Omicron e influenza insieme: cos’è la twindemia e perché c’è il rischio di una doppia ondata

Rosaria Imparato

8 Ottobre 2022 - 15:51

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Allarme doppia ondata e aumento di contagi con chi contrae Omicron e l’influenza insieme. Le conseguenze non sono banali: cos’è la twindemia.

Omicron e influenza insieme: cos’è la twindemia e perché c’è il rischio di una doppia ondata

Non bastava Omicron, con la nuova allarmante crescita di casi Covid: ora c’è il rischio di una doppia ondata. Si parla di twindemia, epidemia gemellare (parola che deriva dal termine inglese «twins», che significa gemelli), perché oltre alla variante Omicron c’è da fare i conti con l’influenza stagionale.

La mascherina, alleata durante questi due inverni di pandemia, insieme alle altre misure come la distanza interpersonale, il lavarsi più spesso le mani, aveva quasi annullato l’influenza «normale». Le nostre difese immunitarie hanno avuto meno contatti virali, e ora esiste il rischio di una doppia ondata. E anche se i sintomi sono più leggeri, non significa che le conseguenze siano meno gravi.

Omicron e influenza insieme: cos’è la twindemia e perché c’è il rischio di una doppia ondata

Per due inverni abbiamo sempre tenuto la mascherina, e questo comportamento insieme alle altre precauzioni come la distanza interpersonale, ci ha portato ad ammalarci sempre meno di influenza, perché i rischi di esposizioni a virus sono stati drasticamente ridotti. Buon segno? Non proprio. Ora che sono cambiate le regole per le mascherine, per esempio non sono più obbligatorie sui mezzi pubblici, aumentano le possibilità di avere contatti virali.

Tutto ciò mentre la situazione dei contagi continua a peggiorare. Secondo il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, l’indice Rt mostra una tendenza al rialzo raggiungendo quota 1,18, perciò superiore al limite epidemico, con il numero di casi Covid a quota 441 ogni 100mila abitanti.

Il tasso di occupazione di ricoveri per i pazienti Covid è all’8,2% nei reparti di area medica, mentre è all’1,8% nei reparti di terapia intensiva. Le percentuali sono al di sotto della soglia critica, tuttavia si registra un aumento abbastanza rilevante. Con l’aumento della velocità di circolazione del virus secondo Rezza è bene “mantenere comportamenti ispirati alla prudenza e soprattutto fare le dosi di richiamo di vaccino, in particolare per le persone più fragili e gli ultra 60enni”.

E anche se i sintomi dell’influenza sono più leggeri, non sono da sottovalutare: le varianti Omicron o Cerberus, se insieme a un virus respiratorio o un’influenza, possono avere conseguenze gravi.

Omicron e influenza: sintomi e conseguenze della twindemia

Bolzano potrebbe rappresentare un punto di osservazione per questa situazione critica, perché ha i reparti ospedalieri pieni al 25% di pazienti Covid, 10 punti percentuali al di sopra della soglia per tenere il sistema sotto controllo. Christian Wiedermann dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano spiega al Messaggero che questa doppia ondata fa salire i casi in cui è necessaria la respirazione assistita:

“In autunno e inverno in Alto Adige potremmo riscontrare più infezioni simultanee causate da diversi virus respiratori. Spesso una doppia infezione comporta un decorso più grave della malattia e anche un incremento della mortalità. In Inghilterra sono state rilevate doppie infezioni virali in circa l’8% dei pazienti che hanno contratto il Covid. In casi di questo tipo il rischio di dover ventilare meccanicamente i pazienti raddoppia.”

Nemmeno oltre oceano le premesse sono positive: negli Stati Uniti la previsione è di 50.000 decessi legati all’imminente epidemia influenzale, oltre a essere stimati 150.000 decessi annuali per coronavirus.

Twindemia, il consiglio dell’esperto è di vaccinarsi anche contro l’influenza stagionale

Wiedermann prevede un aumento del numero di casi nell’attuale stagione influenzale, prendendo anche in considerazione quello che sta succedendo in Australia, in cui le infezioni influenzali sono aumentate del 25% rispetto al 2019. I minori contatti virali, spiega l’esperto, “contribuiscono alla nostra continua protezione immunitaria”.

Anche perché, da quando è scoppiata la pandemia, sono diminuite le persone che si sono vaccinate contro l’influenza: di conseguenza, spiega Wiedermann, "una parte aggiuntiva della nostra protezione immunitaria è andata persa. Pertanto consiglio vivamente la vaccinazione antinfluenzale in questo autunno. La vaccinazione protegge anche dalla variante «australiana» dell’influenza".

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