Pensione con 5 anni di contributi: quali possibilità nel 2021?

Antonio Cosenza

15/12/2020

25/10/2022 - 12:08

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Per andare in pensione sono richiesti almeno 5 anni di contributi: ecco quali sono le opzioni che permettono il collocamento in quiescenza con pochi anni di contribuzione.

Pensione con 5 anni di contributi: quali possibilità nel 2021?

Pensione: in vista dell’arrivo del nuovo anno continua la nostra serie di approfondimenti riguardo alle opzioni per il pensionamento a cui poter ricorrere nel 2021 per uscire dal mercato del lavoro.

Va detto che anche il prossimo anno sarà richiesto un minimo di anni di contributi per andare in pensione. Non è possibile, infatti, andare in pensione senza aver mai lavorato, a meno che non sussistano le condizioni - economiche - per aver diritto alla pensione sociale, prestazione assistenziale riconosciuta, al compimento dei 67 anni, a coloro che non presentano i requisiti per andare in pensione e sono in una condizione di bisogno economico.

Qual è allora il minimo di contributi utili per andare in pensione? Ci sono due diverse opzioni per il pensionamento dove l’assegno è riconosciuto con soli 5 anni di contributi. Nel primo caso si tratta di una possibilità riservata ai soli lavoratori che rientrano interamente nel regime contributivo del calcolo dell’assegno; la seconda, invece, è quella che per gli invalidi al 100% porta al riconoscimento della pensione d’invalidità di tipo previdenziale.

Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi: quando spetta?

Con il passaggio dal regime di calcolo retributivo al contributivo sono state anche riconosciute delle opzioni per il pensionamento riservate a coloro che, avendo iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, rientrano interamente nel regime contributivo.

Una di queste opzioni è quella che consente di accedere alla pensione di vecchiaia con molti meno contributi rispetto ai 20 anni richiesti dalla misura ordinaria: con l’opzione contributiva, infatti, sono sufficienti 5 anni di contribuzione. Attenzione: deve trattarsi di contribuzione “effettiva”, ossia obbligatoria, volontaria e da riscatto. Ai fini del calcolo della contribuzione necessaria per andare in pensione, quindi, non si tiene conto della contribuzione figurativa.

Va detto, però, che per l’accesso alla pensione di vecchiaia contributiva l’età anagrafica in cui si matura il diritto all’assegno è molto più avanzata. Non si accede, infatti, alla pensione a 67 anni, bensì a 71 anni (inizialmente questo requisito era pari a 70 anni, poi però è stato adeguato alle aspettative di vita con un incremento complessivo di 12 mesi).

Pensione d’invalidità con 5 anni di contributi

Altra possibilità per il riconoscimento di un assegno di pensione con soli 5 anni di contribuzione è quella offerta dalla pensione d’invalidità di tipo contributivo. Ci sono, infatti, due diverse forme di pensione d’invalidità:

  • quella di tipo assistenziale, riconosciuta agli invalidi civili - parziali e totali - che versano in uno stato di bisogno economico;
  • quella di tipo previdenziale, riconosciuta agli invalidi civili che possono vantare una contribuzione.

Per beneficiare di quest’ultima è come prima cosa necessario avere un’invalidità riconosciuta del 100%; spetta, quindi, solamente a coloro ai quali è stata accertata la totale inabilità lavorativa. L’invalidità, però, deve essere derivata da cause esterne al rapporto di servizio (diversamente, infatti, questi avrebbero diritto alla pensione privilegiata).

È riconosciuta, in quanto misura a carattere previdenziale, solamente a coloro che risultano iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, ai fondi sostitutivi della stessa, o anche alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.

Attenzione: non è previsto alcun minimo anagrafico per richiedere la pensione d’invalidità di tipo previdenziale. Sono sufficienti 5 anni di contributi, purché 3 di questi siano stati maturati nei 5 anni precedenti alla data in cui si presenta la domanda per il pensionamento.

Si ricorda che il riconoscimento della pensione per assoluta e permanente inabilità a qualsiasi attività lavorativa non è compatibile con alcun tipo di attività professionale, sia che si tratta di lavoro autonomo che dipendente. Per lo stesso motivo, la concessione della pensione comporta l’obbligo della cancellazione da elenchi, albi o ordini professionali.

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