Cerchi lavoro? In altri Paesi potresti trovare quello di cui hai bisogno. La Svezia è un esempio: guadagni tanto e spendi, ad esempio per l’energia in casa, molto poco.
In un momento in cui sempre più persone valutano l’idea di trasferirsi all’estero per cercare condizioni di vita e lavoro migliori, la Svezia si conferma una delle destinazioni migliori per cambiare vita.
E non è difficile capirne il motivo: qui lo stipendio medio netto supera i 3.000 euro al mese, mentre il costo dell’energia elettrica è tra i più bassi d’Europa, addirittura quasi la metà rispetto alla media Ue.
Ma non è solo una questione di numeri. La Svezia offre un modello di vita in cui benessere, sicurezza economica e qualità dei servizi pubblici sono dei diritti garantiti. E il mercato del lavoro offre diverse opportunità, con oltre 14.000 posizioni disponibili sul portale europeo Eures, molte delle quali rivolte anche ai cittadini italiani.
Dagli ingegneri ai saldatori, dai project manager agli operatori sanitari, passando per ruoli diplomatici o nel settore retail: le opportunità non mancano, e i vantaggi nemmeno. Scopriamo perché trasferirsi e lavorare in Svezia può davvero cambiare la vita e per quali profili ci sono oggi maggiori possibilità di impiego.
Lavorare in Svezia conviene, ecco perché
Partiamo da un’analisi dello stipendio: in Svezia le retribuzioni medie sono oltre la soglia europea, con un guadagno annuo lordo di 44.619 euro (rispetto ai 32.749 dell’Italia). Il netto mensile medio è pari a circa 3.126 euro. Non esiste un salario minimo legale, il che rappresenta un elemento in comune con noi: anche il sistema svedese, infatti, è fondato esclusivamente sulla contrattazione collettiva (con copertura superiore al 90%).
Ma come tutti i Paesi in cui si guadagna di più, c’è da prendere in considerazione anche il costo della vita. In tal caso la differenza con l’Italia si riduce, ma in termini di potere d’acquisto delle retribuzioni, ossia la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con il proprio stipendio, fanno comunque meglio di noi. In Svezia, infatti, si prendono 36.516 PPS (il Purchasing power standard, ossia quella moneta artificiale che misura il potere d’acquisto) mentre in Italia 33.273.
Un dato significativo riguarda il costo dell’energia: le bollette elettriche in Svezia sono tra le più basse dell’Unione Europea, con una media di 0,085 €/kWh rispetto agli 0,189 €/kWh della media Ue.
Questo grazie a un mix energetico basato principalmente su fonti idroelettriche e nucleari, che rende la Svezia un Paese sostenibile e allo stesso tempo più conveniente nelle spese quotidiane.
Come anticipato, però, ci sono altri aspetti da considerare. Intanto perché le aziende svedesi, specialmente per quelle professioni particolarmente ricercate, sono solite riconoscere anche dei benefit: si va dal rimborso per servizi benessere, massaggi e palestra, in genere tra i 300 e i 400 euro l’anno, come pure una sorta di indennità di avviamento per coloro che lavorano in smart working. E ancora, la possibilità di noleggiare auto e avere alloggi in affitto a un prezzo scontato.
C’è poi tutto il discorso legato ai diritti. Qui ad esempio ai genitori spettano 480 giorni di congedo parentale retribuito all’80% (mentre in Italia sono 9 mesi complessivi, di cui solo 3 retribuiti all’80% e i restanti al 30%), mentre di ferie sono 25 giorni l’anno (più 9 festivi). E, almeno secondo le testimonianze raccolte, difficilmente non si arriva a un accordo con il datore di lavoro riguardo al quando usufruirne. Anzi, pensate che per incentivare i lavoratori a prendere ferie è persino prevista una maggiorazione pari al 12% dello stipendio lordo.
Molte aziende svedesi poi prevedono una sorta di “ora del benessere”: 60 minuti dell’orario di lavoro settimanale vengono dedicati alla condivisione con i colleghi, al fine di rafforzare il rapporto discutendo di tematiche che non c’entrano nulla con il lavoro.
