Pensioni Forze Armate, la Cassa di Previdenza verso il fallimento

Simone Micocci

24/02/2017

Pensioni Forze Armate, ultime novità: continua a preoccupare la situazione economica della Cassa di Previdenza. Se lo Stato non farà qualcosa, infatti, rischia il default entro pochi anni.

Pensioni Forze Armate, la Cassa di Previdenza verso il fallimento

Pensioni militari, la Cassa di Previdenza delle Forze Armate sta fallendo?

Continua a tenere banco la delicata questione della Cassa di previdenza delle Forze Armate, che secondo alcuni esperti rischia di fallire nei prossimi anni.

Dopo che nei mesi scorsi dal Co.Ce.R. erano pervenute delle preoccupanti segnalazioni sullo stato di salute della Cassa di previdenza delle Forze Armate, oggi è arrivato l’appello della deputata Tatiana Basilio (Movimento 5 Stelle) della Commissione Difesa al Ministro Pinotti, affinché l’amministrazione si prenda carico delle spese necessarie per salvare la Cassa.

L’allarme era stato dato lo scorso ottobre, nel corso dell’ultima riunione con il Co.Ce.R., quando il vertice militare ha ribadito l’importanza di un preciso intervento normativo che possa salvare la Cassa di Previdenza delle Forze Armate da un destino ormai certo. Se non si farà qualcosa al più presto, infatti, l’istituto che oggi garantisce una previdenza complementare al personale militare andrà in default a partire dal 2022.

Una notizia che mette in allarme i circa 270mila iscritti alla Cassa di Previdenza delle Forze Armate, che rischiano di perdere le indennità supplementari e assegni vitalizi. Prima di vedere nel dettaglio le motivazioni che porteranno al default della Cassa di Previdenza delle Forze Armate mettendo a rischio più di 270mila pensioni militari, ripercorriamo le tappe che hanno portato all’istituzione di questo organo.

Pensioni militari: cos’è la Cassa di previdenza delle Forze Armate?

La Cassa di Previdenza è un organo dotato di personalità giuridica di diritto pubblico non economico istituito nell’ambito della struttura organizzativa del Ministero della Difesa tramite il D.P.R. del 4 dicembre 2009.

Questo organo, nato ufficialmente il 1 luglio 2010, deriva dall’accorpamento delle varie Casse Militari costituite negli anni trenta per le esigenze previdenziali degli Ufficiali e Sottufficiali di ogni Forza Armata italiana. Le basi per l’accorpamento furono poste già nel 2008 dal Governo Prodi, che nella finanziaria indicò le norme per il riordino delle casse militari. La messa in atto del progetto, però, avvenne sotto il Governo di Silvio Berlusconi, il cui obiettivo fu quello di ridurre gli organi collegiali e di gestione.

La Cassa di Previdenza delle Forze Armate è sottoposta alla vigilanza del Ministro della Difesa, supportato dal capo di Stato Maggiore della Difesa e dai dirigenti dell’Amministrazione. Il compito della Cassa è di corrispondere agli iscritti delle prestazioni previdenziali integrative una volta raggiunta la pensione.

“La Cassa di Previdenza sta fallendo”: l’appello del Movimento 5 Stelle

La deputata M5S Tatiana Basilio, componente della IV Commissione Difesa, presentando un’interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa ha fatto il punto sulla situazione critica in cui versano le finanze della Cassa di previdenza delle Forze Armate.

Una situazione a cui, secondo la Basilio, il Governo sta assistendo passivamente senza assumere alcun provvedimento, in netto contrasto con i principi propri al welfare-state per il quale la garanzia dei trattamenti pensionistici e delle prestazioni previdenziali dovrebbero essere una priorità per lo Stato.

A tal proposito la Basilio ha chiesto al Ministro Pinotti di intervenire al più presto preoccupandosi di tutti coloro che hanno servito lo Stato attraverso i ruoli delle Forze Armate.

Ma entro quando potrebbe fallire la Cassa di Previdenza? Per scoprirlo dobbiamo tornare alla riunione del Co.Ce.r di ottobre, quando lo Stato Maggiore della Difesa fece una previsione riguardo al default della Cassa.

Pensioni Militari, novità: la Cassa di Previdenza delle Forze Armate rischia il default?

La storia della Cassa di Previdenza delle Forze Armate potrebbe durare solamente 12 anni. Infatti, lo Stato Maggiore della Difesa ne ha previsto il default a partire dal 2022.

Questo allarme si basa su diversi fattori. In primis, sulla relazione di approvazione del Bilancio consolidato per l’esercizio finanziario del 2015, dove è stato rilevato il trend negativo degli esercizi finanziari successivi al 2012. Questo denota l’insostenibilità del sistema previdenziale complementare per le Forze Armate, che ad oggi è basato esclusivamente sui contributi versati dagli iscritti.

Nel dettaglio, questi versano all’organo il 2% dell’80% della retribuzione tabellare, per poi percepire liquidazioni e indennità calcolate sull’ultima retribuzione per ogni anno di servizio effettivo di iscrizione al relativo fondo. Inoltre, ma solamente per gli ufficiali, sono previsti assegni vitalizi determinati ogni anno tramite un decreto del Ministero della Difesa.

Un sistema insostenibile che va assolutamente riformato, altrimenti rischia di sparire per sempre. L’allarme lanciato dallo Stato Maggiore delle Difesa sta suscitando molta preoccupazione tra i circa 270.000 militari iscritti ai fondi di previdenza integrativa; cosa ne sarà delle loro indennità supplementari? Che fine farà l’assegno speciale? Se lo stanno chiedendo in molti, ma al momento il futuro per le pensioni integrative dei militari non è dei più rosei.

Per questo motivo i membri del Co.Ce.r (Consiglio Centrale di Rappresentanza del personale militare) presenti all’incontro hanno chiesto di entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione della Cassa. Richiesta respinta per adesso, visto che nel Cda della Cassa di Previdenza ci sono già diversi militari in rappresentanza delle varie Forze Armate, supportati dai dirigenti della Corte dei Conti e del Ministero delle Finanze.

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