Nuove regole patente, l’Ue annuncia l’età massima per i conducenti

Simone Micocci

16 Giugno 2025 - 10:55

Nuove regole per la patente in arrivo? Ecco come possono cambiare le regole con la riforma voluta dall’Unione europea.

Nuove regole patente, l’Ue annuncia l’età massima per i conducenti

Età massima per la patente: cosa può cambiare con le nuove regole europee?

L’Unione europea sta portando avanti il piano Vision Zero, con l’ambizioso obiettivo di dimezzare le vittime della strada entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo, sono in arrivo importanti novità sulla patente di guida e sulle regole per la circolazione stradale nei Paesi membri.

Tra le misure più discusse c’è l’introduzione di una età massima per guidare valida in tutta l’Ue, che riguarderà soprattutto i conducenti anziani. Oltre tale soglia, la patente potrà essere rinnovata solo previo superamento di rigorosi controlli sull’idoneità psicofisica, per garantire sicurezza e prevenzione.

L’idea nasce dalla consapevolezza che, con l’avanzare dell’età, le capacità cognitive e motorie tendono a ridursi. Tuttavia, non esiste un’età “uguale per tutti”: lo stato di salute può variare molto da persona a persona, e proprio per questo i test dovranno essere personalizzati e non basati solo sull’età anagrafica.

In questo contesto, il modello italiano, che prevede già scadenze più ravvicinate della patente per gli over 70 e controlli medici obbligatori, rappresenta un possibile riferimento per l’Ue. Una soluzione che, tuttavia, potrebbe complicare la situazione nei Paesi che oggi non gestiscono in modo strutturato la mobilità senior.

L’UE annuncia l’età massima per i conducenti​

Secondo le istituzioni europee è opportuno fissare un’età massima per i conducenti per salvaguardare la sicurezza stradale. Ciò non vuol dire che ai conducenti anziani sarà automaticamente ritirata la patente, bensì che dovranno sottoporsi a controlli più specifici e ravvicinati per continuare a guidare.

Al momento è ancora tutto da decidere, ma tutto punta verso la soglia dei 65 anni, anche se non è da escludere che il dialogo con gli Stati Ue possa portare l’innalzamento del limite a 70 anni. A partire dalla soglia di età stabilita dall’Ue e poi recepita dagli Stati membri i conducenti senior dovranno sottoporsi a controlli medici ravvicinati per conservare la patente di guida.

In questo modo si evita la discriminazione ingiustificata dei conducenti over 65, che di fatto possono risultare perfettamente idonei alla guida. Allo stesso tempo, se l’età ed eventuali patologie hanno compromesso la capacità di guidare in sicurezza è possibile intervenire tempestivamente.

Le regole in Italia

Un meccanismo che gli italiani conoscono già bene, visto che nel Belpaese la validità della patente di guida si accorcia progressivamente con l’avanzare dell’età anagrafica. Nel dettaglio, per le patenti A e B la validità in Italia è di:

  • 10 anni fino al compimento di 50 anni;
  • 5 anni tra i 50 e i 70 anni;
  • 3 anni tra i 70 anni e gli 80 anni;
  • 2 anni sopra gli 80 anni.

Per le altre patenti le regole sono ancora più severe, per esempio la patente D si rinnova ogni anno a partire da soli 60 anni, mentre la patente C si rinnova ogni 2 anni per gli over 65. Il Codice della strada, inoltre, fissa proprio al compimento di 60 anni le prime limitazioni alla guida, relativamente ad alcune tipologie di veicoli (come gli autobus). Così, quando l’Unione europea raggiungerà una decisione definitiva si avrà una normativa coerente in tutti gli Stati comunitari molto simile alla nostra. Per tutelare i conducenti, tuttavia, saranno inevitabili dei disagi legati alle visite mediche e ai costi.

Gli incidenti stradali e la mobilità senior

Va detto che, almeno in Italia, i dati sugli incidenti stradali non rappresentano un indicatore affidabile per valutare l’impatto dell’età anagrafica sulla sicurezza alla guida, proprio perché il nostro sistema prevede controlli periodici obbligatori e, nei casi ritenuti clinicamente critici, anche una sorveglianza più stringente da parte delle commissioni mediche.

Per comprendere meglio la relazione tra età e incidentalità, è utile osservare il contesto di Paesi dove questi meccanismi di controllo non sono attivi, come ad esempio la Polonia. Secondo i dati riportati da Interia, i conducenti over 60 causano incidenti stradali con una frequenza quattro volte inferiore rispetto agli automobilisti più giovani. A guidare la classifica degli incidenti sono infatti i giovani tra i 18 e i 24 anni, la fascia più a rischio.

Tuttavia, a partire dai 65 anni, si registra un graduale aumento dei sinistri attribuibili ai conducenti senior, proporzionale all’aumento dell’età. Pur non essendo i principali responsabili del numero complessivo di incidenti, gli anziani tendono a riportare conseguenze fisiche più gravi, proprio a causa della loro maggiore fragilità.

Per questo motivo, nel quadro delle nuove regole sulla patente in discussione a livello europeo, è fondamentale verificare con precisione l’idoneità psicofisica alla guida. L’obiettivo è contribuire alla sicurezza stradale attraverso un approccio integrato, che include non solo l’attenzione ai conducenti più anziani, ma anche misure preventive per i più giovani e l’introduzione di tecnologie avanzate come la frenata automatica di emergenza, l’assistenza al mantenimento della corsia e altri sistemi di guida assistita.

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