Taglio parlamentari: c’è l’ok della camera

Marco Ciotola

9 Maggio 2019 - 16:39

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Via libera dalla Camera alla proposta di legge che taglia il numero dei parlamentari: 310 sì contro 107 no. Cosa prevede la riforma?

Taglio parlamentari: c’è l’ok della camera

Via libera dalla Camera al taglio del numero di parlamentari. Con 310 voti favorevoli a prevalere sui 107 contrari (solo 5 gli astenuti), è arrivata l’approvazione alla proposta di legge che taglia il numero di senatori e deputati.

Sbilanciati decisamente verso il sì i voti di Movimento 5 stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre i no sono arrivati da Partito Democratico, +Europa, Liberi e Uguali e Civica Popolare.

Un passo importante verso una riforma dell’assetto costituzionale italiano, che tuttavia rappresenta solo il primo dei due passaggi necessari prima dell’ok definitivo.

Le opzioni ora, però, sono solo due: l’approvazione o il rifiuto in blocco, considerando che il provvedimento non ha subìto nessun tipo di modifica.

Ok a taglio parlamentari: cosa prevede la riforma?

Ancora due i passaggi che il testo deve fare prima del via libera definitivo, ovvero quelli a Palazzo Madama e Montecitorio. In questi ambiti, vista l’assenza di modifiche, potrà essere solo approvato o respinto in blocco.

Il documento prevede che il numero dei deputati si riduca da 630 a 400, da 315 a 200 quello dei senatori. Tra questi ultimi varia anche il numero minimo di senatori eletti per regione, che passa da 7 a 3 (solo Molise e Valle d’Aosta mantengono rispettivamente 2 e 1 senatore).

Scende invece a 8 il numero dei parlamentari eletti all’estero (dai precedenti 12), dimezzati i senatori, che passano da 8 a 4.

Infine, il numero di senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica viene fissato a 5, colmando in questo senso la scarsa chiarezza della legge attualmente in vigore.

Nel complesso, la riforma porterebbe a 600 il numero dei parlamentari, una misura che diventerebbe operativa solo a partire dal primo scioglimento delle Camere successivo alla data di entrata in vigore.

Ora il documento approderà nuovamente in Senato per il secondo esame, dopo l’ultima lettura risalente allo scorso 7 febbraio.

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