Sulle strutture a tassi fissi e crescenti l’attesa del passaggio di step è atteso come una festa al pari della data di stacco cedola
Negli ultimi anni molti investitori retail hanno sottoscritto prodotti con strutture dei rendimenti del tipo step-up. Pensiamo a chi ha comprato i BTP Futura nel biennio 2020-’21 o alle 5 serie dei BTP Valore dal 2023 ad oggi.
Si tratta sempre di titoli di Stato al pari degli altri, ma con caratteristiche proprie che molti altri titoli del Tesoro non hanno. Ad esempio oggi nuova cedola e in più c’è l’aumento dei tassi di interesse su questo BTP Valore. Vediamo di chi si tratta.
Le strutture dei tassi di interesse sulle obbligazioni
Sul mercato si trovano diverse forme di strutture dei tassi. Di norma i più diffusi sono quelli a fissi e costanti, dove l’emittente paga lo stesso interesse annuo dal principio alla fine. Qui a variare è la solidità del debitore (rating), la tassazione sui proventi, la periodicità di stacco cedola e, appunto, il tasso nominale annuo. L’alternativa prima al fisso e costante è il variabile, come lo sono i BTP Italia di cui il mese scorso c’è stata una nuova emissione.
Tuttavia, dato che non esiste limite alla fantasia c’è che negli ultimi anni sono state proposte tante altre alternative. Pensiamo alle forme miste fisso/variabile, oppure alle strutture step-down, cioè fisse e decrescenti, o agli step-up, il caso inverso degli step-down.
Quest’ultimi stanno prendendo piede in casa MEF specie nelle emissioni retail, cioè rivolte a investitori individuali e famiglie. Il motivo? Semplice: cercare di tenere ancorato l’investitore fino alla scadenza del prestito obbligazionario. Ecco perché spesso troviamo il c.d. premio fedeltà finale, che in moltissimi altri titoli MEF non abbiamo.
Il BTP Valore 2027 a tassi fissi e crescenti
Le 5 serie del BTP Valore ad oggi emesse hanno tutte un payout del tipo fisso e crescente, c.d. step-up. È lo stesso meccanismo presente in genere sui buoni fruttiferi postali di medio e lungo termine.
Ora, venerdì 13 giugno è arrivato lo stacco cedola sul BTP Valore 2027 che, se vogliamo, presenta due sotto-caratteristiche nel perimetro dei titoli della famiglia dei Valore. La prima è che conserva ancora lo stacco semestrale della cedola, pagata ogni 13/06 e 13/12 di ogni anno fino a scadenza. Le serie successive pagano invece gli interessi ogni 3 mesi. La seconda è che si tratta del prodotto avente la durata più corta tra quelle ad oggi proposte, solo 4 anni di vita utile di maturazione.
Il titolo è stato emesso tra il 5 e il 9 giugno 2023, ha data godimento e regolamento 13/06/’23 e scadenza al 13/05/’27. Nell’occasione l’emittente raccolse 18, 191 mld di €, per un taglio medio a contratto di 28mila € scarsi.
I due codici ISIN del bond, quello speciale di emissione e l’ordinario attuale, sono, nell’ordine, IT0005547390 e IT0005547408. Tra due anni, cioè a scadenza, solo ai titolari del primo ISIN arriverà l’extra premio finale di fedeltà dello 0,5% lordo sul nominale sottoscritto.
Oggi nuova cedola e in più c’è l’aumento dei tassi di interesse su questo BTP Valore
Aldilà del premio finale, intanto c’è da considerare il flusso cedolare ordinario. Nello specifico del Valore ’27 la serie dei tassi nominali annui è pari a:
- 3,25% annuo lordo, il 2,84375% netto, per il 1° e 2° anno, cioè dal 13 dicembre 2023 sino al 13 giugno 2025;
- 4% (il 3,5% netto annuo) per il 3° e 4°, vale a dire dal 13 dicembre 2025 sino al 13 giugno 2027. Il prossimo 13/12 arriverà la nuova cedola maggiorata, ma il periodo di maturazione inizia il 13 giugno, quando il titolo da un lato paga il periodo pregresso e dall’altro riconosce un nuovo tasso.
Oggi il titolo prezza 103,35 sul mercato secondario, complice il generale ribasso dei rendimenti sul reddito fisso. A questi prezzi di mercato il ritorno effettivo a scadenza si attesta sul 2,26% (dati: Borsa Italiana), un punto e tre quarti al di sotto del nominale.
Salirà ancora il prezzo sul MOT? Difficile pensarlo, almeno per un paio di ragioni. Da un lato il bond ha solo 2 anni residui di vita, oggettivamente pochi per far decollare i corsi. Poi c’è lo storico dei prezzi, che ad oggi non si sono mai portati oltre 103,6. Infine, volendo, ne potremmo citare una terza, ossia l’entità del salto di tasso pari a tre quarti di punto. Non è poco, ma neanche così enorme tale da far scattare la corsa agli acquisti tra gli operatori di mercato.
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