Arriva l’Accordo di Sviluppo tra Italian Green Factory e MIMIT per la riconversione del sito Whirlpool di Napoli chiuso nel 2020. Il piano prevede anche il reinserimento di tutti gli ex lavoratori.
È stato ufficialmente siglato l’Accordo di Sviluppo per la riconversione del sito ex Whirlpool di via Argine, Napoli. L’intesa, sottoscritta tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e Italian Green Factory (IGF), società del gruppo Tea Tek, prevede un investimento complessivo di 92 milioni di euro per trasformare l’ex stabilimento in un polo produttivo d’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili. L’accordo sblocca i fondi pubblici destinati alla reindustrializzazione di un sito simbolo della crisi industriale del Sud, chiuso nel 2020 dopo la dismissione da parte di Whirlpool e rappresenta l’ultimo passaggio formale prima dell’ingresso di Invitalia nella compagine societaria, atteso nelle prossime settimane.
Cosa prevede il piano industriale da 92 milioni di euro
L’accordo appena firmato segna la svolta tanto attesa per l’ex Whirlpool di Napoli. Il piano industriale prevede 92 milioni di euro di investimenti, di cui 29 milioni sotto forma di contributi a fondo perduto e una parte tramite finanziamenti agevolati. Il progetto, fortemente voluto dal Ministero e sostenuto da Invitalia, mira a restituire centralità produttiva a un’area ferita dalla deindustrializzazione, puntando su un modello di sviluppo sostenibile e innovativo.
La nuova realtà produttiva, Italian Green Factory, sarà specializzata nella realizzazione di componenti per il settore delle energie rinnovabili, con una produzione che entrerà a regime da gennaio 2026. L’investimento non riguarda solo la costruzione e l’ammodernamento degli impianti, ma anche la formazione e il reinserimento dei lavoratori. Già dal prossimo mese partiranno infatti le prime attività produttive nello stabilimento temporaneo di Acerra, che coinvolgeranno i primi 25 ex dipendenti Whirlpool, assunti da IGF e in formazione dal novembre 2023.
Il piano occupazionale è ambizioso e prevede il reinserimento di tutti i 294 ex lavoratori Whirlpool, con un percorso di formazione e aggiornamento professionale che punta a valorizzare le competenze e a garantire stabilità occupazionale nel lungo periodo. Questo aspetto è stato sottolineato anche dalle organizzazioni sindacali, che hanno definito l’accordo una vittoria della “tenacia dei lavoratori” e un segnale di speranza per il tessuto industriale napoletano.
La roadmap per la riconversione green dell’ex Whirlpool
Il progetto di Italian Green Factory si distingue per la forte impronta green e per la volontà di fare dello stabilimento di via Argine un modello di fabbrica 5.0, capace di coniugare innovazione, sostenibilità ambientale e competitività industriale. Il sito, che si estende su oltre 5 ettari, sarà completamente rinnovato. Quattro dei cinque edifici esistenti saranno abbattuti per lasciare spazio a nuove strutture produttive all’avanguardia. Nel frattempo è già stato avviato un importante intervento di bonifica ambientale, con la rimozione di circa 27.000 metri quadri di amianto in collaborazione con l’ASL locale.
Una parte significativa dell’investimento (circa 11 milioni di euro) sarà destinata alla ricerca e sviluppo, con la creazione di un centro che collaborerà con l’Università di Napoli e con gli ITS per progetti di formazione e inserimento di personale altamente qualificato.
Come sottolineato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dai rappresentanti istituzionali locali, il progetto si inserisce pienamente nella strategia nazionale di transizione energetica e di rilancio del Mezzogiorno. “Oggi non solo si avvicina il ritorno alla produzione per i primi 25 ex lavoratori Whirlpool, ma si conferma una strategia industriale che guarda al futuro. Una riconversione green, sostenuta da investimenti pubblici e privati, che coniuga occupazione, innovazione e tutela ambientale” ha dichiarato il deputato Michele Schiano Di Visconti (FdI).
Dopo la firma dell’Accordo di Sviluppo, si attende ora la delibera del Fondo di salvaguardia per l’ingresso di Invitalia nella compagine societaria di IGF. Secondo quanto dichiarato dal CEO di Tea Tek e IGF, Felice Granisso, il cronoprogramma sarà rispettato: “A luglio entreremo nella fase operativa e restituiremo lavoro e prospettive a un territorio che attende da troppo tempo risposte concrete”.
La produzione a regime nel sito di via Argine è prevista per gennaio 2026, con l’obiettivo di completare entro quella data la trasformazione infrastrutturale e l’acquisizione dei nuovi macchinari.
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