Pensione Forze Armate: aumenta l’età pensionabile? Ecco la decisione del Governo

Antonio Cosenza

9 Novembre 2019 - 11:50

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Pensioni Forze Armate e Polizia, aumento dell’età pensionabile dal 1° gennaio 2021? Il Ministero del Lavoro dice no: requisiti confermati per i prossimi tre anni, novità solo dal 2023.

Pensione Forze Armate: aumenta l’età pensionabile? Ecco la decisione del Governo

Il personale delle Forze Armate e di Polizia guarda interessato agli ultimi sviluppi riguardo ad un possibile aumento dell’età pensionabile nel 2021.

Ricordiamo, infatti, che nonostante il personale in divisa non sia stato incluso nella Legge Fornero, anche i loro requisiti per il pensionamento vengono adeguati - ogni due anni - alle aspettative di vita rilevate dall’ISTAT.

Da quando è stato introdotto il meccanismo dell’adeguamento con le aspettative di vita ha comportato un incremento di un anno per l’età pensionabile delle Forze Armate e di Polizia. L’ultimo aggiornamento dei requisiti c’è stato nel 2019, quando l’accesso alla pensione per il personale impiegato nei comparti Difesa e Sicurezza (così come per la generalità dei pensionati) è stato ritardato di altri 5 mesi.

Per intenderci, mentre inizialmente l’età ordinamentale per gli agenti della Polizia di Stato era pari a 60 anni, per effetto dei vari adeguamenti con le aspettative di vita intervenuti in questi anni oggi è di 61 anni.

Ebbene, mentre per il 2020 vi è la certezza che i requisiti per l’accesso alla pensione di Forze Armate e di Polizia (come anche per i Vigili del Fuoco) resteranno invariati, più dubbi c’erano per il 2021 quando questi potrebbero essere nuovamente adeguati ad un possibile incremento delle speranze di vita. Perché se è vero che si vive sempre di più, è altrettanto vero che per le attuali regole è giusto che si passi più tempo lavorando.

A decidere se dal 1° gennaio 2021 l’età pensionabile dovesse aumentare ulteriormente è il Ministero del Lavoro, il quale proprio in queste ore ha pubblicato un decreto ministeriale con il quale ha ufficializzato la sua decisione.

Pensione sempre più tardi per le Forze Armate?

Secondo le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, c’era il rischio concreto che l’età pensionabile aumentasse ancora. Questo perché l’ISTAT ha rilevato un nuovo incremento delle speranze di vita: rispetto al 2017, quando le aspettative di vita erano pari a 82,7 anni, nel 2018 questo dato è salito di ulteriori tre mesi toccando quota 83 anni.

Un incremento di tre mesi che in ottica pensioni poteva comportare un aumento di un mese per l’età pensionabile; tuttavia, per la soddisfazione di coloro che sono in procinto di andare in pensione, non sarà così dal momento che il Ministero del Lavoro ha ufficializzato che per il 2021 non ci sarà alcun innalzamento dei requisiti per la pensione.

Il limite anagrafico è stato confermato, visto che la variazione accertata a consuntivo dall’ISTAT per l’intero biennio 2017-2018 (rapportata al valore del 2016) è risultata essere inferiore ad un mese.

Ad essere presa in considerazione per un eventuale aggiornamento dei requisiti per la pensione, infatti, non è la speranza di vita sopra indicata, bensì quella a 65 anni; l’Istat ha rilevato che questa - facendo una media tra uomini e donne - è pari a 20,9 anni, riscontrando una variazione, rispetto al periodo di confronto, insufficiente da motivare un nuovo incremento dell’età pensionabile.

Pensione Forze Armate e di Polizia: i requisiti

Fino al 31 dicembre 2022, quindi, i requisiti per l’accesso alla pensione di Forze Armate e di Polizia saranno i seguenti:

  • pensione di vecchiaia: limite ordinamentale (da 61 a 66 anni a seconda della qualifica) più 20 anni di contributi;
  • pensione anticipata (opzione uno): 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica;
  • pensione anticipata (opzione due): 58 anni di età e 35 anni di contributi;
  • pensione anticipata (opzione tre): 54 anni di età qualora entro il 31 dicembre 2011 sia stata raggiunta la massima anzianità contributiva (aliquota dell’80%).

Si ricorda, inoltre, che per coloro che al raggiungimento dell’età ordinamentale (al netto degli adeguamenti intervenuti in questi anni) hanno maturato 35 anni di contributi, non si applica l’aggiornamento con le speranze di vita. Si può andare in pensione, quindi, all’età di 60 anni (aumentabile fino a 65 anni a seconda del ruolo e del grado).

Concludiamo con quella che non è una buona notizia: sembra che nel biennio 2023-2024 l’età pensionabile invece aumenterà. Secondo le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato, contenute nell’ultimo Rapporto sulla spesa pensionistica (pubblicato nel settembre 2019), alla data del 1° gennaio 2023 scatterà un incremento di tre mesi per i requisiti per la pensione.

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