Ecco cosa bisogna aspettarsi dalla riforma scolastica. Tutte le nuove regole aggiornate per la Maturità 2026.
Sta per cominciare il nuovo anno scolastico (qui le date segnate nel calendario), un momento importante per gli studenti di tutta l’Italia.
Dalle elementari alle superiori, tutti si stanno preparando all’inizio della scuola, ma per gli studenti che affronteranno l’esame di Maturità ci sono delle emozioni in più. Non soltanto sarà necessario sostenere l’esame alla fine dell’anno, ma bisognerà sfruttare questi mesi per prepararsi alle novità introdotte.
Anche quest’anno non c’è pace per la Maturità che subirà dei cambiamenti, proprio riguardo ai temuti esami finali. Cominciamo quindi a vedere cosa devono aspettarsi i maturandi 2026 in base alla riforma del ministero dell’Istruzione.
Basta proteste all’orale
La novità principale attesa per la maturità 2026 riguarda l’esame orale. La prova finale, la più temuta dagli studenti, non dovrebbe cambiare molto per quanto ne sappiamo ad oggi, ma sarà a tutti gli effetti obbligatoria. Tutti ricorderanno infatti il caos generato alla fine dell’anno scolastico 2024/2025, quando diversi alunni italiani hanno scelto di non presenziare all’esame orale in segno di protesta contro l’organizzazione scolastica e la regolamentazione stessa degli esami. In tutti i casi, si è trattato di una protesta priva di grandi rischi, in quanto il punteggio ottenuto nelle prove scritte e i crediti hanno consentito comunque di superare l’esame e ottenere il titolo di studio.
Di fatto, con le regole attuali chi ha almeno 60 punti, corrispondenti alla sufficienza, non ha bisogno di superare l’esame orale per la promozione. Un meccanismo che non è piaciuto al ministero dell’Istruzione, considerando che l’esame finale non è una mera formalità, ma un momento fondamentale nella crescita e nella formazione dello studente.
La prova orale rappresenta l’apice del percorso fatto nei cinque anni (o quattro), consentendo all’allievo di mostrare le conoscenze e le competenze acquisite, sfidando l’imbarazzo e i timori. Soltanto nell’esame orale finale, peraltro, gli studenti riescono a spaziare ampiamente in tutto il programma scolastico studiato, avendo anche l’occasione di aggiungere un tocco personale. Insomma, è importante che l’esame finale venga svolto, indipendentemente da una mera questione di punteggio.
Per questo motivo, presto il Consiglio dei ministri discuterà di una proposta per eliminare del tutto la possibilità di saltare l’orale. Non presenziare costerà il superamento dell’anno, a prescindere dall’eventuale sufficienza. La riforma scolastica attesa, in base alle dichiarazioni del governo, cambierà anche parzialmente lo svolgimento dell’esame, in parte cogliendo l’opportunità per recepire le critiche mosse dagli studenti negli anni passati.
Come si può immaginare, non tutti apprezzano il pugno duro del ministro Valditara rispetto agli orali, temendo così un’aggressione alla propria libertà di espressione e protesta. Il ministro, al contrario, giudica la scena muta all’orale come una mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti e della scuola stessa. Non pare quindi voler retrocedere sul punto, ma gli studenti potranno beneficiare di altri cambiamenti in arrivo.
Come cambia l’esame orale
Come anticipato, gli studenti devono aspettarsi dei cambiamenti anche nella struttura stessa dell’esame orale, che dovrebbero essere accolti con più favore rispetto all’obbligo di presenziare. In particolare, si vuole dare maggiore spazio al pensiero critico e ai progetti di scuola-lavoro (Pcto), in un colloquio multidisciplinare incentrato sull’intero percorso di studi fatto dallo studente. Il nuovo esame, che dovrebbe passare da essere un “esame di Stato” a un vero e proprio “esame di Maturità” vuole dare modo agli allievi di mettere in luce la crescita personale e formativa fatta nel corso della scuola.
Si attende così una valutazione più completa del percorso scolastico, per certi versi più complessa ma senza dubbio più equa. Non sono noti ancora i dettagli tecnici, su cui è ancora aperta la discussione, ma il nuovo esame dovrebbe garantire un colloquio idoneo a valorizzare l’intero percorso dello studente, insieme alle sue attitudini personali. In questa sede, gli studenti dovranno così dimostrare di aver effettivamente appreso il contenuto del programma, aggiungendovi riflessioni personali ed elaborazioni critiche.
L’importanza della condotta
La condotta degli studenti assume un ruolo ancora più decisivo nel nuovo esame di Maturità, che punta a misurare concretamente il grado di responsabilità degli studenti e il loro impegno. Per questo motivo, a partire dalla Maturità 2026:
- il 5 in condotta impedisce l’accesso all’esame;
- il 6 in condotta comporta un debito da colmare durante la prova orale con una trattazione di educazione civica;
- il massimo dei crediti viene concesso soltanto agli studenti che hanno avuto una condotta pari o superiore a 9 negli ultimi 3 anni.
Si perfeziona così un sistema che valorizza maggiormente l’intero percorso fatto dallo studente, evitando che l’impegno venga finalizzato soltanto al superamento dell’esame. Un processo già iniziato con la valutazione dei crediti, che ora ruota intorno alla condotta.
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Non si inizia più di mercoledì
Infine, un piccolo cambiamento puramente organizzativo: la Maturità 2026 inizia giovedì 18 giugno, non più il mercoledì.
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