Non luogo a procedere, cosa significa e differenza con l’assoluzione

Ilena D’Errico

3 Agosto 2025 - 22:04

Cosa significa la sentenza di non luogo a procedere? Ecco cos’è, quando viene emessa e perché è diversa da quella di assoluzione.

Non luogo a procedere, cosa significa e differenza con l’assoluzione

Chi si interessa alla cronaca sente spesso parlare della sentenza di non luogo a procedere, che è facile confondere con l’assoluzione. In questi giorni, per esempio, si è parlato della sentenza di non luogo a procedere emessa per la vedova del Vicesindaco di Acquasanta Terme, che era accusata del tentato omicidio del marito. Non luogo a procedere anche per l’ex sindaca Virginia Raggi, accusata di falsa testimonianza nel processo sul nuovo stadio della Roma.

A ben vedere, in questo periodo si discute spesso anche di assoluzioni famose e relative impugnazioni, per esempio di Matteo Salvini nel caso Open Arms. Per capire effettivamente queste notizie bisogna senza dubbio leggere le decisioni dei giudici, anche perché ogni situazione è differente, ma per iniziare è indispensabile conoscere il significato giuridico dei vari istituti. Vediamo in particolare quando viene emessa la sentenza di non luogo a procedere e perché è diversa dall’assoluzione.

Cosa significa non luogo a procedere

La sentenza di non luogo a procedere può essere emessa dal Giudice dell’udienza preliminare (Gup) al termine dell’udienza preliminare quando sussistono ragioni di non punibilità o comunque gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna. L’udienza preliminare corrisponde infatti a una sorta di anticamera processuale per alcuni reati, nella quale il Gup valuta la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pubblico ministero. Ciò avviene quando il magistrato ritiene di poter provare la colpevolezza dell’indagato e vuole avviare il processo.

Il Gup è quindi chiamato a valutare se appare opportuno approfondire l’accusa in sede dibattimentale, cioè se la tesi della pubblica accusa è verosimile, fondata e motivata. Se ciò avviene si ha il rinvio a giudizio, altrimenti, se l’imputato non chiede il giudizio abbreviato, il giudice emette la sentenza di non luogo a procedere.

In altre parole, viene stabilito che in base alle prove raccolte durante le indagini preliminari al momento dell’udienza preliminare non sembrano sufficienti a sostenere l’accusa in dibattimento. Questo però non significa in automatico che l’imputato è innocente, né che possa evitare di subire un processo per lo stesso reato in un secondo momento, con il raccoglimento di maggiori e nuove prove per esempio.

Le sentenze di non luogo a procedere non sono però tutte uguali, potendo essere emesse per differenti ragioni. In particolare, ci sono le seguenti ragioni di proscioglimento:

  • c’è una causa di estinzione del reato (come la prescrizione);
  • sussiste una causa di improcedibilità dell’azione penale (come la mancanza della querela nei reati non procedibili d’ufficio);
  • il fatto non è previsto dalla legge come reato;
  • il fatto non sussiste, l’imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato;
  • l’imputato non è punibile per qualsiasi causa, compreso il difetto di imputabilità (se il soggetto non è socialmente pericoloso).

La sentenza di non luogo a procedere può essere pronunciata anche “quando gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”.

Differenza tra non luogo a procedere e assoluzione

La sentenza di non luogo a procedere può essere confusa con l’assoluzione, anche perché include tutte le ragioni che portano all’assoluzione (tranne quella del reato commesso da persona non imputabile). Queste due sentenze non sono però affatto sovrapponibili, sia perché avvengono in due tempistiche differenti, sia per il loro significato. La sentenza di non luogo a procedere non si pronuncia sulla colpevolezza o l’innocenza dell’imputato, cosa che invece fa la sentenza dibattimentale.

Nello specifico, in caso di assoluzione l’imputato è considerato non colpevole, seppur per motivi variabili. Non a caso, la sentenza di non luogo a procedere non esclude ulteriori indagini per lo stesso reato. Bisogna inoltre sapere che l’imputato può impugnare la sentenza di non luogo a procedere per chiarire la sua posizione e non lasciare spazio ad alcun dubbio, a meno che la sentenza stessa non indichi che l’imputato non ha commesso il reato o che il fatto non sussiste.

Chi viene assolto ha preso parte al processo penale ed è stato giudicato innocente, mentre in caso di non luogo a procedere questo passaggio non viene neanche effettuato (ma potrebbe esserlo in seguito). La sentenza di non luogo a procedere definitiva può infatti essere revocata se subentrano nuove circostanze.

Archiviazione e proscioglimento

Per chiarire meglio il significato della sentenza di non luogo a procedere è bene conoscere anche il significato dell’archiviazione. Quest’ultima viene chiesta dal Pubblico ministero al termine delle indagini preliminari se ritiene infondata la notizia di reato. Si parla di proscioglimento, invece, ogni volta in cui l’azione penale non si conclude in una condanna.

Sentenza di non luogo a procedere, come funziona

Cerchiamo ora di capire meglio la sentenza di non luogo a procedere dal punto di vista pratico, seguendo tutti i passaggi dell’azione penale per i reati che prevedono l’udienza preliminare.

  • Viene iscritta la notizia di reato dal Pubblico ministero, dopo esser stata raccolta dalla polizia giudiziaria, da una denuncia o da una querela.
  • Si svolgono le indagini preliminari, che devono concludersi entro 6 mesi dall’iscrizione dell’indagato nel registro, prorogabili fino a un massimo di 18 mesi.
  • Il Pubblico ministero valuta l’esito delle indagini preliminari, di cui viene data notizia all’indagato, e sceglie se chiedere il rinvio a giudizio (ritiene che l’indagato sia colpevole e di poterlo provare) oppure l’archiviazione.
  • Si svolge l’udienza preliminare in cui il Gup valuta la richiesta di rinvio a giudizio, sentendo l’accusa, la difesa e l’eventuale parte civile. Il giudice bilancia anche le attenuanti e valuta l’eventuale tenuità del fatto.

L’udienza preliminare si conclude, eventualmente dopo proroghe per indagini e acquisizione di prove decise dal Gup, con:

  • la sentenza di non luogo a procedere se la richiesta del Pm non viene considerata fondata, ci sono cause di non punibilità o prove insufficienti;
  • il giudizio abbreviato richiesto dall’imputato;
  • il rinvio a giudizio che apre alla fase dibattimentale, se l’accusa è giudicata fondata.

Negli ultimi due casi, si ha poi una sentenza che può essere di condanna o assoluzione. Sia in caso di assoluzione che di sentenza di non luogo a procedere si ha il proscioglimento.

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