Non sempre per i titolari di partita Iva vige l’obbligo di versare i contributi previdenziali all’Inps. Vediamo quali sono i casi che prevedono l’esonero.
Quando si decide di aprire una partita Iva molto spesso si è frenati dalle spese contributive e fiscali che questo potrebbe comportare. Liberi professionisti e lavoratori autonomi hanno l’obbligo di versare all’Inps i contributi previdenziali, ma questo non deve scoraggiare dall’apertura della partita Iva poiché in alcune specifiche situazioni si può essere esonerati dall’obbligo di versamento contributivo.
Come abbiamo detto, però, l’esonero è riconosciuto solo in determinati casi, in tutti gli altri il professionista o l’autonomo è costretto al versamento.
Non pagare i contributi Inps quando si lavora con partita Iva, è il desiderio di ogni lavoratore autonomo. A differenza dei contributi dovuti dai lavoratori dipendenti, infatti, quelli del lavoratore autonomo devono essere versati dall’interessato e comportano una spesa molto onerosa. Proprio per questo chi lavora con la partita Iva cerca sempre un modo per evitare il pagamento. È davvero possibile avere una partita Iva e non versare i contributi?
Per il lavoratore autonomo che decide di aprire la partita Iva l’iscrizione alla cassa previdenziale è obbligatoria. Per i professionisti senza cassa l’iscrizione è obbligatoria alla Gestione Separata Inps, mentre per i professionisti con albo/ordine è prevista una cassa previdenziale professionale in cui versare i propri contributi.
Ci sono casi specifici (e limitati) in cui il lavoratore autonomo che apre partita Iva non è tenuto a versare i contributi all’Inps (o alla propria cassa previdenziale). In questo articolo vedremo quali sono le casistiche e a chi si applicano.
Partita Iva senza versare i contributi Inps
La regola generale vuole che il professionista che apre una partita Iva debba sempre versare i contributi all’Inps o alla propria cassa professionale. L’obbligo contributivo, infatti, così come grava sui lavoratori dipendenti, è un onere che devono sostenere anche i lavoratori autonomi.
Ci sono dei casi, però, in cui il versamento non è dovuto e nello specifico sono:
- lavoratore dipendente full time che apre partita Iva;
- professionista/autonomo che non fattura durante l’anno;
- apertura partita Iva sfruttando accordi sulla previdenza con Stati esteri.
Lavoratore dipendente con partita Iva
Se un lavoratore dipendente con contratto di lavoro full time, decide di aprire una partita Iva può evitare di versare i contributi Inps per il lavoro autonomo. C’è una norma, infatti, che esonera i dipendenti che esercitano anche lavoro autonomo dal versamento contributivo.
Questo accade perché si presume che il lavoro dipendente, essendo full time, rappresenti l’attività principale del soggetto per la quale, tra l’altro, i contributi previdenziali sono versati dal datore di lavoro.
Bisogna, però, considerare che ci sono dei requisiti da rispettare per avere diritto all’esonero, che è riservato solo e soltanto a coloro che esercitano un’attività per la quale è richiesta l’iscrizione alla cassa previdenziale per artigiani e commercianti Inps.
Per non versare i contributi è necessario che il rapporto di lavoro dipendente sia full time e che il reddito derivante dalla partita Iva non sia quello prevalente. Per l’esonero è importante che il professionista non sia iscritto alla Gestione Separata Inps poiché in questo caso, anche se lavoratore dipendente full time, sarebbe costretto a versare i contributi anche nella Gestione Separata (anche se con una riduzione di due punti percentuali).
Partita Iva che non fattura nulla
Un’altra ipotesi nella quale non è previsto il versamento dei contributi Inps è quella della partita Iva che non fattura. Bisogna però, anche in questo caso, fare un distinguo perché la regola è valida per i professionisti senza ordine o albo che versano i propri contributi nella Gestione Separata Inps. In questo caso, se non c’è attività svolta nell’anno, i contributi previdenziali non sono dovuti. In questo caso, infatti, i contributi si calcolano sul reddito lordo prodotto: senza guadagni non ci sono contributi da versare.
Per chi esercita, invece, attività di artigianato e commercio, anche in mancanza di entrate i contributi minimi vanno comunque versati e lo stesso vale per i professionisti con cassa che, anche in mancanza di entrate, sono chiamati a versare in ogni caso la contribuzione minima.
Professionisti che non versano contributi Inps
Delle tre ipotesi questa è quella sicuramente più complessa perché richiede che il professionista che si trasferisca in Italia da un Paese estero (con cui l’Italia ha sottoscritto accordi bilaterali che prevedono anche agevolazioni previdenziali) e continui a versare i contributi nel suo Paese di origine in cui ha versato fino a quel momento.
Si tratta di un’ipotesi abbastanza remota che prevede, ovviamente, che non si versino i contributi Inps, ma che comunque i contributi siano versati lo stesso alla previdenza del Paese estero. Quindi, non si tratta di un vero e proprio esonero contributivo che, come abbiamo visto, è riservato a pochissime casistiche. La contribuzione previdenziale, infatti, rimane obbligatoria anche per chi svolge lavoro autonomo con partita Iva.
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