Le nuove regole UE non piacciono agli esportatori di gas. «Dovete cambiarle subito»

Alessandro Nuzzo

23 Ottobre 2025 - 21:30

Stati Uniti e Qatar sono contro la direttiva Ue sulla sostenibilità aziendale e minacciano lo stop alle forniture di gas.

Le nuove regole UE non piacciono agli esportatori di gas. «Dovete cambiarle subito»

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, la Russia ha subito numerose sanzioni ed è stata progressivamente isolata dal mondo occidentale. Tra le misure adottate dagli Stati europei figura anche la decisione di interrompere gli acquisti di petrolio e gas da Mosca. Questa settimana, i ministri dell’Energia dell’Ue hanno stabilito di eliminare completamente le forniture di gas russo rimanenti entro il 2027, un passo considerato decisivo per garantire l’indipendenza energetica del continente.

Questa scelta ha costretto i Paesi europei a individuare nuove fonti di approvvigionamento. Tra queste figurano Stati Uniti e Qatar, oggi partner fondamentali per la fornitura di gas naturale liquefatto all’Europa. Attualmente, l’Ue importa circa il 16% del proprio gas dagli Stati Uniti e il 4% dal Qatar, ma tali quote sono destinate ad aumentare nei prossimi anni, man mano che le forniture dalla Russia si azzereranno e le infrastrutture europee si adatteranno ai nuovi flussi energetici.

Stati Uniti e Qatar contro la direttiva

Ora, però, una nuova direttiva europea rischia di compromettere gli accordi in corso. Si tratta della direttiva sulla due diligence nella sostenibilità aziendale (CSDDD), che impone alle imprese di garantire che le loro catene di fornitura rispettino rigorosi standard ambientali e in materia di diritti umani. In caso di violazioni, sono previste sanzioni severe, anche in presenza di danni ecologici o abusi sui lavoratori. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore entro il 2027 e prevedono multe fino al 5% del fatturato globale dell’azienda, una misura che ha sollevato forti discussioni anche all’interno dell’Unione.

La normativa non si applicherà solo alle imprese europee, ma anche a quelle extraeuropee che operano nel mercato comunitario e che registrano un fatturato netto superiore a 450 milioni di euro all’interno dell’Ue.

Appresa la notizia, Stati Uniti e Qatar hanno reagito con fermezza, esprimendo il proprio disappunto per la normativa. Entrambi i Paesi ritengono che la direttiva possa mettere a rischio la sicurezza energetica europea e compromettere l’accordo commerciale recentemente siglato tra l’Ue e Washington. È stata inviata una lettera congiunta a tutti i leader europei, nella quale si avverte che l’adozione della misura potrebbe avere gravi conseguenze sulle relazioni bilaterali e sulla stabilità delle forniture.

Solo lo scorso luglio, infatti, l’Unione europea aveva firmato con gli Stati Uniti un patto di fornitura di gas dal valore complessivo di 750 miliardi di dollari entro il 2028. Secondo indiscrezioni, sia il presidente francese Emmanuel Macron sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz avrebbero già chiesto di sospendere o modificare la direttiva, ritenendola potenzialmente dannosa per gli equilibri energetici e diplomatici del continente.

Il timore di restare senza gas, soprattutto ora che l’approvvigionamento dalla Russia è sempre più ridotto, sembra prevalere su tutto. D’altronde, Donald Trump si è dimostrato un interlocutore difficile, pronto a sospendere qualsiasi accordo che ritenga contrario agli interessi del suo Paese, e i leader europei vogliono evitare tensioni ulteriori con Washington.

Si prevede che i negoziati tra gli Stati membri dell’Ue e il Parlamento europeo sulla nuova direttiva inizieranno entro la fine di questa settimana, ma il confronto si preannuncia acceso e potrebbe durare mesi.

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