Il gruppo giapponese ha raggiunto un accordo con Whripool per acquisire le attività della controllata Embraco. Nessuna speranza però per lo stabilimento italiano per il quale viene confermata la chiusura
L’Embraco passa in mani giapponesi. La Nidec Corporotion ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Whirpool per acquisire la società mettendo sul piatto poco più di un miliardo di dollari.
Dall’operazione però resta fuori la Embraco Europe che ha sede in Italia e per la quale si prospetta la fine dell’attività.
Una notizia che piomba sul destino dello stabilimento torinese e dei suoi lavoratori alle prese con le procedure di licenziamento.
A fine 2017, Embraco aveva contribuito alle vendite nette di Whirpool – cui la maggioranza fa capo dal 1997 – con circa 1,3 miliardi di dollari.
L’acquisizione
Le attività di Embraco, consistenti nella produzione di componentistica per frigoriferi, vengono dunque acquisite dal gruppo giapponese con un’operazione che alla Nidec Corporation costa 1,08 miliardi di dollari, circa 0,88 miliardi di euro.
L’acquisizione della controllata di Whirpool è solo l’ultima di una serie di operazione messe in campo da Nidec per ampliare la sua divisione dedicata alla componentistica nel settore degli elettrodomestici.
In particolare, i compressori prodotti dalla Embraco – riconosciuto come “miglior produttore al mondo” - rispecchiano standard qualitativi molto alti, spiegano gli stessi giapponesi, grazie alle “eccellenti tecnologie” utilizzate nella produzione.
Inoltre sono accessori eco-compatibili che rispondono esattamente alle richieste dei clienti ma anche alle sempre più stringenti leggi in materia ambientale emanate a livello globale e in aree strategiche come Europa, America e Cina.
Lo stabilimento italiano escluso dall’accordo
La notizia dell’acquisizione non dà però speranza ai lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri, dove ha sede la Embraco Europe, esclusa dalla transazione.
Whirpool ha, infatti, chiarito che la società è attualmente soggetta a “un accordo separato con le autorità locali e i sindacati”.
Inoltre, la casa madre ha confermato l’intenzione di chiudere lo stabilimento piemontese che a breve dovrebbe “cessare le attività e terminare la produzione”.
Del destino dei circa 500 lavoratori si discuterà il prossimo 17 maggio mentre i sindacati chiedono di accelerare sul piano di reindustrializzazione del sito.
Per il segretario della Uilm torinese, Dario Basso, e per il responsabile Embraco per la Uilm, Vito Benevento, l’annuncio
“genera confusione su confusione. Da quanto comprendiamo, riteniamo che nulla cambi nella situazione del 497 lavoratori in esubero a Riva di Chieri”.
Nelle ultime settimane, secondo indiscrezioni di stampa, è trapelato che ci sarebbero due società interessate a rilevare lo stabilimento italiano: una italo-israeliana che produce macchinari per la pulizia di pannelli fotovoltaici e una italiana, che opera nella rigenerazione di elettrodomestici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA