Noma Copenaghen: il miglior ristorante del mondo riapre come burger bar

Anna Maria Ciardullo

22/05/2020

22/05/2020 - 12:21

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Noma Copenaghen, miglior ristorante del mondo, riapre come un burger e wine bar per rispondere alla pandemia di coronavirus.

Noma Copenaghen: il miglior ristorante del mondo riapre come burger bar

Il Noma di Copenhagen, quattro volte vincitore del titolo di miglior ristorante del mondo, ha riaperto come wine e burger bar.

Gli appassionati di cucina gourmet lo sanno, per avere un tavolo in questo prestigioso tempio della gastronomia nordica, solitamente si deve prenotare con mesi di anticipo.

Ma con la riapertura si è presentata ai clienti una situazione del tutto inedita: niente prenotazioni anticipate e persino prezzi accessibili, per consumare un hamburger e un bicchiere di vino in uno dei ristoranti più rinomati di sempre.

E non c’è da aspettarsi un hamburger gourmet con tartufi e caviale, ma un bel cheesburger classico.

Noma Copenhagen: da ristorante gourmet a burger bar?

Niente paura, la cucina creativa del Noma Copenaghen tornerà presto. Il wine e burger bar appena aperto è solo un pop-up store temporaneo, installato nei giardini del ristorante, che rimarrà in piedi per i mesi estivi.

Lo chef René Redzepi ha spiegato di aver lanciato l’iniziativa con l’obiettivo di contribuire al rilancio della vita sociale a Copenhagen dopo il lockdown. “Il nostro sogno è dare alle persone un motivo per riattivarsi e tornare a uscire da casa”, ha spiegato lo chef a Bloomberg.

“Questo è lo scopo principale. Volevamo escogitare qualcosa per mostrare che tutti sono i benvenuti, ed è per questo che abbiamo deciso di aprire il nostro primo wine e burger bar, per offrire qualcosa che tutti noi conosciamo e amiamo. La risposta è stata incredibile”.

Lo chef del Noma Copenaghen René Redzepi

Cheeseburger sì, ma top di gamma

Lo chef ha aggiunto che, visti gli obiettivi del pop-up store, ha preferito non concepire ricette di panini particolari, con procedimenti complessi e ingredienti fuori dal comune.

Nel miglior ristorante di Copenaghen si serve il classico cheeseburger. Il vantaggio? Ovviamente l’utilizzo dei migliori ingredienti sul mercato, la migliore qualità della carne, macinata tre volte al giorno e proveniente da allevamenti non intensivi, i panini artigianali freschi ogni mattina, le cipolle biologiche affettate a mano.

Insomma, in un posto come il Noma, un cheeseburger non può essere solo un panino, anche se la ricetta è quella che conosciamo tutti. Sono disponibili anche opzioni vegetariane e vegane, affinché proprio tutti sentano incentivati a superare la paura di tornare a vivere normalmente.

I prezzi? Per un panino da asporto si spendono circa 125 corone danesi (poco più di 15 euro) per consumarli al tavolo il prezzo sale di pochissimo. I costi sono assolutamente in linea con quelli delle hamburgerie locali, ben lontani dai menu da 2.650 corone (circa 350 euro) che il ristorante serviva prima del lockdown. Le birre costano 50 corone (6 euro) e un calice di vino parte da 95 (12 euro).

E per il futuro?

Il nuovo spazio temporaneo ha 65 posti a sedere con vista sul lago ed è aperto dal giovedì alla domenica. Il ristorante vecchio stile riaprirà invece con circa la metà degli ospiti, per assicurare un distanziamento di due metri tra i tavoli, nel rispetto delle disposizioni governative.

Chef Redzepi si è detto ancora incerto sul futuro del Noma di Copenaghen. La sua idea è quella di non abbandonare del tutto questo nuovo capitolo più democratico del ristorante, magari allargando l’offerta di hamburger con snack un po’ più raffinati come crudité di ostriche e verdure. Potrebbe persino nascere una nuova sala informale accanto a quella classica.

“Ho ancora voglia di cucinare e di prendere il meglio delle stagioni e metterlo nel piatto, ma forse il Noma può essere anche qualcosa di più. Se riuscissimo a trovare un modo per fondere il Noma di ieri con il Noma dell’era COVID-19, sarebbe emozionante. Anche perché il settore sarà molto colpito nel corso del prossimo anno. Tutti, per sopravvivere, dovremo pensare in modo molto diverso al nostro modello di business”

ha concluso Redzepi.

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