Sempre al fine di bilanciare la vita lavorativa con quella familiare, poi, la legge svedese sull’orario di lavoro dà molto peso al risultato piuttosto che all’effettiva presenza in ufficio. Ciò si riversa anche sugli straordinari: solo l’1% degli svedesi li fa, ma ciò non incide minimamente sulla produttività dove la Svezia è tra le prime aziende in Europa.
Insomma, ci sono diverse ragioni che rendono straordinario lavorare in Svezia - e non ci siamo neppure soffermati sulla qualità della vita, dove ad esempio è nell’8a posizione in classifica mentre l’Italia è 25a - dove tra l’altro è possibile trasferirsi senza neppure troppa difficoltà visto che si tratta di un Paese dell’Unione Europea.
Quali sono le professioni più ricercate in Svezia
Se vuoi lavorare in Svezia dovresti partire dal consultare il portale Eures, dove vengono pubblicati diversi annunci provenienti dai vari Paesi europei. Ad esempio, per la Svezia ce ne sono più di 40.000, di cui circa 1.700 con contrassegno Eures, ossia quelle pubblicate sotto la supervisione di un consulente Eures e che quindi possono essere considerate le più affidabili.
Da un’analisi di questi annunci di lavoro - a cui potete candidarvi direttamente dal portale Eures - ne risulta che in Svezia al momento si cercano principalmente profili tecnici, sanitari e del settore dei servizi.
Le figure più richieste includono tecnici e ingegneri specializzati, soprattutto nei settori dell’energia, dell’automotive e dell’industria manifatturiera. C’è una forte domanda per meccanici e tecnici per il ricondizionamento di veicoli elettrici, operatori CNC, ingegneri chimici ed esperti di processo per la produzione di idrogeno, oltre a ingegneri della sicurezza nei reattori nucleari.
Anche il settore sanitario è attivo nella ricerca di personale qualificato, in particolare radiologi e tecnici di radioterapia.
Non mancano le opportunità per i professionisti dell’informatica, con posizioni aperte per project manager junior, ingegneri QA nel settore del gaming e sviluppatori embedded con esperienza in C/C++.
Nel campo dei servizi e dell’ospitalità, sono molto ricercati camerieri e personale di sala per ristoranti e hotel, così come assistenti personali e figure amministrative. A livello sportivo e ricreativo, c’è richiesta per istruttori e allenatori sportivi, in particolare nell’ambito del tennis.
Infine, si cercano addetti alla vendita e operatori di negozio, a dimostrazione di una domanda stabile anche nel settore del commercio al dettaglio.
Cercano italiani e non solo, le ultime offerte di lavoro
Oltre alle professioni più ricercate, sul portale Eures sono disponibili migliaia di offerte di lavoro rivolte anche a cittadini italiani. Attualmente ci sono circa 14.000 posizioni aperte per la Svezia, di cui 1.400 con il contrassegno Eures, ovvero selezionate da consulenti esperti e quindi particolarmente affidabili.
Tra le proposte più interessanti troviamo diverse opportunità nel settore diplomatico, come quelle offerte dall’Ambasciata Australiana a Stoccolma, che cerca profili per incarichi di policy analysis e ricerca, con stipendi mensili fino a 50.975 corone svedesi (circa 4.400 euro al mese). Si tratta di ruoli a tempo pieno e con possibilità di rinnovo, ideali per candidati con ottima conoscenza dell’inglese e del russo, esperienza in relazioni internazionali e capacità di analisi geopolitica.
Non mancano poi offerte nella meccanica e nella produzione industriale: ad esempio, un’azienda svedese con sede a Vislanda cerca saldatori con esperienza, in grado di lavorare in autonomia leggendo i disegni tecnici. Anche nel settore edilizio ci sono opportunità immediate, come quelle per copritetti e carpentieri in città come Jönköping e Göteborg, dove è richiesta una buona manualità, patente di guida e in alcuni casi conoscenza di base della lingua inglese o svedese.
Nel commercio al dettaglio e nella logistica sono disponibili posizioni per analisti e ingegneri, mentre nel campo tecnico e ingegneristico sono attive offerte come rappresentanti commerciali e tecnici consulenti.
Ricordiamo che tutte queste offerte sono accessibili dal portale Eures, dove è possibile consultare i dettagli, inviare la candidatura e, in molti casi, anche ricevere assistenza durante il processo di selezione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA