla rivalutazione, ossia da quel meccanismo che da gennaio 2026 garantirà un aumento di quanto percepito sulla base del tasso di inflazione accertato, pari all’1,4%.
Facciamo quindi chiarezza su quando spetta il bonus 100 euro - che va detto è il valore massimo di quanto spetta - e qual è effettivamente la differenza rispetto allo scorso anno.
Cos’è il bonus 100 euro che da gennaio spetta ad alcuni pensionati
Ricordate quando in campagna elettorale Forza Italia prometteva un “aumento delle pensioni minime fino a 1.000 euro”? Ecco, il risultato di quella promessa è il bonus di 100 euro l’anno che verrà riconosciuto a decorrere dall’1 gennaio 2026.
Ma andiamo con ordine. Per garantire un maggior sostegno a coloro che percepivano un importo di pensione che non supera il valore del trattamento minimo Inps, il governo Meloni ha introdotto una rivalutazione straordinaria - che si aggiunge a quella ordinaria effettuata tenendo conto del tasso di inflazione accertato - pari inizialmente al 2,7% per il 2024, ridotta al 2,2% nel 2025 e appunto all’1,3% nel 2026.
Anziché aumentare negli anni, quindi, il valore percentuale dell’incremento si riduce e questo fa sì che rispetto all’anno precedente venga riconosciuto sempre meno. Come anticipato, però, questo non comporta una riduzione del valore nominale di quanto effettivamente percepito, visto che la quota base sulla quale si calcola l’aumento gode ogni anno dell’incremento dovuto all’inflazione.
Per fare chiarezza, nel 2024 la pensione minima era pari a 598,61 euro mensili, che con l’aggiunta del 2,7% è salita fino a 614,77 euro. Nel 2025, invece, 603,40 euro è la pensione minima base, che per merito dell’ulteriore rivalutazione sale a 616,67 euro al mese, appena 2 euro in più rispetto all’anno prima. E nel 2026? La buona notizia è che la rivalutazione sarà dell’1,4%, portando così la quota base a 611,85 euro: con l’aggiunta dell’ulteriore 1,3% si sale a 618,94, altri 2 euro in più quindi rispetto all’anno precedente.
Se si guarda al valore nominale del bonus, quindi, sono circa 8 euro in più al mese rispetto a quanto sarebbe spettato senza, a fronte di un importo annuo appena superiore a 100 euro. Ma se invece si fa un confronto con l’anno precedente, il valore del bonus è molto più basso: sono circa 2 euro al mese, 26 euro l’anno. Troppo poco per chi prometteva di raggiungere i 1.000 euro mensili.
A chi spetta l’aumento
Ricordiamo che questo aumento spetta a tutti coloro che percepiscono una pensione di importo inferiore al trattamento minimo Inps, che appunto il prossimo anno sarà di circa 611,85 euro. E non per forza serve beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo - ossia quello strumento che porta l’importo della pensione percepita a raggiungere perlomeno la soglia minima garantita dall’Inps - per avere diritto alla rivalutazione straordinaria. Questo significa che spetta anche a coloro che hanno la pensione calcolata interamente con il contributivo, i quali non hanno diritto all’integrazione.
Basta stare sotto la soglia dei 611,85 per avere diritto all’ulteriore aumento, calcolato applicando la percentuale dell’1,3% sull’importo percepito. Quando non si arriva a 611,85 euro, quindi, l’importo del “bonus” è più basso rispetto ai 100 euro suddetti e rispetto all’anno prima spetta ancora meno.
A tal proposito, ecco una tabella che mette in mostra gli aumenti mensili a seconda di qual è l’importo della propria pensione.
| Importo pensione (senza rivalutazione straordinaria) | Rivalutazione straordinaria 1,3% | Nuovo importo (con rivalutazione) |
|---|---|---|
| 200 | +2,60 | 202,60 |
| 300 | +3,90 | 303,90 |
| 400 | +5,20 | 405,20 |
| 500 | +6,50 | 506,50 |
| 600 | +7,80 | 607,80 |
| 611 | +7,94 | 618,94 |
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